Nella trasversalità mediatica in cui veleggia Jannik Sinner spunta un nome, forse inatteso, ma perfettamente in sintonia con il contesto: quello di Luca Bizzarri. Già, perché la fama crescente del tennista italiano, che ormai travalica i confini dello sport per diventare un vero e proprio fenomeno di cultura pop, trova un curioso punto di contatto con l’artista genovese, che nel suo podcast Non hanno un amico ha parlato di Sinner e del suo rapporto con il fratello (Mark), raccontando con ironia e profondità come quel legame parli anche a chi non segue assiduamente il tennis. Bizzarri è noto come attore e conduttore televisivo, ma anche come parte integrante del duo comico “Luca & Paolo” con Paolo Kessisoglu. Il loro sodalizio ha attraversato teatro, tv (programmi come Le Iene, Camera Café), cinema e persino la scrittura: Bizzarri, infatti, ha pubblicato nel 2020 il romanzo Disturbo della pubblica quiete. Lo spettacolo Non hanno un amico – da cui è tratto anche il podcast – lo vede indagare relazioni, solitudini e affetti; e in un episodio quasi inaspettato – del podcast – si è soffermato proprio il numero 2 del mondo, Jannik Sinner.
“C’è Sinner che ringrazia tutti dopo Wimbledon e poi dice grazie a suo fratello perché è lì sugli spalti ed è lì, aggiunge, perché questa domenica non corre la Formula Uno”. Ha evidenziato l’attore ligure. “Queste due frasi raccontano un rapporto, un affetto, un modo di stare insieme che solo la parola fratellanza può spiegare e l’amore fraterno, quando c’è, è qualcosa di totalmente diverso dagli altri amori: è una specie di prolungamento di sé, di unione quasi viscerale. Mi chiedo se sia così anche per Mark Sinner, che ha un fratello che calca palchi diversi, ma decisamente più prestigiosi dei miei, e dove la sconfitta è sancita dai numeri. Le possibilità sono solo due: vincere o perdere. E chissà cosa deve essere vedere perdere tuo fratello. Chissà che il sapore della sconfitta non sia ancora più amaro per chi guarda soffrendo che per chi lotta in mezzo al campo. E così mi sono un po’ rivisto in quel ragazzo che preferisce la Formula Uno, che fa il vigile del fuoco. Davvero, il fratello di Sinner fa il vigile del fuoco, ma questi che vogliono conquistarsi il paradiso a tutti i costi sono fatti come noi”
Ecco, quel momento non è solo una battuta: è il veicolo metaforico con cui Bizzarri sottolinea come il tennista altoatesino – e ciò che rappresenta – stia penetrando in modo trasversale nella cosiddetta pop culture. Non più solo tennis, non più solo sport, ma metafora di impegno, affetti, famiglia, voglia di raggiungere l’eccellenza e di tenere il giusto approccio anche nelle sconfitte. E in effetti, la “Sinner-mania” è sotto gli occhi di tutti. Proprio per questo, il nome di Sinner si fa portavoce anche di concetti più ampi: resistenza, disciplina, visibilità internazionale, successo, identità. Mentre Luca Bizzarri coglie – con ironia, ça va sans dire – la rarità del legame fraterno e l’universalità del gesto (“ringraziare il fratello che rinuncia alla F1 per stare qui”), il pubblico sperimenta un’eco: anche se non sei un appassionato di tennis, quel racconto ti riguarda. Perché riguarda la dedizione, la famiglia, l’essere parte di qualcosa che vada oltre i contratti o il tabellone di un torneo.
In Italia, raramente si è visto un atleta diventare interlocutore così trasversale: dai brand al lifestyle, dalla moda alla cultura pop, dall’affetto familiare al discorso pubblico. E Bizzarri, con la leggerezza del comico ma la profondità dell’osservatore, ci invita a guardare non solo al punteggio, non solo al colpo decisivo, ma anche e soprattutto al racconto che si costruisce attorno. Perché quando un tennista diventa icona, allora non è più solo uno sportivo: è parte della narrazione collettiva. In soldoni, Sinner è riuscito a ridefinire lo spazio e il linguaggio dello sport stesso. Il suo impatto va oltre i confini del campo: è nella moda, nella pubblicità, nella musica, nei talk show e persino nei podcast come quello di Bizzarri.
E forse è proprio qui il segreto della sua forza: nella semplicità con cui riesce a incarnare valori universali, che è la cifra di un campione che rappresenta un’epoca diversa, più contemporanea e consapevole rispetto al passato, capace di riconoscersi in un ragazzo che continua a vincere restando se stesso. Un’icona pop. Dentro e fuori dal tennis.
O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!
Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original
