Continua a scorrere il countdown verso le semifinali del tabellone maschile di Wimbledon. Si inizia venerdì alle 14.30 con Alcaraz-Fritz e a seguire Sinner-Djokovic. In questa giornata di vigilia il direttore Ubaldo Scanagatta ha chiacchierato con Paolo Bertolucci, ex numero 12 del mondo e ormai da diversi anni tra le principali voci tecniche delle telecronache di Sky. A questo punto del torneo molte incognite sono state archiviate ma rimangono le domande più difficili. Chi è il favorito tra Jannik e Nole? Chi per la vittoria finale? Questa è l’ultima chance per Djokovic? Il direttore e Bertolucci hanno provato a rispondere.
Scanagatta: Che cosa ti è parso di Sinner contro Shelton? Contro Dimitrov c’eravamo seriamente preoccupati per come si erano messe le cose, poi però contro Shelton ha giocato con una continuità e solidità incredibile. Ha fatto 25 punti più dell’altro, nel primo set su sei game di servizio ne ha tenuti cinque a 0 e uno a 15. Ha concesso solo due palle break e le ha salvate una con il servizio e una con il rovescio.
Bertolucci: Beh, l’importante è che stia bene, che sia tornato al 100% dal punto di vista fisico. Però non possiamo fare paragoni con i primi turni in cui molti mi hanno detto che giocava bene. Più che altro giocava da solo perché giocatori come Martinez lui li batte anche senza una gamba. Shelton è sicuramente un giocatore che è migliorato e che sull’erba può essere pericoloso però è ancora acerbo e soprattutto è un giocatore che è completamente l’opposto dal punto di vista tattico rispetto a Djokovic. Nole fa un altro sport rispetto a Shelton.
Scanagatta: In effetti anche Sinner l’ha fatto capire… in sostanza ha detto che contro Shelton gli bastava cercare di mettere più prime senza rischiare troppo perché tanto Shelton risponde poco
Bertolucci: Sì, gli bastava impostare lo scambio… contro Shelton su dieci scambi otto li porta a casa tranquillamente. Con Djokovic non è otto a due!
Scanagatta: Sì, non è otto a due però a me Djokovic contro Cobolli non mi è sembrato irresistibile. Sicuramente è stato bravo Cobolli a tenergli testa, però qualche errore lo fa e ne fa molti di più di quanti ne facesse qualche anno fa, ed è normale.
Bertolucci: Assolutamente è normale, anzi è miracoloso che alla sua età, dopo aver fatto sette volte il giro del mondo, non so quanti milioni di chilometri abbia percorso, sia ancora così in splendida forma. Anche ieri ha effettuato dei recuperi sbalorditivi. Ciò non toglie che un Sinner a posto alla fine la partita la porta a casa secondo me. Però è ovvio che deve essere un Sinner a posto perché questa è l’ultima chance per Djokovic e nella sua testa secondo me meravigliosa sempre alla ricerca di superare qualsiasi record la possibilità di battere in semifinale Sinner e in finale Alcaraz è una cosa che gli piacerebbe e lo motiva da morire.
Scanagatta: Sì, è un po’ quello che è successo alle Olimpiadi quando incontrò Alcaraz e tutti pensavano che Alcaraz avrebbe vinto ma qua ne deve vincere due
Bertolucci: Sì, due e oltretutto tre set su cinque, mentre lì due su tre… sono due cose un po’ diverse. E poi è passato un anno… noi che ci siamo passati sappiamo che un anno a quell’età vale per cinque.
Scanagatta: Si è discusso molto anche del rendimento sulle varie superfici di Sinner. Prima si diceva che la terra battuta era la sua peggior superficie poi però è arrivato a conquistare tre match point contro Alcaraz, quindi non si è dimostrato di certo inferiore. Adesso parliamo di Sinner sull’erba… secondo te quali sono i pregi e quali sono i difetti?
Bertolucci: Io credo che se Sinner dovesse scegliere il match della vita lo giocherebbe indoor… su questo non ci piove. In alternativa penso erba e come ultima chance terra: questa è la mia opinione. Però ormai è diventato un giocatore talmente completo e lo ha dimostrato a Parigi: al di là dei match point, ha giocato 5 ore alla pari con il più forte al mondo attualmente sulla terra battuta, quindi vuol dire che è pronto, vuol dire che c’è. Si può trovare più o meno bene con un avversario piuttosto che con un altro, ma il fatto che lui sia sempre presente nelle fasi finali di tutti i più grandi tornei del mondo certifica la sua grandezza.
Scanagatta: Ma se adesso dovessimo dire chi è il favorito numero uno, chi è il favorito numero due e chi è il favorito numero tre, che cosa diresti?
Bertolucci: Al terzo posto metto Djokovic, non lontano però, mentre il quattro e il cinque sono veramente molto lontani. Djokovic è un po’ a metà tra il quarto posto e il secondo. Sinner e Alcaraz secondo me hanno proprio una marcia in più. Scegliere tra loro due è molto difficile… da italiano sarebbe troppo facile dire Sinner. In ogni caso quando vanno in campo quei per me è sempre 48 a 52 o 49 a 51 per l’uno o per l’altro. Cambia poco. Secondo me il livello più o meno è lo stesso. E sul singolo match basta che uno dei due offra una prestazione leggermente inferiore per rischiare di venire travolto.
Scanagatta: Personalmente penso solo che Sinner possa avere un pochino più di continuità, mentre Alcaraz delle punte più elevate. Però tenere punte più elevate per 3-4 ore non è semplice, mentre invece tenere la continuità per 3-4 ore non dico che sia semplice, ma Sinner è in grado di farlo.
Bertolucci: Sì, come lo erano Djokovic e Nadal. Infatti io dico sempre che Alcaraz è come un ciclista da classica di una giornata come la Milano-Sanremo o la Parigi-Roubaix. Sinner invece è da Tour de France. A fine anno la continuità ti premia per questo è Sinner il numero uno. Alcaraz, però, da Roma sembra aver trovato una certa continuità obiettivamente e quindi vediamo se è un fatto momentaneo come è stato lo scorso anno oppure se è maturato visto che è molto molto giovane e se quindi da qui in avanti può fare la differenza anche a livello di continuità. Io credo che un giocatore con la sua qualità e con i suoi mezzi se trovasse mai un domani la continuità, non dico che diventerebbe imbattibile ma quasi.
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Autor: Andrea Mastronuzzi