Fonseca traccia la via: “Testa di serie all’Australian Open. Il tennis è una corsa a tutta velocità”

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Fonseca traccia la via: “Testa di serie all’Australian Open. Il tennis è una corsa a tutta velocità”

Era atteso da tutti sul grande palcoscenico tennistico in questo 2025, protagonista delle scene più prestigiose. E Joao Fonseca ha risposto presente come lo farebbe un 19enne di grande talento, un predestinato della racchetta. Al primo titolo ATP, il 250 di Buenos Aires, ha fatto eco il trionfo all’ATP 500 di Basilea. Ha iniziato la stagione fuori dai migliori 100 giocatori del mondo. Adesso ha fatto irruzione in top 30, facendo segnare il best ranking alla posizione 28. Non un traguardo da poco, dato che le teste di serie negli Slam sono 32.

“Questa settimana è molto speciale per me, al di là del fatto che non ho giocato il secondo turno per il ritiro del mio avversario e che Shapovalov si sia ritirato nei quarti di finale” ricorda il brasiliano ai microfoni di ESPN, con il riferimento ad alcune contingenze avvenute durante la competizione.

“È stata una settimana molto positiva: ho saputo approfittare delle opportunità che mi si sono presentate. Non ho permesso ai miei avversari di portarmi via questo titolo; il mio team ed io lo desideravamo davvero. Non siamo abbiamo preso parte allo swing asiatico quest’anno per permettere al mio corpo di recuperare, per prendermi cura di me stesso, perché ero malato e volevamo preservare la mia salute sia fisica che mentale” racconta a proposito delle scelte di programmazione.

Il ‘torneo di Roger’ e la pressione, Fonseca: “Federer il mio idolo, vincere a Basilea è ancora più speciale”

Tappa dopo tappa, Fonseca pare intenzionato a rispettare le alte aspettative che tutti ripongono in lui. La pressione è tanta, ma il merito del 19enne di Rio de Janeiro è quello di riuscire a rimanere lucido anche nelle scelte, come, ad esempio, il non giocare in Oriente per recuperare al meglio.

Mi sentivo sotto pressione prima di iniziare questo torneo. È stata una settimana in cui il mio team ed io, sin dall’inizio, abbiamo avuto la mentalità giusta sottolinea.
Siamo rimasti molto uniti nonostante la sconfitta al primo turno a Bruxelles, in una partita molto dura nella quale non ho servito bene. Tuttavia, abbiamo continuato a lavorare. Siamo arrivati a Basilea con il tempo necessario e ci siamo allenati in anticipo su tutto ciò che dovevo migliorare. Come risultato, ho servito benissimo per tutto il torneo”.

Fonseca non cela tutta la soddisfazione per aver trovato e mantenuto la giusta mentalità per affrontare un torneo, dove le circostanze stavano iniziano ad allinearsi per lui.
Sono molto felice per questo cambiamento di mentalità e per come ho saputo reggere la pressione. È stato qualcosa di simile a quanto accaduto a Buenos Aires, nel mio primo titolo, quando ho affrontato quattro argentini. La pressione era alta, quindi la mentalità doveva essere molto forte, e credo di aver gestito tutto molto bene. Per esempio, in semifinale, Munar aveva un ranking molto migliore del mio per una semifinale di un 500. È un avversario molto costante, solido; è stata una partita davvero complicata, con molta pressione e tensione, ma sono riuscito a portarla a casa”.

Poi racconta un aneddoto sul torneo di Basilea che coinvolge da vicino il suo idolo tennistico Roger Federer.
“Essere qui e sfruttare questa opportunità, dunque, era molto importante per me. Questo è un titolo speciale, soprattutto questo evento, conosciuto in Brasile come “il torneo di Roger”. Vincere qui, nella casa di Federer, il mio idolo, è davvero unico. La mia famiglia, il mio agente e i miei zii sono tutti qui: è qualcosa di molto speciale, sono davvero felice”.

Fonseca: “In Brasile impossibile trovare campi indoor. Voglio essere testa di serie all’Australian Open”

È facile prospettare che il tennis di Fonseca sia uno di quelli validi per tutte le superfici. Tuttavia, Joao evidenzia tutte le difficoltà incontrate indoor, che hanno radici nelle strutture a sua disposizione in Brasile.
“Concentrarmi sul cemento indoor è stata la decisione giusta, nonostante sia una tournée storicamente complicata per noi, dato che in Brasile non abbiamo campi duri, rapidi e al coperto. Allenarsi per questo periodo dell’anno è difficile, mentre gli europei giocano molto su questo tipo di superficie e sanno come affrontare un tennis diverso, più veloce. È simile all’erba: non hai molto margine di manovra. Dunque, avere questa prima esperienza sui campi indoor in questa stagione era molto importante per noi, una priorità”.

Infine, le ultime parole sono dedicate gli obiettivi per il futuro. La sensazione è che Fonseca non voglia bruciare le tappe di un viaggio comunque a tutta velocità.
“È stato molto importante e sono felice della decisione che abbiamo preso. Tutto ciò che abbiamo fatto quest’anno è stato curato al massimo, nei minimi dettagli, con un inizio di stagione ben strutturato. Non ho giocato il Masters 1000 di Shanghai perché abbiamo dato priorità al mio benessere. All’inizio della stagione, l’obiettivo era disputare tutti i tornei del Grande Slam. Abbiamo adattato i miei obiettivi man mano che la stagione andava avanti; sono andato dal mio allenatore e gli ho detto che volevo essere testa di serie al prossimo Australian Open, e ora esco da qui come numero 28 o 27, non ricordo bene.

Prossima destinazione Parigi, dove all’esordio è atteso da Denis Shapovalov, che, con un ritiro polemico, gli aveva lasciato strada libera ai quarti di finale di Basilea.
“Adesso mi aspetta il viaggio per Parigi, con una nuova mentalità. Il circuito è una corsa a tutta velocità: tra due giorni sarò di nuovo in campo per un nuovo torneo. Andiamo a tutta”.

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