Fabio Fognini è ora un padre di famiglia. Ritiratosi dopo la straordinaria partita giocata contro Carlos Alcaraz a Wimbledon, il 38enne ligure ha quindi appeso la racchetta al chiodo da ormai di cinque mesi. Ma tra giornate con i figli e la moglie Flavia, un ballo in televisione e qualche intervista, l’ex numero 9 al mondo non sembra essere nostalgico della racchetta. Lo ha infatti rivelato lui stesso in un’intervista concessa a Francesca Fagnani per il programma Belve. Di seguito proponiamo un estratto delle sue dichiarazioni.
Fognini: “La mancata convocazione in Davis nel 2023? Non l’accetterò mai”
“Ti racconto un aneddoto che mi ha fatto tirare le somme quasi definitivamente. Eravamo a Londra e avevo comunicato ai miei agenti che avevo l’intenzione di ritirarmi. Quindi organizzano questa conferenza stampa a Wimbledon. La sera andiamo a cena io con i miei due agenti e nel tavolino di fianco c’erano Filippo [Volandri] e due suoi amici. Sono venuti a salutarci… Io ero a mezzo metro da lui. Non ha avuto il coraggio di dirmi un ‘Bravo Fabio’, o un ‘Complimenti per la tua carriera’. Non mi ha detto niente”.
“In passato riguardo quella convocazione del 2023 non mi è stato chiarito niente. Io confronti non ne ho mai avuti e penso che sia una cosa ridicola. L’essere uomo a volte richiede confronti. Ma non ci sono mai stati. Mi hanno escluso perché boh, chiedetelo a lui. Al momento non l’ho accettata e non l’accetterò mai. La cosa che mi fa tristezza è che, se nella vita si hanno problemi, si cerca di risolverli. È un sogno [quello della Coppa Davis], io che ho sempre amato la maglia azzurra, che purtroppo è sempre rimasto chiuso nel cassetto”.
Fognini: “Rinascerei Sinner, ma…”
“Rinascere Sinner? È numero 1 al mondo. Dammi il foglio che firmo. Però essermela vissuta ‘a la Fognini’, secondo me, Jannik ci penserebbe un attimo. Io ho spontaneità, sono molto vivace, allegro e soprattutto dico le cose in faccia, diretto. Abbiamo un carattere decisamente diverso. È difficile fare paragoni”.
“In passato ho avuto attacchi di panico e non sono mai stato così male in vita mia perché non sapevo cosa fare. Ero al Roland Garros e il giorno dopo ho avuto anche problemi di respirazione. Mi sono preoccupato tantissimo. Però la cosa bella è che sono riuscito a parlarne trovando uno specialista che mi aiutasse in quello. Ogni volta che uscivo dopo una seduta con lui volavo”.
“Piano B? Non l’ho ancora pensato né trovato. Se decidessi di fare l’allenatore e trovassi un altro Fognini farei un po’ bastone e carota. In alcuni momenti sarei fermo, rigido. Ma in altri è giusto elogiare alcune doti. Penso che potrei essere un bravo allenatore. Se dovessi rivivere un giorno della mia vita sarebbe quello in cui mi sono sposato. Comunque, ora ho tutto per essere felice”.
Fognini: “Ho pagato circa mezzo milione di euro in multe”
“Se mi pento riconosco di aver sbagliato qualcosa. Nella vita di errori ne ho fatti. Dovrei pensarci sopra due volte. Ogni tanto sono anche permaloso. È uscita un pochino questa mia permalosità, ma me la vivo nella maniera giusta. La accetto. Non siamo tutti perfetti. Poi molte volte nella mia carriera tennistica sono passato dalla parte della ragione a quella del torto. Sono una testa calda”.
“Della scena con Pascal a Wimbledon non me ne pento; di quella ad Amburgo 2014 me ne pento invece: ero contro un ragazzo serbo (Krajinovic, ndr) con cui ho un bellissimo rapporto; poi c’è stato quell’episodio alle Olimpiadi di Tokyo 2021 contro Medvedev, ma ho cercato di farmi perdonare indossando fascetta e polsini arcobaleno nei tornei successivi”.
“Potevo guadagnare molto di più. Ma ho accumulato di meno per i comportamenti che ho avuto. Qualche bastonata l’ho presa. Qualche multa mi è arrivata. Quella più salata mi è arrivata allo US Open: 96.000 dollari. Ma mi avevano detto che, se avessi fatto il bravo per otto Slam di fila, mi avrebbero fatto pagare solo il 50%. Nella mia vita penso di aver pagato all’incirca mezzo milione di euro in multe”.
Fognini: “Con i giornalisti ho avuto un rapporto di amore e odio”
“Pensavo di essere simpatico, ma con i giornalisti ho sempre avuto un rapporto di amore e odio. Soprattutto all’inizio della carriera quando non mi conoscevano. Mi sono fatto parecchio male nel corso della mia carriera. Ora sento più amore che odio. Chi mi ama mi ama perché conosce quel Fabio che in pochi durante la sua carriera tennistica, ma soprattutto in quella privata, hanno avuto l’opportunità di conoscere. Chi mi odia è perché dice: ‘Guarda questo c*****e come si è comportato in campo’. E poi non hanno avuto l’opportunità di conoscermi fuori dal campo”.
“Non ho mai voluto cambiare per piacere agli altri. E di questo ne vado fiero. Sono stato così: ho vissuto la mia carriera con alti e bassi, però ne sono uscito a testa alta. Secondo me senza questo mio modo di essere non avrei giocato nello stesso modo. Quando facevo una cavolata, però, subito dopo seduto a un tavolino mi dicevo: ‘Cavolo Fabio, quella cosa non avresti dovuto farla’. Però in quei momenti ero così tanto autolesionista che mi sono spesso tirato la mazza nei piedi da solo”.
“‘Forse un po’ di attenzione in meno verso la mia persona mi avrebbe aiutato di più. Sono stato giudicato troppo e infatti a 18 anni me ne sono andato via dall’Italia. Non sembra ma io sono sempre stato un mammone. A 18 anni lasciare casa e trasferirmi a Barcellona mi ha pesato tanto. Forse dovrei ancora delle scuse a mamma e papà perché hanno perso quel Fabio d’infanzia e non se lo sono potuto godere come magari avrebbero voluto”.
Fognini: “Divertirsi? Ci sono riuscito nell’ultimo match a Wimbledon”
“A oggi posso dire di essere fortunato a essere riuscito a fare dello sport il mio lavoro. Talento, dedizione, passione e tanti sacrifici. Ho vissuto un’epoca irripetibile con dei mostri sacri. E aver raggiunto la top 10 è stato quel sogno che ho realizzato di un Fabio Fognini che arriva da Arma di Taggia, un piccolo paese in Liguria. Però sono sempre stato me stesso. Io l’ho vissuto bene. Non ho mai guardato la classifica o il raggiungimento di determinati punti. Anche quando ero nono, ero consapevole che prima o poi sarei sceso”.
“I momenti in cui ho odiato il tennis? Quando mi dicevano: ‘Vai e divertiti’. Ma che mi diverto… Io vado in campo e devo trovare la maniera di batterti, di vincere. Non mi diverto. Mi sono divertito l’ultima partita della mia carriera. E non perché avessi deciso che sarebbe stata l’ultima partita della mia carriera – perché l’ho deciso dopo -, ma perché la sera prima mi sono addormentato con Farah, la mia seconda figlia, e girandomi su un lato mi sono detto: ‘Per favore Fabio, divertiti’. E lì ho iniziato a pensare, perché il sogno principale era di non fare brutte figure. Giocavo contro il numero 2 del mondo nel campo più bello del mondo. E mi sono divertito un sacco”.
“Dopo la decisione del ritiro non ho pianto. Ero sul mio divano di Arma di Taggia, dove sono cresciuto. Ero da solo e mi sono bevuto una bottiglia di champagne. Poi l’ho comunicato a Flavia. Ho pianto dopo e soprattutto a seguito della conferenza stampa a Londra. Ora seguo tantissimo il tennis, ma non mi manca. Non ho più giocato dall’ultima partita”.
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