Flavio Cobolli, la stagione dai due volti: dal buio inverno ai quarti a Wimbledon

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La stagione su erba di Flavio Cobolli si chiude con un fantastico quarto di finale nel torneo più prestigioso dell’intera annata tennistica: Wimbledon. Tutti gli addetti ai lavori si sarebbero aspettati tale exploit più al Roland Garros che sul green londinese, dove l’azzurro si è improvvisato massimo esperto della superficie, regolando avversari del calibro di Mensik e Cilic. Il match con Novak Djokovic è stato tutt’altro che a senso unico. L’azzurro ha infatti tirato fuori il suo strabiliante carisma, lottando alla pari con il più vincente della storia per tre set, ad eccezione di un secondo parziale sottotono.

Come spesso sottolinea lo stesso azzurro in conferenza stampa, il “click” è scattato dopo la conquista del trofeo di Amburgo, nonché primo ‘500’ in carriera, scaturendo un radicale cambiamento in Cobolli, che ha portato a casa – nelle settimane successive – dei complicatissimi match, dove il plus non è stato soltanto nel gioco, ma soprattutto nell’attitudine durante i momenti chiave della partita. Il simpaticissimo “Admin” dell’ATP si è così guadagnato il suo primo ingresso nella top 20. Ma cos’è accaduto prima di tutto ciò?

Facciamo un passo indietro, tornando ai primi giorni dell’anno 2025. Flavio si trova in Australia, col team tricolore, per disputare il tradizionale evento della United Cup, che inaugura, come di consueto, la nuova stagione tennistica dopo la breve pausa. Esordisce positivamente al debutto in quel di Sydney, mettendo al tappeto due ostici mancini: Stricker e Humbert. La convincente vittoria in rimonta ottenuta ai danni del francese rimarrà l’unica, magra consolazione prima di un tremenda astinenza durata più di tre mesi.

Il capitolo australiano si rivela durissimo da digerire per il talentuoso figlio d’arte, ritiratosi dopo appena un set, ad Auckland, durante il derby azzurro con Nardi, e sconfitto all’esordio del Grand Slam aussie dall’argentino Etcheverry. Nel corso di un inizio di stagione che stenta a decollare, Flavio lamenta una condizione fisica precaria, dichiarando dopo l’eliminazione da Melbourne: “Non tutti sanno che la mia preparazione non è praticamente mai avvenuta. Non mi sento neanche vicino al 100%. Non mi sento bene fisicamente, non sono in forma e mi mancano sia minuti che palle toccate in campo. Dopo Vienna sono andato in vacanza, ottimizzando i tempi. Per tutta la stagione fino al primo giorno in Australia ho giocato massimo un’ora/un’ora e un quarto. A volte non sono nemmeno riuscito a scendere in campo nonostante lo volessi fare. Anche se non è stato così grave come infortunio, mi ha da fastidio non stare bene quindi è un mix di dolori”.

Iniziata la tournée europea, l’azzurro è andato in cerca di miglior fortune, ma i veloci campi indoor non hanno restituito alcuna gioia a un Cobolli irriconoscibile, sconfitto anche a Montpellier e Rotterdam, dove è stato intercettato dai microfoni del nostro Giovanni Pelazzo, che ha approfondito la misteriosa situazione del giocatore tricolore: “Ci stanno tutti questi risultati, sono abbastanza tranquillo – dichiarava, Flavio, in esclusiva ad Ubitennis – I risultati arriveranno, non c’è fretta“. Una condizione fisica ben lontana dal 100%, nel febbraio del corrente anno, punto nevralgico della stagione di Flavio. Sembra un loop interminabile, e l’andazzo dello swing statunitense aggiunge soltanto perplessità al team del tennista capitolino, a secco di successi dalla sopracitata vittoria con Humbert a Sydney, nella United Cup.

Dopo mesi di buio pesto, torna il sole, o meglio, torna la terra rossa. Atterrato a Bucarest, l’azzurro ritrova il sorriso. All’esordio, in Romania, elimina il navigato Gasquet, interrompendo l’infinita striscia di sconfitte. Flavio si sblocca, sembra un altro giocatore, e sul manto rosso del Tiriac Open, trita avversari su avversari, ritrovandosi in finale con l’arrembante Sebastian Baez, protagonista di una stagione rouge altisonante. L’argentino, forte del titolo a Rio, e della finale a Santiago, sembra essere destinato ad aggiungere in bacheca anche il trofeo di Bucarest. Ma qualcuno, dall’altra parte della rete, ha voglia di riscatto dopo un pallidissimo inverno, e infatti basteranno due set a Flavio per laurearsi campione a Bucarest.

Una manna dal cielo per Cobolli, che ritroverà poi la serenità, e l’entusiasmo, smarrito nei maledetti mesi iniziali del 2025.

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Autor: Pietro Sanò