Elena Pero ricorda Tommasi e Clerici: “Mi sarebbe piaciuto avessero raccontato questi anni”

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Elena Pero ricorda Tommasi e Clerici: “Mi sarebbe piaciuto avessero raccontato questi anni”

Nostalgia, nostalgia, e ancora nostalgia. Questo è il leit motiv percepito durante l’evento “profumo di tennis” ai Murazzi del Po di Torino in occasione delle ATP Finals, ma con una straordinaria carica per continuare a raccontare l’amore per questo sport, l’amore per il tennis cavalcando i proverbiali leoni del tempo. Cambiano i canali espressivi, ma non la professionalità né la carriera longeva. Si tratta di Elena Pero e Ray Giubilo, che rispettivamente con voce e fotografie danno anima e corpo al tennis da diversi anni a questa parte.

Il filo conduttore per entrambi gli ospiti d’eccezione è l’evoluzione del lavoro, diretta conseguenza dell’evoluzione del tennis stesso. Elena Pero è attualmente la telecronista di punta in forza a Sky, ma la militanza per anni accanto a mostri sacri come Rino Tommasi e Gianni Clerici non le ha risparmiato in tempi recenti qualche critica da parte di chi inneggia un estremismo fazioso che un giornalista non dovrebbe mai perpetrare. E’ una delle sfumature sciorinate dalla classe 1978 che ha sì confermato i principi portanti della professione, ma ha sottolineato come sia cambiato il bacino e la qualità dei fruitori:

“E’ cambiato il modo di raccontare le cose? No, è cambiato il modo in cui veniamo percepiti, è cambiato il modo di ascoltare. Ognuno è davanti al televisore, nel senso che il nostro lavoro è rimasto uguale. Siamo sempre noi, ma sono cambiati quelli che sono dall’altra parte. Bisogna raccontare in certe circostanze di essere più divulgativi, bisogna raccontare cose che per noi sono scontate, ma magari non lo sono nel passato di chi guarda, questo un pochino è cambiato. Non è cambiato sicuramente il modo di vedere le cose. Ci vuole obiettività, quella sempre, e la leggerezza che sarebbe un peccato perderla perché rimane patrimonio dello sport.

Una svolta dovuta anche al divampare fragoroso dell’effetto Sinner che ha portato nuova linfa e rinnovata passione per il tennis da parte degli italiani, ma che secondo Pero non si limita ai confini di questa disciplina: Non siamo cambiati noi, è cambiato il pubblico. Abbiamo il numero uno ed è un numero uno per il nostro sport, ma è uno che trascende. Si chiama carisma e interessa non solo al tennis, ma a chi piace lo sport.

Molto sentito, soprattutto dai più âgé, anche il ricordo al proprio mentore Tommasi e al partner storico Gianni Clerici: “Ci siamo rassegnati tutti a ricominciare da capo. Effettivamente, però, io per prima e credo tanti di voi abbiamo la nostalgia. Ci sarebbe piaciuto che Rino Tommasi e Clerici ci avessero potuto raccontare, scrivere, sentire con le proprie voci di questi anni bellissimi. Pensare a loro mi fa venire sempre tanta nostalgia, ma è anche bello vivere questo momento

A fare eco alle parole della telecronista ci pensa Ray Giubilo che con fotocamera a tracollo è stato uno degli addetti ai lavori che ha seguito il passaggio epocale di questo sport verso i media, con i social come ultima tappa. Uno switch che va a inficiare sulla vicinanza che, un tempo, un fotografo poteva avere con un tennista: “All’inizio quando ho cominciato, negli anni 80′, il rapporto con i giocatori era differente perché viaggiavano da soli, c’era un rapporto fotografo-giocatore. Erano gli anni dell’analogico, facevamo le foto, a una certa ora si staccava e si vede il rapporto con il giocatore. Adesso è tutto molto più frenetico, con l’avvento dei social media devi continuamente produrre.

Il fotografo prosegue con la sua analisi, ma è conscio che l’incedere del tempo non si può arrestare e l’unica soluzione è adeguarsi: “E’ cambiato moltissimo il rapporto con il giocatore, ora hanno l’entourage e magari lo conosci per caso, può venire lui a parlare con te o chi vede la foto. Sono cambiati i campi, sono cambiati gli stadi e purtroppo non abbiamo più certi colpi d’occhio, come il centrale di Wimbledon con il vecchio tetto. Bisogna stare al passo, va bene così, mi diverto lo stesso. Si fanno le foto, forse, più belle adesso perché le macchine sono più veloci, la qualità è migliore. Forse c’è un po’ di nostalgia per quello che era il tennis una volta, con i giocatori come Nastase che facevano lo show, ma per l’Italia va benissimo oggi.”

Non passerà alla storia come lo smash di Pete Sampras a Wimbledon nel 1996, ma l’ennesima testimonianza del talento di Ray è l’ultimo frutto del suo operatore divenuto virale: una foto di Jasmine Paolini all’US Open il cui volto è catturato perfettamente tra le corde della sua racchetta. Il fotografo ha commentato così quello scatto: “La foto di Paolini è vera, è stata un colpo di fortuna. Non so spiegarmi neanche io una foto così. Tanti hanno detto che l’ho fatta con l’intelligenza artificiale, ma non è così”.

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