Non c’è stata storia, né modo di illudersi. Lorenzo Musetti non è mai stato in partita con Carlos Alcaraz che ha dominato i suoi turni di servizi fin quando doveva stare attento, cioè i 5 del primo set nei quali ha perso solo 5 punti, vincendo 3 game a 15, uno a 30, uno a 0, e poi nel secondo set quando, avanti di un break sul 3-1, ha concesso a Musetti le due sole palle break di una partita a senso unico nel quinto game. Il 64 61 dice tutto, salvo forse qualche bellissimo scambio e punto che c’è stato nel primo set quando Musetti che aveva cominciato servendo piuttosto bene credeva ancora nelle proprie possibilità e metteva in mostra l’indiscusso talento. Alcaraz lasciava partire le solite fucilate irresistibili di dritto, ma commetteva anche qualche erroruccio finchè sul 4-5 Musetti, nell’entusiasmo generale, si è portato sul 40-15 dando l’impressione di poter agganciare il 5 pari. Lì è stato un po’ sfortunato per via di un net …spagnolo, ma ci ha messo del suo sbagliando un dritto regalo. Due volte vantaggio pari e poi il più bel punto del match se non del torneo, con un paio di recuperi fantastici di Lorenzo che hanno fatto sognare. Ma il sogno è svanito nei tre punti successivi che hanno dato il set ad Alcaraz a 45 minuti dall’inizio e la tranquillità di una gara per lui ormai in discesa. Infatti è bastata un’altra mezzoretta per assegnargli il trono di n.1 a fine 2025, come era quasi scontato che fosse.
La rincorsa di Sinner, penalizzato dai tre mesi di stop e da quei maledetti tre match point non trasformati al Roland Garros, non ha avuto l’esito che qualcuno ancora sperava, ma che il sottoscritto -fin dal momento del sorteggio che aveva piazzato Zverev nel gruppo di Sinner anziché in quello di Alcaraz – aveva valutato come un sorteggio purtroppo maligno per le chance di Jannik di riconfermarsi re del tennis mondiale. “Mi auguro di sbagliarmi, ma difficilmente Sinner dopo questo sorteggio chiuderà l’anno da n.1”.
Infatti avevo scritto…l’unico di quel gruppo che avrebbe potuto battere un Alcaraz in cattiva giornata era il miglior Nole Djokovic, sebbene io fossi assai poco convinto che sarebbe venuto nonostante le dichiarazioni di Angelo Binaghi che invece, chissà perché, aveva garantito il contrario. Ancora ho da capire perché il presidente, di solito cauto, si sia esposto a quel modo. Dopo Djokovic forse poteva essere considerato avversario temibile per Carlitos anche Taylor Fritz, finalista un anno fa in questo stesso palasport.
Non a caso l’unico dei 3 del gruppo Connors che sia riuscito a strappare un set a Carlitos è stato proprio il tennista americano. Lui che, sconfitto da de Minaur per la sesta volta in 11 confronti, è stato il secondo eliminato dopo Ben Shelton che oggi gioca alle 14 contro Sinner un match che vale solo punti e soldi ma non conta per nient’altro. Un’esibizione ben retribuita, di fatto. Sinner, per inciso, ha battuto Shelton per le ultime sette partite di fila, dopo una sconfitta a Shanghai 2023. Eppure Fritz, tornando al suo match contro Alcaraz, può nutrire grossi rimpianti per un paio di pallebreak mancate nel quinto game del secondo set dopo che aveva vinto il primo. Chissà come sarebbe finita quella partita se Taylor li avesse convertiti. Uno, se ricordo bene, se lo è proprio mangiato. E di regali a due passi dalla rete ne ha fatti altri.
Alcaraz verrà premiato oggi alle 14 dal presidente ATP Andrea Gaudenzi con il trofeo spettante al n.1 ATP dell’anno.
Lui chiude da n.1 per la seconda volta. Rafa Nadal è stato il solo altro spagnolo a esser re a fine anno. Lo è stato per 5 anni: 2008, 2010, 2013, 2017 e 2019. Carlitos domani dovrà vedersela in semifinale contro il vincente dello spareggio di questa sera fra Aliassime e Zverev per arrivare alla finale con Sinner che – fate pure gli scongiuri scaramantici del caso – non credo che possa perdere nell’altra semifinale con de Minaur, battuto 12 volte su 12. Che ci perda proprio a Torino per la prima volta sarebbe clamoroso.
Era nell’aria, e l’avevamo anticipato ieri in un articolo che riferiva la conferenza stampa del capitano di Coppa Davis Filippo Volandri, che anche Lorenzo Musetti, sulla scia di Jannik Sinner, avrebbe comunicato la sua rinuncia a giocare la Coppa Davis.
Come ho scritto anche per Sinner, questi tennisti professionisti sono liberi di giocare come di non giocare in Coppa Davis. La loro priorità è il loro lavoro, la loro carriera.
Ciò non toglie, che sebbene la Davis di oggi non abbia più il fascino di quella di un tempo, per noi appassionati queste scelte, questi abbandoni, non possono che procurare un gran dispiacere. Immagino che dispiacciano parecchio a chi aveva comprato i biglietti tanto tempo fa, ma anche al presidente FITP Binaghi che, oggettivamente, ha fatto di tutto per portare le finali per la prima volta a Bologna. E in questo caso meritava maggior fortuna. Ma è anche vero che ha avuto quattro italiani presenti alle Atp Finals, quindi non può lamentarsi troppo.
Ora ritornano in ballo giocatori azzurri che magari avevano già programmato di partire per le vacanze. L’altro giorno avevamo intervistato Lorenzo Sonego nello stand Valmora e lui, pur dando la disponibilità a rispondere a una eventuale convocazione, pareva credere molto poco a quella eventualità. In 48 ore le cose sono cambiate.
Sapremo a breve chi verrà convocato, ma i cinque dovrebbero essere, Bolelli e Vavassori, Cobolli, Berrettini e uno fra Darderi (meglio classificato ma non grande specialista del tennis indoor) e Sonego. Secondo me è più probabile che sia Sonego perché Lorenzo può rendersi utile anche in doppio…e poi recentemente su campi indoor ha battuto sia Cobolli sia Musetti.
Anche se Sinner nei giorni scorsi, prima di immaginare il forfait di Musetti, aveva detto: “L’Italia ha una squadra forte, può vincere la Coppa Davis anche senza me…tanto è vero che lascia fuori squadra anche un giocatore come Darderi che è n.26 del mondo”
Chiunque scenda in campo contro l’Austria, mi stupirei se a Bologna incontrassimo veri problemi. Gli austriaci sono davvero deboli, anche se la Davis è una gara che talvolta esalta un certo tipo di giocatori. Ma già in semifinale venerdì prossimo contro i vincenti del duello fra cugini, Francia contro Belgio, non potremo fidarci del nostro miglior ranking per considerarci favoriti.
Ma di Davis avremo di discutere nei prossimi giorni e per tutta la prossima settimana. Una cosa è certa: non siamo più la squadra prima favorita.
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