ITALIA-Austria 2-0
F. Cobolli (ITA) b. F. Misolic (AUS) 6-1 6-3
BOLOGNA – Conobbi Flavio Cobolli nel 2020 quando, tra un’ondata di Covid e l’altra, si stava affacciando timidamente nel circuito Challenger. Era un giovane uomo di 18 anni che giocava ad apparire più grande, esibendo un po’ di romanesca guasconeria. Avrei scoperto velocemente come quello fosse solo un atteggiamento che dissimulava un animo gentile e una grande sensibilità.
Seguendo i Challenger ho vissuto tutte le fasi della sua carriera, dal “bravino… però”, alla piena maturità che l’ha portato in questa stagione a timbrare il suo best ranking alla posizione n.17, tra l’altro con due bei titoli ATP in bacheca (Bucarest e Amburgo). E nella piena maturità di un atleta di livello, mutatis mutandis, ci sta sempre la Coppa Davis. Non staremo qui a ripetere quanto la Davis sia diversa da tutti gli altri tornei, quando il problema è sempre e solo capire se ne senti l’atmosfera o non la senti.
E Flavio la sente profondamente, come ci dimostrò lo scorso anno quando, sempre qui a Bologna, batté Tallon Griekspoor, portando il suo mattoncino sulla strada di Malaga e del secondo trionfo consecutivo della nostra nazionale. Quest’anno si gioca un match ancor più pesante, perché non parliamo delle qualificazioni ma delle Finals, e di un improvviso ruolo da titolare e numero 1 che gli è toccato per le ben note defezioni di Sinner e Musetti. Lunedì in conferenza stampa l’avevamo visto sereno e sorridente ma, consapevoli delle sue capacità mimetiche, non sapevamo quale fosse la sua vera disposizione di spirito.
Soprattutto dovendo affrontare il numero 1 austriaco Filip Misolic (n.79 ATP), avversario non fenomenale ma sicuramente rognoso assai. Cobolli ha ben presto fugato ogni dubbio con una partenza sprint che l’ha portato a strappare subito il servizio all’avversario con un meraviglioso rovescio lungolinea. E un nuovo break nel quinto gioco metteva in discesa la strada di questo primo set, che si chiudeva con un nettissimo 6-1.
Non diversamente inizia il secondo set, in cui l’azzurro ottiene l’ennesimo break nel secondo game, break che difende senza troppi patemi fino a tagliare trionfalmente il traguardo con un 6-1 6-3 in poco più di un’ora di gioco. Le statistiche confermano impietosamente la schiacciante superiorità dell’azzurro che prevale in ogni voce, portando a casa ben 16 punti in più dell’avversario. Venerdì l’Italia sfiderà il sorprendente Belgio per guadagnare la terza finale consecutiva e, perché no, per Flavio per prendersi una bella rivincita contro Zizou Bergs, che l’anno scorso lo batté nel suo esordio assoluto in Davis.
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