Coppa Davis, Sonego: “Sinner? Qui ci manca anche come amico”. Cobolli: “Spero di mettere più paura agli avversari”

0
3
Coppa Davis, Sonego: “Sinner? Qui ci manca anche come amico”. Cobolli: “Spero di mettere più paura agli avversari”

Mercoledì 19 novembre, ore 16, Bologna, Davis Cup Finals. L’Italia, campione in carica delle ultime due edizioni (2023 e 2024), esordirà ai quarti di finale contro l’Austria (qui un profilo della loro squadra), che si è detta fiduciosa riguardo questo tie, nonostante capitan Jurgen Melzer sia consapevole che il suo team sia sfavorito contro gli azzurri. Oltre alla consueta conferenza stampa pre-torneo, i protagonisti italiani sono stati intervistati anche da Sky Sport. Capitan Filippo Volandri ha fatto sapere che vorrà pensare match per match, evitando quindi di mettere troppa pressione a sé stesso e alla squadra. Ma non solo lui. Anche Flavio Cobolli, Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini hanno rilasciato delle dichiarazioni. Di seguito, le loro parole ai microfoni di Sky Sport.

Cobolli: “Abbiamo visto tutti insieme la partita tra Sinner e Alcaraz”

“La nostra forza è che qui non c’è nessun numero uno”, spiega Flavio. “Siamo tutti numeri uno e stiamo cercando di dare il meglio per farci trovare pronti mercoledì. Siamo sicuri che potremo fare un grande cammino tutti insieme. Abbiamo una squadra fortissima. È vero che ci mancano due grandi pedine (Sinner e Musetti, ndr), però credo che la nostra grande forza di appartenenza a questa competizione e a questa nazione ci renderà più forti nel nostro cammino”.

Io sto dando il meglio di quello che posso dare, racconta Cobolli, che negli ultimi mesi non ha raccolto molti successi, ma…. “Mi sento sicuramente un giocatore molto forte in questo momento. Ho una grande fiducia, mi sto allenando bene e sto facendo le cose fatte bene. Credo che questo mi stia dando sempre più consapevolezza nel migliorare, nell’essere riconosciuto adesso come un giocatore fastidioso e non facile da incontrare. Spero che agli occhi degli altri adesso possa mettere un po’ di paura.

Jannik è per me, in primis, una grande ispirazione e motivazione, ammette il tennista romano. “Sta facendo delle cose eccezionali. Siamo tutti orgogliosi di lui e ci sta dando tanta forza. Non è qui con noi, ma la sua presenza si fa sentire anche se non è qua. Credo sia una persona umile, con grandi valori e questo dà una grande mano a tutti noi. Ci possiamo solo congratulare per quello che sta facendo. Speriamo che un giorno riusciremo ad avvicinarci sempre di più a loro due. Noi siamo uno spogliatoio unito anche in questo. Abbiamo visto tutti insieme la partita di Jannik. Abbiamo tifato per lui. Ci dà sempre la motivazione per cercare di rendere al meglio, perché non possiamo essere così tanto sotto. Dobbiamo tirare fuori il meglio per rendere così anche noi orgoglioso il pubblico italiano”.

Sonego: “Tra di noi del gruppo si crea una magia”

“Secondo me tra di noi del gruppo si crea una magia, racconta Lorenzo, di recente separatosi da coach Fabio Colangelo e convocato all’ultimo da Volandri. “Siamo molto amici e siamo tanto affiatati. Ce la godiamo: ci divertiamo tanto prima, durante le partite e anche dopo. Riusciamo a fare gruppo e questa, secondo me, è la cosa più importante che ti rimane più che la vittoria o la sconfitta. Quello che si vive in questa settimana è qualcosa di unico ed è bello farlo con degli amici. Questo ti dà la voglia di tirare fuori sempre qualcosa in più e giocare così in maniera ancora più competitiva. Poi ovviamente farlo qui a Bologna è ancora più speciale. L’atmosfera è unica”.

Sulla finale Sinner-Alcaraz a Torino, invece: “È stato stupendo, più che altro perché si è visto a fine partita quanto Jannik ci tenesse a vincere. Lui non è uno che fa tante esultanze. Il fatto di buttarsi per terra ha fatto capire quanto lui volesse quel successo. L’ha voluta ancora di più di Carlos. Hanno giocato una partita incredibile. Jannik è fenomenale. Ci mancherà in questa Davis, non solo perché ci porta sempre buoni risultati e un ottimo contributo, ma anche perché è un amico ed è bello passare del tempo con lui.

“Per quanto mi riguarda” – aggiunge –è un momento molto positivo devo dire (ha raggiunto gli ottavi al 1000 di Parigi e la semifinale nel 250 di Metz, dando poi otto come valutazione alla sua stagione, ndr). Ho delle buone sensazioni, ho affrontato dei buoni allenamenti e altrettanto buoni tornei. Sono contento. Da qui devo ripartire anche la prossima stagione. Sarà importante continuare così come ho finito l’anno e darci dentro con gli allenamenti. Spero che nella prossima stagione riuscirò a togliermi delle belle soddisfazioni”.

Berrettini: “Cobolli? La nostra storia merita di essere raccontata più spesso”

Non so se sono il leader di questa squadra, afferma Matteo, reduce dai quarti di finale a Vienna e Metz. “So però che ho tanta voglia di stare qua. È sempre un grandissimo piacere e un onore. Capisco benissimo le scelte di entrambi i ragazzi che non sono venuti. Hanno dimostrato negli anni scorsi di essere presenti: abbiamo vinto e perso insieme. Sono sicuro che non sarà l’ultima chance per giocare la Davis. Quindi, andiamo avanti con un gruppo compatto, fortissimo, con tantissimi giocatori. Abbiamo lasciato a casa un ragazzo che è 26 del mondo (Luciano Darderi, ndr). Siamo veramente una nazionale fortissima. E io sono felice, perché quando metto addosso questa tuta, stando qui e sentendo questo tipo di energia, mi fa sempre stare bene”.

Sul movimento tennistico italiano, invece: “Sicuramente fa piacere. Secondo me è giusto ricordare anche il buon Fabio Fognini che ha fatto una signora carriera: ha vinto il Masters 1000 di Monte Carlo, è stato top 10 e ha portato avanti la Davis per tanti anni insieme ovviamente alla squadra dell’epoca. Mi sento un tassello importante del tennis italiano. Ci sono state le ragazze prima di me. E adesso Jas e Sara stanno facendo delle cose pazzesche. Quindi, il movimento è sicuramente molto sano. Mi fa piacere che ci siano tanti ragazzi, perché ci alleniamo insieme, miglioriamo insieme e ci stimoliamo a vicenda. Avere la chance di poter entrare ogni volta in campo e pensare di poter vincere un tie di Coppa Davis vuol dire che stiamo facendo le cose fatte bene.

Tornando poi ai due dominatori del circuito, Sinner e Alcaraz: “Loro due sono necessari per migliorare e per continuare a spingersi non so fino a dove, perché questi continuano a migliorare. È una cosa impressionante. Ce lo hanno dimostrato anche Rafa, Roger e Novak e ce l’hanno proprio detto che sono migliorati sia grazie alle vittorie, ma anche per merito delle sconfitte subite uno contro l’altro. Jannik e Alcaraz sono destinanti a giocarsi i tornei più grandi. L’hanno fatto quest’anno e lo faranno anche nei prossimi anni. Noi siamo lì a guardare e a cercare di imparare, migliorare e provare poi a batterli eventualmente”.

Infine, Berrettini racconta un pezzo della sua storia che si interseca con quella di Cobolli. Giocando nei circoli quando erano ragazzini, fino a passare entrambi a esibirsi ora nei migliori palcoscenici del mondo. “Sarebbe da parlarne per tanto tanto tempo. Hai tirato fuori un argomento speciale, perché con Flavio abbiamo condiviso tantissime cose. Mi sono allenato con il padre, siamo tutti e due di Roma e abbiamo avuto, secondo me, percorsi simili. Siamo cresciuti fondamentalmente nei circoli di tennis. Non ci siamo allontanati per andare in altri posti“.

“Siamo cresciuti a casa e credo che questa sia una storia sempre più comune nel tennis, ma non così facile da trovare nel passato. La cosa di guardarci indietro ogni tanto va fatta. Tutti partono come bambini che cercano di acchiappare la pallina e poi, piano piano, ti ritrovi catapultato sui campi di Wimbledon. Quel percorso è veramente velocissimo da fare e, secondo me, è forse la parte più bella e che merita di essere raccontata di più perché è il viaggio, non è l’arrivo.

O que achou dessa notícia? Deixe um comentário abaixo e/ou compartilhe em suas redes sociais. Assim conseguiremos informar mais pessoas sobre o que acontece no mundo do tênis!

Esta notícia foi originalmente publicada em:
Fonte original