Coppa Davis, Rodionov: “La pressione mi ha influenzato. Perché sono 177 del mondo? Se vedeste 30 mie partite …”

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Coppa Davis, Rodionov: “La pressione mi ha influenzato. Perché sono 177 del mondo? Se vedeste 30 mie partite …”

Dopo la sconfitta nel match d’apertura dei quarti di Coppa Davis contro l’azzurro Matteo Berrettini – per il romano nona vittoria consecutiva in singolare con la Nazionale, la settima considerando anche il doppio – Jurij Rodionov ha analizzato in conferenza stampa le fasi salienti dell’incontro, terminato 6-3 7-6(4) in favore del tennista italiano. L’austriaco ha commentato la partita, soffermandosi su pressione, concentrazione e gestione dei momenti decisivi. Di seguito, le sue dichiarazioni.

D. C’era molto rumore lì dentro. C’era tanta gente. Anche tu avevi molto sostegno, molti fan. Riuscivi a sentirli? Come ti hanno sostenuto?
Jurij Rodionov: “Penso che in queste condizioni, con così tanta gente, a volte sia difficile distinguere le lingue. Cerchi solo di rimanere concentrato, di concentrarti su te stesso, sul tuo gioco, sul piano di gioco che avevo concordato con Jurgen. A volte, ovviamente, quando gridavano il mio nome, quando cantavano in tedesco, soprattutto se ero dalla parte della mia panchina, riuscivo a sentirli. Onestamente, ho pensato che la soluzione migliore per me fosse ignorarli il più possibile, perché ovviamente se avessi fatto un punto vincente, forse 500 persone avrebbero tifato per me, mentre se avessi fatto un doppio fallo, 10.000 persone avrebbero tifato contro di me. È una grande differenza. Ho cercato solo di trattenermi e di restare concentrato su me stesso.

D. Guardando il secondo set: in vantaggio di un break, poi Matteo rimonta. In quella fase, con il break, hai avuto un po’ di delusione? Qual era la situazione?
Jurij Rodionov: “Beh, sul 5-3, devo dire che mi sono innervosito. Ho smesso di fare il mio gioco, sono diventato troppo passivo, sperando solo che Matteo commettesse degli errori. Sì, purtroppo la pressione mi ha influenzato. Ma poi sul 5-4, penso che tutti abbiano potuto vedere che ero ovviamente deluso per non aver chiuso il set. Tuttavia, ho dimenticato abbastanza rapidamente gli errori che avevo commesso e ho cercato di concentrarmi sullo step successivo. Era 5-4. Ero in vantaggio per 40-0 in quel game, quindi avevo tre set point. Penso che la mia reazione al non aver convertito il mio servizio sia stata buona. Ho tenuto duro. Sono rimasto calmo. Purtroppo poi sul 40-0 Matteo ha giocato un servizio davvero ottimo.

D. Soprattutto durante il secondo set, cosa ti ha detto Jurgen Melzer per aiutarti a rimetterti in carreggiata dopo che Berrettini aveva recuperato il break?
Jurij Rodionov: “Mi ha detto soprattutto di restare concentrato, di lottare fino alla fine, di non perdere la calma, di continuare a combattere, e credo di aver fatto un ottimo lavoro. Sì, voglio dire, in queste condizioni, in quella situazione, non c’è molto altro che puoi fare, non c’è molto altro che puoi dire, soprattutto dal punto di vista tecnico. Ho cercato solo di rimanere concentrato su me stesso, di continuare a lottare, di non mollare. Ci sono riuscito. Purtroppo, però, non è stato sufficiente.

D. Come spieghi il fatto di essere solo al 177° posto nella classifica mondiale? Onestamente hai giocato molto meglio di quanto dica la tua posizione in classifica
Jurij Rodionov: Beh, onestamente mi faccio questa domanda da quando ho 18 anni. Voglio dire, penso che molte persone che mi guardano giocare questo tipo di partite si facciano la stessa domanda. Mi vedete giocare solo una partita. Se mi vedeste giocare 30 partite, penso che avreste la vostra risposta (sorride, ndr.).

“Questa è una delle cose che mi riesce più difficile nella mia carriera, giocare in modo costante, come ho fatto in Ungheria dove ho battuto Fucsovics 6-1, 6-2, dove ho giocato in modo incredibile. Poi, dopo la Coppa Davis, ho giocato quattro Challenger e il mio miglior risultato sono stati i quarti di finale. A volte è difficile da spiegare. Sì, è un problema che ho da molti anni. Ovviamente sto cercando di risolverlo. Se fosse facile, non avrei questo problema.

D. È stata una stagione fantastica per te quest’anno in Coppa Davis. Cosa porterai con te dalla stagione attuale a quella futura?
Jurij Rodionov: “Onestamente, penso di avere tutti gli strumenti necessari per migliorare la mia posizione in classifica. Devo solo trovare il modo di metterli in pratica con costanza, partita dopo partita, settimana dopo settimana, giocare come so fare, fare le cose che so fare, e allora penso che tutto andrà al suo posto. Purtroppo negli anni precedenti non sono riuscito a farlo molto spesso. Onestamente, non sono una persona molto ottimista in generale (sorride).

Ma sì, ho un ottimo team intorno a me, molte persone che mi conoscono molto bene e cercano di aiutarmi il più possibile. Alla fine dei conti, è una mia scelta se voglio fare l’ultimo passo in avanti. Sì, voglio dire, non avrebbe molto senso per me essere qui e dire che non ce la farò. Ovviamente sto facendo del mio meglio per riuscirci. Naturalmente sto cercando di prendere le decisioni giuste e di lavorare sul mio gioco. Il tempo dirà se sarò in grado di farlo.

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