Jaume Munar ha messo a segno il colpo di giornata. Lo spagnolo, numero 36 del mondo, batte in due set il più quotato Jiri Lehecka, 17 ATP, e regala alla Spagna il punto dell’1-1, rimandando i verdetti al doppio decisivo. Il 2025 è stato un anno di crescita per Jaume, approdato al best ranking.
Non è un Munar di molte parole quello che si presenta in conferenza stampa, ciononostante non nasconde tutta la soddisfazione per aver permesso alla sua squadra di sperare ancora nella semifinale.
D: Sei arrivato a questa partita dopo averne perse due contro di lui in precedenza. Cosa è cambiato oggi?
JAUME MUNAR: “Avevo abbastanza fiducia nel mio tennis. Non importa chi ho davanti. Questa è la prima cosa e la più importante. Poiché quest’anno ho giocato davvero bene indoor, ero davvero fiducioso. Questo è l’aspetto principale. Poi, sì, due partite perse contro Jiri, ma sentivo di poter fare qualcosa di diverso rispetto alle ultime volte. Non molto di più che stare lì punto dopo punto e cercare di applicare la mia strategia, e servire alla grande come ho fatto oggi. Questa è stata la cosa fondamentale”
D: Come ti sei sentito entrando in campo per la partita, considerando che i cechi avevano vinto il primo match? Ti sentivi nervoso o ansioso, sotto pressione?
JAUME MUNAR: “No, questo è qualcosa su cui lavoro da Marbella. In Spagna l’avevo sentita un po’ quella volta, ma non oggi. Come ho detto, ero molto concentrato sul mio tennis, sui miei obiettivi, sulla mia strategia, cercando di portarla in campo oggi. Questa era la cosa principale nella mia testa. Nient’altro”
Munar alla stampa spagnola: “Nadal e Ferrer esempi da seguire. Dobbiamo avere fiducia anche senza Alcaraz”
In seguito, Munar risponde alle domande della stampa spagnola, che, oltre alla partita contro Lehecka, vertono sull’assenza di Carlos Alcaraz.
Sulla prestazione offerta ha poco da dire, se non di essere felice di tutto ciò che è riuscito a fare, soprattutto del cinismo nel capitalizzare la manciata di occasioni avute: “Mi sono visto su un buon livello in generale; non è stato niente di straordinario, è stata una partita indoor. Entrambi abbiamo servito bene, uno ha sfruttato più opportunità, e fine della storia. Non è il mio tipo di tennis preferito, però questa è la realtà del tennis e mi sono concentrato su questo: servire bene, essere solido durante la partita e cogliere le opportunità, che sono state poche. Ho risposto poco, ma quel poco che ho avuto l’ho sfruttato”.
Il focus, poi, si sposta sull’analisi da un punto di vista prettamente mentale. Migliorarsi come giocatore porta inevitabilmente a un incremento della fiducia in se stessi e nei propri mezzi.
“La fiducia, dico sempre, mi parlano molto di aspetti mentali, e ovviamente ci lavoro con Lorena, ma la realtà è che sono un giocatore di tennis migliore. Quando costruisci un giocatore migliore, con colpi migliori, questo si accentua. La fiducia cresce man mano che lavori. Sono cresciuto molto a livello tennistico e questo mi ha dato gli strumenti per trasformarlo in fiducia. Indoor sono meglio: non ci sono cose che ti danno fastidio, è una superficie in cui, servendo molto bene, va bene, e lì mi sento a mio agio”.
Infine, è interrogato sull’assenza di Carlos Alcaraz, materializzatasi a poche ore dall’esordio della Spagna in Davis. Una mancanza su cui, secondo Munar, non ci si dovrebbe soffermare più di tanto, benché si tratti del numero 1 al mondo, in favore della lezione di garra che negli anni hanno insegnato David Ferrer e Rafael Nadal.
“Per quanto mi riguarda, avevo piena fiducia con o senza Carlos, e bisogna aggrapparsi a ciò che si ha, senza restare a pensare a quello che avremmo voluto. Abbiamo tanto, e questa è la nostra mentalità; è stata la nostra forza anche quando c’erano Nadal e Ferrer, che sono i massimi esempi di quella grinta, e ora tocca a noi fare lo stesso. Porto in campo passione e voglia. Lo ha fatto anche Pablo, nonostante il risultato non sia stato positivo”
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