Normalmente i bolognesi vengono al PalaFiera a vedere le partite di basket della Virtus Bologna, in attesa che sia pronto il nuovo Palasport, sempre in zona Fiera. Virtus che nel frattempo è stata esiliata nel vecchio e storico PalaDozza, in pieno centro, proprio per lasciare spazio ai campioni della racchetta. E’ il quarto anno che la Coppa Davis fa tappa a Bologna, ma, dopo tre anni di gironi di qualificazione, è la prima volta che da qui una squadra uscirà sollevando il trofeo. Ulteriore dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di come l’Italia, dopo anni di anonimato, sia ormai la vera capitale del tennis mondiale, sia per classifica che per capacità organizzative.
E peccato che Jannik Sinner e Lorenzo Musetti abbiano dato entrambi forfait, lasciando la squadra inevitabilmente indebolita, ma non rassegnata. Il percorso prevede l’esordio mercoledì ore 16 contro l’Austria (5-1 per noi i precedenti) e poi, in caso di risultato positivo, la vincente della sfida di martedì tra Francia e Belgio. Ma a proposito della squadra indebolita ma non rassegnata siamo andati a sentire in conferenza stampa cosa ne pensa capitan Filippo Volandri.
Coppa Davis, le parole dei protagonisti azzurri
D: Filippo cosa provi a ritrovare Melzer che ti affrontò tanti anni fa nella sua prima finale ATP?
Filippo Volandri: “Effettivamente ci conosciamo da tanto tempo e posso solo dire che è un bravissimo ragazzo e che è un vero piacere ritrovare”.
D: Prevedi sorprese?
Filippo Volandri: “Sono capitano da 5 anni e non mi stupisco più di nulla. La Coppa Davis non è un torneo normale. Qui il ranking conta relativamente e le sorprese sono all’ordine del giorno”.
D: Flavio ti senti il leader di questa squadra?
Flavio Cobolli: “Assolutamente no. Sono il più giovane e sicuramente non sono io il leader. Ma la nostra forza è il gruppo, il fatto che possiamo aiutarci l’un l’altro”.
Matteo, cosa provi ad essere qui?
Matteo Berrettini: “Sono davvero felice di essere qui a rappresentare ancora una volta il mio paese in una manifestazione dove sono consapevole che il ranking conti fino a un certo punto, come diceva Filippo, e con tante sorprese sempre in agguato”.
D: Che emozione è per te Simone giocare nella tua città?
Simone Bolelli: “Per me è un onore essere qui con compagni che conosco da tanto tempo. E giocare in Italia è un extra da tutti i punti di vista. In una competizione che è diversa da tutte le altre”.
D: Andrea, come senti il vostro livello attualmente?
Andrea Vavassori: “La nostra confidenza è cresciuta di torneo in torneo. Siamo in un ottimo momento“.
D: Lorenzo, le tue sensazioni?
Lorenzo Sonego: “Sono felice di essere qui con questi ragazzi con cui ho una lunga frequentazione. Cercherò di godermi la competizione e di dare il massimo“.
D: Matteo l’anno scorso hai portato punti pesanti. Quest’anno con l’assenza di Jannik e Lorenzo percepisci ancor di più la responsabilità?
Matteo Berrettini: “La responsabilità è sempre relativa perché quando ti presenti qui sai di essere pronto. Poi quando si entra in campo con la maglia azzurra sai di avere la responsabilità di dare tutto ma non quella di vincere o perdere. Perché si vince e si perde tutti assieme. Non credo di avere un ruolo diverso dagli altri“.
D: Matteo e Flavio, vi ricordo in un video al Lemon Bowl di tanti anni fa. E poi Flavio sei contento di aver scelto il tennis invece del calcio?
Flavio Cobolli: “Liquidiamo subito l’argomento calcio, ero già contento della mia scelta da prima. Evidentemente il calcio non faceva per me. Quanto a Matteo nemmeno mi ricordavo di quel video e quando l’ho visto mi ha emozionato molto. Matteo è per me un punto di riferimento per tutto e penso che per entrambi sia un sogno far parte di questa strada”.
Matteo Berrettini: “Cerchiamo di non essere troppo sentimentali (ride, ndr) e concentriamoci sugli impegni che ci aspettano. In quel video eravamo proprio piccoli piccoli e alla Coppa Davis nemmeno ci pensavamo. E’ stato bellissimo fare questo percorso assieme e bellissimo ritrovarci qui“.
D: Matteo sei sorpreso che i dati di ascolto del tennis superino il calcio?
Matteo Berrettini: “Sicuramente il match di ieri di Sinner era più importante di una partita di calcio di qualificazione. In ogni caso è incontestabile che la gente si sia proprio appassionata alle nostre storie. Sicuramente grazie a Jannik che è il numero 1…anzi numero 2 se no Carlos si arrabbia (ride, ndr)”.
D: Flavio baratteresti una vittoria in Coppa Davis con lo scudetto della Roma?
Flavio Cobolli: “Assolutamente no. Lo scudetto della Roma lo baratterei solo con una vittoria in un torneo di singolo”.
Il fatto che sia parlato tanto di Davis per i motivi sbagliati vi motiva di più?
Filippo Volandri: “In Davis non servono ulteriori motivazioni, basta il fatto di giocare per la nazionale”.
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