“È il giorno più bello della mia vita”. Queste le prime parole di Flavio Cobolli dopo la schiacciante vittoria ottenuta ai danni dell’austriaco Misolic, proprio durante la sua prima apparizione alla Final 8 di Coppa Davis con la maglia azzurra. Il tennista capitolino è stato chiamato in causa per chiudere la pratica “Austria” e accedere alle semifinali, dove l’Italia di Volandri sfiderà il Belgio. Ecco cos’ha detto Flavio Cobolli in conferenza stampa.
D. Flavio, come ti senti?
Flavio Cobolli: “Mi sento benissimo. È stata una partita fantastica. Alla fine mi sono commosso un po’, giocare con la maglia azzurra è sempre un sogno. Ho giocato una partita incredibile, quindi sono davvero felice per la mia prestazione, ma anche per la vittoria”.
D. Stamattina hai provato nervosismo o pressione in più, essendo il numero uno italiano che gioca in casa?
Flavio Cobolli: “Come al solito. Mi piace la pressione, mi piace giocare questo tipo di partite. Quando ho pressione, significa che ho voglia di giocare, quindi mi sento benissimo. Ho dormito bene, molte ore, quindi… Alla fine ero felice“.
D. Puoi dirci qualcosa sul tuo prossimo avversario, la squadra belga?
Flavio Cobolli: “Sono una squadra davvero solida. Conoscevo quel ragazzo perché Collignon ha la mia stessa età, lo conosco da molto tempo. Gioca molto bene, specialmente in Coppa Davis. Ha vinto due partite incredibili con l’Australia. Ho giocato a Bologna l’anno scorso con Zizou, quindi conosciamo molto bene anche lui. Siamo pronti ad affrontarli. Ogni partita però è diversa, dobbiamo mettere tutta la nostra energia per giocare il nostro miglior tennis”.
D. Flavio come vuoi essere “gestito” quando sei in nazionale? Più o meno già come sei con tuo papà, oppure ti piace un metodo diverso?
Flavio Cobolli: “Ovviamente qua è una competizione diversa, ci sono molte più persone rispetto a un torneo normale. Io provo ad essere sempre me stesso e adesso ho un team che mi conosce meglio e sa come prendermi. Filippo e i membri dello staff mi hanno aiutato tanto in questi giorni, ma lo fanno, come ha detto Filippo prima, durante tutto l’anno. Li sento sempre molto vicini e quando sono venuti qui l’anno scorso a Bologna e quest’anno, per me è sempre più facile perché è già una situazione che conosco, sono già momenti che ho vissuto durante l’anno e quindi è come se fossi in famiglia, è come se fosse un team un po’ più grande rispetto al solito, ma molto unito, molto compatto e che lotta per lo stesso obiettivo”.
D. Sentite l’entusiasmo di questa cosa, ma anche un po’ la responsabilità? Come la vivete?
Flavio Cobolli: “C’è dietro un sistema che funziona da tanti anni. Io ci sono cresciuto e mi hanno sempre dato una grande mano nel mio percorso. Abbiamo rispettato tutti i tempi per i miglioramenti necessari. Ho da tanto tempo ragazzi della federazione, coach, preparatori e mental coach che lavorano anche un po’ per me durante l’anno. Mi aiutano a migliorare, mi aiutano a crescere. Siamo sempre in contatto e questo mi aiuta nel percorso. Quindi c’è proprio dietro un grande lavoro per poi raggiungere questo tipo di risultati”.
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