L’ascesa della baby-star russa Mirra Andreeva ha mischiato le carte nello scenario del tennis femminile, facendosi prepotentemente largo nella Top Ten, e raggiungendo la seconda finale ‘1000’ consecutiva, dove, sul suolo californiano, sfiderà Aryna Sabalenka per il titolo del BNP Paribas Open. La diciassettenne di Krasnojarsk è già diventata l’incubo della numero due del mondo Swiatek, sconfitta anche ai quarti di finale di Dubai soltanto poche settimane addietro.
Lo smisurato talento di Andreeva – già medaglia d’Argento, in doppio, a Parigi ’24 – ha subito una profonda trasformazione dal momento in cui Conchita Martinez è entrata a far parte del team della russa, nell’aprile 2024. In una recente intervista concessa a l’Équipe, l’ex tennista spagnola ha rivelato parecchi dettagli sulla collaborazione col baby prodigio classe ‘2007, che ha celermente bruciato le tappe riservandosi un posto tra l’élite del tennis femminile: “La vedevo come una giocatrice con un enorme potenziale. Nel gioco era solida, ma troppo passiva, un po’ troppo lontana dalla linea di fondo – ha dichiarato l’ex campionessa di Wimbledon a proposito di Andreeva, ancora prima che entrasse a far parte del suo team – ho capito subito su cosa volevo lavorare: il gioco di gambe e la mobilità. Ma anche il suo dritto, per renderla più aggressiva, così come la sua lettura del gioco e il suo modo di prendere decisioni”.
Mirra non solo gioca in modo fenomenale, ma assorbe in modo repentino anche i suggerimenti di Conchita, che smussa senza intoppi gli angoli della diciassettenne, da subito in perfetta simbiosi con la leggenda spagnola: “C’era una vera e propria chimica. Vedevo il suo desiderio di ascoltare e imparare, ed era molto aperta a tutto ciò che potevo darle. Abbiamo sviluppato un ottimo rapporto. Abbiamo lo stesso senso dell’umorismo, lei capisce le mie battute e io le sue… credo che il buon umore reciproco rafforzi il nostro legame”. I risultati delle prime settimane, con Martinez al suo angolo, sono più che discreti per Andreeva: quarti di finale a Rouen, e medesimo risultato nel ‘1000’ di Madrid, fermata da una spaziale Sabalenka. I progressi, però, sono evidenti, e Mirra si vendica rapidamente della bielorussa, piegata in tre set – il mese successivo – in una dolorosa sconfitta sul Philippe Chatrier, dove la diciassettenne porrà fine al suo cammino a causa del formidabile exploit di Jasmine Paolini. “Contro l’azzurra ha giocato con troppa tensione, non si è mossa bene come al solito e ha commesso molti errori. Dopo la partita, si è presa il tempo per riflettere. Prima di giocare di nuovo con Paolini a Cincinnati (in agosto), mi ha detto: “Ora tocca a me! è il mio turno”. E ha vinto”.
Il modus operandi di Conchita Martinez si sposa perfettamente con la personalità di Mirra, genuina e predisposta al sacrificio per migliorarsi, ma mai rinunciataria al sorriso e allo star bene psicologicamente, componente messo a fuoco proprio dall’allenatrice spagnola: “Le piace scherzare e divertirsi. Questo non è un difetto, al contrario, l’equilibrio è eccellente. Non si vuole una persona troppo seria, così matura da perdere la spontaneità. La cosa positiva è che sorride quasi sempre”. A proposito di ciò, la giovane russa ha intrapreso anche un percorso con uno psicologo, per migliorare la gestione delle emozioni in campo: “Per me era essenziale passare al livello successivo – ha specificato la coach – Ne avevamo già parlato l’anno scorso, dopo Wimbledon, e abbiamo trovato la persona giusta. Ecco perché stiamo lavorando con lei, per aiutare Mirra a migliorare in diverse aree: atteggiamento, routine, motivazione. Sto già iniziando a vedere dei miglioramenti”.
I risultati straordinari ottenuti ultimamente da Andreeva hanno tremendamente alzato l’asticella della giocatrice russa, che nonostante la sua giovane età, è già sottoposta a enormi pressioni da parte dei media e dei tifosi, desiderosi di vederla lottare per un trofeo del Grand Slam, spodestando dunque le prime della classe: “Se avrà pazienza, e continuerà a imparare senza affrettare i tempi potrà diventare una grande giocatrice e vincere diversi Grandi Slam – ha affermato Martinez – Ma, come continuo a dirle, bisogna tenere i piedi per terra. Finché sarò qui, non voglio vederla montarsi la testa: sarebbe un grosso errore”.
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Autor: Pietro Sanò