Gli ottimi risultati raccolti da Lorenzo Musetti nell’ultimo periodo sono sotto gli occhi di tutti. Dalla finale di Monte-Carlo all’ingresso (da lunedì prossimo) nella Top 10 ATP, il talentuoso tennista carrarino sta vivendo una delle fasi più positive della sua giovane carriera. Oltre al gran lavoro del suo storico coach Simone Tartarini, dietro i successi di Lorenzo vi è pure l’impronta – silenziosa, ma autorevole – dell’ex capitano azzurro di Coppa Davis Corrado Barazzutti, uno che non ha certo bisogno di presentazioni e che nel corso della sua carriera è riuscito a spingersi fino alla settima posizione del ranking maschile.
Barazzutti – che segue il percorso di Lorenzo scorso anno – ha rilasciato un’interessante intervista al Corriere Dello Sport, concentrandosi principalmente sui progressi messi in atto da Musetti in questi ultimi mesi. A cominciare da una tenuta mentale più solida rispetto alle stagioni precedenti. “Lorenzo è sempre stato un giocatore dal potenziale importante“. Ha sottolineato l’ex capitano azzurro. “In prospettiva, uno di quelli con il miglior tennis al mondo. Lo scorso anno però gli mancava continuità, ordine e un po’ di fiducia in sé stesso, facendo sì che solo sporadicamente riuscisse ad esprimersi al meglio. Però era solo questione di continuità e Tartarini stava già lavorando per dare continuità a queste doti“. Insomma, delle parole importanti quelle spese nei confronti del finalista dell’ultima edizione del Masters 1000 di Monte-Carlo.
Anche in chiave futura. “Dopo Sinner e Alcaraz, in prospettiva ci sono Draper, Fonseca, Mensik e altri“. Ha spiegato Barazzutti al collega Lorenzo Ercoli. “Ecco, Lorenzo rientra nel novero di questi. Come loro, può ambire a diventare il più forte del mondo. Perché non dovrebbe provarci? Sta dimostrando il suo valore, ma soprattutto una straordinaria capacità di migliorarsi. Ha già compiuto un passo fondamentale: riequilibrare il suo talento con un tennis più concreto. Poi serve lavoro quotidiano. I risultati, quelli, arrivano di conseguenza“.
Poi l’attenzione dell’ex numero 7 del mondo (un traguardo raggiunto nell’Agosto del 1978) si è spostata sul sunnominato Simone Tarartini: “Per me Simone non può essere messo in discussione: ha portato in Top 10 un bimbo a cui ha insegnato a giocare a tennis. Lorenzo era già tra i ragazzi più forti al mondo, nel 2022 vinse la finale di Amburgo contro Alcaraz, non dimentichiamolo. Tutti possono parlare, certo, ma alla fine contano i fatti. E da questo punto di vista, Tartatini è inattaccabile. Che piaccia o no, è uno dei migliori coach in circolazione: ha scoperto, costruito e sta guidando uno dei giovani più forti del circuito. Io sono stato chiamato per dare una mano: spero di averlo fatto e di continuare a farlo“.
Idee chiare, chiarissime quelle esposte da Barazzutti durante l’intervista. Anche per ciò che concerne il ritorno di Sinner: “Credo che sarà nelle condizioni perfette per farsi valere. Questo è ciò che ho sostenuto in questi mesi. Jannik non era infortunato, e anzi, giocatori del suo livello non disputano tantissimi tornei rispetto ad altri: si prendono spesso delle pause di qualche settimana. Certo, è uno stop più lungo, ma ha potuto preparare questo rientro. Quando si sta lontani dall’atmosfera agonistica alcuni fanno fatica a riprendere, altri invece trovano ritmo senza problemi“.
E se Musetti continua a giocare come sta facendo, il tennis italiano è in una botte di ferro. “Lorenzo sta dimostrando il suo valore. Rispetto a un anno fa, gioca un tennis più maturo, più concreto e anche ‘più sporco’, come ha detto lui stesso. Ha imparato a gestire al meglio il suo talento: rinunciando a volte al bel gioco ma risultando più cinico. Ora sa davvero come guidare la sua macchina. E sulla terra, è già tra i più forti del mondo…“. Ha chiosato Barazzutti.
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Autor: Francesco De Salvin