ATP Roma: Sonego non c’è, Burruchaga ne approfitta. Che batosta per il torinese

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(Q) R. A. Burruchaga b. L. Sonego 6-2 6-3

Un match che, di fatto, non è mai cominciato. Al primo turno degli Internazionali BNL d’Italia, Lorenzo Sonego crolla quasi senza lottare, travolto 6-2 6-3 in un’ora e mezza dal giovane argentino Roman Burruchaga, figlio di Jorge—campione del mondo con l’Argentina di Maradona nel 1986. Ma qui, di epica non ce n’è: la partita è a senso unico, dominata da un Burruchaga solido e concreto, e da un Sonego spento, confuso, incapace di reagire. Irriconoscibile, soprattutto se paragonato al giocatore che proprio su questi campi raggiunse la semifinale nel 2021.
Il torinese si presenta in campo svuotato, nervoso, mai realmente in partita. Il dato più eloquente? Ben 37 errori non forzati, distribuiti lungo due set fotocopia: tanti, troppi per chi vuole restare stabilmente in top 50. L’argentino, n. 135 del mondo con un best ranking di 124, fa il suo senza strafare, e ha il merito di approfittare di ogni crepa aperta nel tennis dell’azzurro, vincendo così la sua prima partita in un Masters 1000, la sua seconda a livello ATP.

Primo set: un monologo argentino

Partenza shock per Sonego, che cede il servizio già nel secondo game e si ritrova subito a rincorrere. Burruchaga spinge il minimo indispensabile, ma trova profondità, ritmo e ordine tattico. L’argentino si porta avanti 3-1, poi approfitta di un’altra sequenza di errori (specie con il rovescio) per ottenere un secondo break e volare sul 5-1. Lorenzo prova a dare un segnale, difende almeno un turno di battuta e si procura due palle break nell’ultimo game, ma le spreca entrambe. Il set si chiude con l’ennesimo dritto largo del piemontese: 6-2 in 36 minuti, con poco da salvare.

Secondo set: un’illusione, poi il crollo

Nel secondo parziale, almeno in avvio, Sonego dà segnali di vita: tiene i primi due turni di battuta e si procura una palla break sul 2-1. Ma è un fuoco fatuo. L’occasione sfuma e, subito dopo, tornano i fantasmi: errori gratuiti, lamentele verso campo e racchetta, zero fiducia nei propri mezzi. Burruchaga non deve inventare nulla: alla prima palla break utile, vola sul 4-2. Nel game successivo Sonego sprofonda: un altro rovescio sbagliato e un doppio fallo lo condannano a un secondo break consecutivo.
Sembra finita, ma c’è ancora un sussulto d’orgoglio. L’azzurro, finalmente più ordinato, recupera un break e accorcia sul 3-5. Ma è solo un’illusione. Burruchaga chiude i conti al servizio: due match point, il primo annullato da un buon dritto, il secondo trasformato con una volée alta.
È un momento buio per Sonego, che appare smarrito. La sua palla oggi non faceva male, il suo tennis non ha mai davvero preso quota. E ora lo attende una tappa delicata: il Piemonte Open, al Circolo della Stampa di Torino, casa sua. Un ritorno alle origini che potrebbe aiutarlo a ritrovare ordine, motivazioni e quella serenità che oggi sembra smarrita.
Per Burruchaga, invece, arriva una vetrina importante: al secondo turno affronterà Karen Khachanov, primo vero banco di prova in una delle cornici più prestigiose del circuito.

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Autor: Carlo Galati