Corentin Moutet ne ha fatta un’altra delle sue al Miami Open 2025. In pieno stile Benoit Paire, con cui condivide il Paese di provenienza, o forse anche in misura peggiore, nel corso del match contro Alejandro Tabilo il classe 1999 ha cominciato ad aizzare il pubblico esultando ai punti persi. Non solo, perché poi se l’è presa contro uno spettatore in particolare, rifiutandosi di tornare in campo prima dell’allontanamento del soggetto in questione. Risultato: set perso per un point penalty e break in apertura di terzo parziale per il cileno in seguito al game penalty. Lo stesso transalpino ha voluto spiegare tutta la vicenda tramite una serie di storie pubblicate sul proprio account ‘Instagram’.
“Fin dal primo momento il pubblico è stato ostile: rumori durante i miei turni di servizio, fischi, insulti e gesti provocatori. Chi ha assistito alla partita potrà testimoniare che sono rimasto senza reagire per un’ora e mezza. Ma più il match andava avanti più l’atmosfera diventava ostile. Dopo due ore di gioco, senza alcun intervento da parte dell’arbitro per calmare il pubblico, ho reagito alzando le braccia tre volte per incoraggiarli a fare ancora più rumore. In quel momento qualcuno mi ha fatto il dito medio e ho pensato che questo andasse oltre i limiti di ciò che un atleta può accettare in campo. Così ho chiesto all’arbitro di allontanare questa persona prima che la partita riprendesse. Invece di ascoltarmi, mi ha detto di giocare, rifiutandosi di intervenire“.
“Ho quindi chiesto di parlare con il supervisore, specificando che non avrei ripreso a giocare finché questa persone fosse rimasta sugli spalti. Risultato: l’arbitro ha deciso di penalizzarmi e di farmi perdere il set. Quando è arrivato il supervisore, gli ho spiegato la situazione. Se n’è andato, poi è tornato dicendomi che qualcuno (di cui si è rifiutato di rivelare l’identità) sosteneva che ero stato io a fare il dito medio. Poi ha deciso di penalizzarmi di nuovo, togliendomi un game all’inizio del terzo set e dando così un break di vantaggio al mio avversario. Da allora ho ricevuto molte critiche e insulti. Dire che non mi interessa sarebbe una bugia. Ho sempre dato il massimo nella mia professione, facendo innumerevoli sacrifici per raggiungere i miei obiettivi. Mi rifiuto di credere che essere un personaggio pubblico significhi sempre meritarsi l’odio degli altri“.
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Autor: Fabio Barera