Doveva essere la finale del centesimo titolo per Novak Djokovic e invece si è trasformata nella prima grande gioia per Jakub Mensik. Il serbo si è arreso due volte al tiebreak: tra aneddoti sul suo avversario e considerazioni sulla partita, Novak ha raccontato così quello che è mancato per fare tripla cifra.
D. Hai dato tutto stasera, hai regalato al pubblico una prestazione incredibile. A volte capita di affrontare un giocatore in stato di grazia, magari all’inizio di una carriera straordinaria. Qual è la tua opinione su quanto accaduto?
DJOKOVIC: “Congratulazioni a Mensik e al suo team. Non sono mai felice di perdere, ma lui è uno dei pochissimi giocatori contro cui perdere mi rende un po’ più sereno. L’ho visto giocare quando aveva 15 o 16 anni, abbiamo fatto alcuni allenamenti insieme. Si allenava al mio club a Belgrado e vedere il suo sviluppo e la sua evoluzione è davvero fantastico, straordinario. Già allora, tre o quattro anni fa, si vedeva che sarebbe diventato uno dei migliori al mondo. Sono davvero felice che stia sfruttando tutto il potenziale che ha perché ha un gioco completo. Ovviamente il servizio è incredibile, potente, preciso, ottiene molti punti gratuiti con la prima. Così come il rovescio, la scola ceca ha sempre avuto grandi rovesci (sorride, ndr). Ha migliorato molto anche il dritto e si muove bene considerando la struttura fisica. Ha ancora margini di miglioramento, sono sicuro che lo vedremo in giro ancora a lungo. Peccato per me: due tie-break, una partita molto strana, il ritardo per pioggia e tutto il resto. Sinceramente, non mi sentivo al massimo in campo, ma è andata così. Nulla da togliere alla sua vittoria”.
D: È stato il giorno più umido del torneo. Penso che ci fosse l’80% di umidità, hai cambiato maglia tipo dieci volte e sembravi davvero stanco. Avevi qualcosa all’occhio? Ti ha influenzato?
DJOKOVIC: “Preferisco non parlare, CI sono diverse cose, ma preferisco non parlare ma solo congratularmi con lui. Tutto qui. Non voglio sembrare che stia cercando scuse per la sconfitta”.
D: Cosa avevi visto in questo ragazzo? Cosa ti ha spinto a volerlo aiutare, a fargli da mentore?
DJOKOVIC: “Beh, mi è piaciuto il suo spirito combattivo e ovviamente il suo grande gioco. Sembrava un bravo ragazzo dell’Est Europa, ho contattato il suo team tramite il mio management e abbiamo trovato un contatto e lui ha accettato di venire. Abbiamo fatto tre blocchi di allenamento insieme, inoltre il suo attuale fisioterapista era il mio, è serbo. Ci sono molte connessioni, sono sicuro che ha un futuro brillante”.
D: Sei considerato il miglior giocatore di tie-break nella storia del tennis maschile, a livello statistico. Jakub questa settimana ne ha vinti sette su sette. Cosa pensi ci sia nel suo gioco che gli permette di esaltarsi nei momenti cruciali?
DJOKOVIC: “Tu cosa pensi?“
D: Penso che abbia una grande capacità nei momenti decisivi…
DJOKOVIC: “Ma tu cosa pensi? Quale colpo fa la differenza?“
D: Il servizio. Il servizio.
DJOKOVIC: “Se hai un gran servizio e lui ha servito costantemente 20 ace a partita… Nei tiebreak ogni giocatore serve due punti e lui mette molta pressione. Se fai uno o due errori, perdi un mini break e poi lui continua a servire forte e il gioco è fatto. Il tie-break è praticamente andato”.
D: Hai definito la giornata “strana”. Com’è stato per te il ritardo di cinque ore e mezza? E la vista, era tutto ok in campo?
DJOKOVIC: “Come ho detto prima, non voglio entrare nei dettagli, è andata così. Era uguale per entrambi i giocatori, devo accettare le circostanze. Ho cercato di fare del mio meglio con quello che avevo e con ciò che stavo affrontando, ma sì, è stata una giornata molto diversa da tutte le altre del torneo per me”.
D: Hai elencato vari aspetti migliorati nel gioco di Jakub. C’è qualcosa che oggi ti ha colpito più rispetto alla partita che avete giocato a Shanghai cinque o sei mesi fa?
DJOKOVIC: “Direi la continuità al servizio. Oggi ha servito ancora meglio che a Shanghai, e anche lì aveva servito molto bene. Il suo gioco è simile, ma il mio livello oggi non era quello di Shanghai”.
D: Sei tornato a questo torneo dopo un po’ di tempo. Qual è il tuo bilancio generale, anche se è stato breve?
DJOKOVIC: “Ovviamente adesso ho l’amaro in bocca per la sconfitta, ma come ho detto in campo, Miami mi ha dato tanta gioia e belle sensazioni, dentro e fuori dal campo. Sono stato accolto molto bene dalle persone, mi hanno sostenuto. Anche stasera il pubblico è stato incredibile, mi ha spinto, cercava di darmi la forza per rimontare, sono molto grato. Mi sono davvero goduto l’esperienza in generale. È stata una bellissima corsa. Purtroppo è finita con una sconfitta in finale, ma fino a oggi avevo giocato un tennis davvero buono”.
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Autor: christianattanasio