ATP Madrid, Zverev: “Davanti alla telecamera sono un libro aperto, non come altri top player”

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Debutto positivo per Alexander Zverev in quel di Madrid. Sulla terra rossa della Caja Magica, infatti, il tennista tedesco – fresco vincitore del 500 di Monaco di Baviera ha liquidato lo spagnolo Roberto Bautista Agut con un doppio 6-2 che ne conferma l’ottimo stato di forma. Per lui, adesso, nel terzo turno dell’ATP 1000 iberico, ci sarà uno tra Alejandro Davidovich Fokina e il portoghese Nuno Borges. Di seguito, le dichiarazioni rilasciate dal numero 2 del mondo nella consueta conferenza stampa post-gara.

D. Senza Alcaraz o Sinner, ti consideri il principale favorito per la vittoria del titolo?
ALEXANDER ZVEREV: Cerco di concentrarmi sul giocare un buon tennis, questo è il mio obiettivo principale. Sento di aver giocato un buon tennis a Monaco, sento di aver giocato un buon tennis qui al primo turno, e questo era il mio obiettivo principale. Quando ragioni così, poi i risultati arrivano da soli. Voglio solo continuare a giocare bene, voglio continuare a godermi il tempo che passo in campo, e il resto verrà da sé.

D. Qual è l’aspetto del tuo gioco che stai cercando di migliorare di più in questo momento?
ALEXANDER ZVEREV:Direi che oggi non è andata male, anzi, è stata una buona partita. In generale, penso di poter servire un po’ meglio. Penso che ci siano cose su cui sto lavorando costantemente negli ultimi mesi, quindi non mi sono fermato. Ma come ho detto, voglio solo continuare a giocare un buon tennis.

D. Come ti senti a giocare qui a Madrid, un posto molto speciale per te?
ALEXANDER ZVEREV: Sì, mi piace molto. Credo di averlo ribadito molte volte, è il mio campo preferito nel mondo. Qui provo grandi sensazioni, grandi sentimenti e anche grandi ricordi. Spero di poter realizzare
un altro grande ricordo quest’anno.

D. Cosa rende Madrid diversa da altri eventi sulla terra battuta come Roma o il Roland Garros?
ALEXANDER ZVEREV:L’altitudine. Siamo a 700 metri di altitudine. Le palle sono molto più veloci, rimbalzano diversamente. Credo che l’altitudine faccia una grande differenza.

D. Magari è prematuro parlare di questo argomento ma, di solito, prima di una finale, i giocatori devono parlare in pubblico, fare un discorso, sia in caso di vittoria che in caso di sconfitta. Ecco, prima di una finale un giocatore pensa a quello che potrebbe dire o fa una riflessione del tipo “Okay, se vinco, questo è quello che dirò?”. Oppure non ci pensa affatto per scaramanzia?
ALEXANDER ZVEREV: “Quando ho il microfono dico semplicemente quello che sento. Non c’è un copione scritto. Dico solo quello che mi viene in mente. Non ho particolari problemi a parlare in pubblico, sinceramente. Una volta, con l’ATP, abbiamo seguito un corso di formazione sui media, ma non ha non ha funzionato con me perché molte volte questo corso di formazione sui media ti dice cosa dire nei momenti giusti e cosa non dire e quali pensieri tenere per te. Io sono come un libro aperto. Parecchi giocatori ‘top’ sono molto diversi quando sono davanti alla telecamera rispetto a quando sono in privato. Sono molto, molto diversi. Io, invece, sono un libro aperto per voi ragazzi, cosa che a volte mi fa odiare molto, mentre in alcune occasioni è positiva. Dipende. “

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Autor: Francesco De Salvin