Annullare i tradizionali impegni del “Saturday Night” – prefissati nel corso della settimana – è quasi sempre un’operazione travagliata, ma il BNP Paribas Open di Indian Wells ha deciso di offrire, in questo weekend, due imperdibili Big Match, che giustificheranno senza remore coloro i quali faranno a meno della Febbre del Sabato Sera. All’alba del torneo, in quel di Palm Springs, l’uscita di scena di diversi protagonisti – Zverev e Djokovic in primis – ha diffuso il timore di assistere, per l’ennesima volta, a una fase finale con troppi outsider – graditissimi, per carità – ma in un biennio in cui gli Upset sono diventati pesantemente frequenti, si necessitava vedere apparecchiate due semifinali da urlo. Intanto, il dato preliminare è che 3 semifinalisti su 4 sono nati dal 2000 in poi: è un altro segno di un ricambio generazionale che prosegue sempre più spedito.
Se un biglietto per lo “Stadium 1” del Tennis Garden cadesse magicamente dal cieco californiano, con la possibilità di vedere da vicino soltanto uno dei due incontri in programma, quale scegliereste? Andiamo ad analizzare entrambe le partite.
Rune – Medvedev: il tête-à-tête dai bollenti spiriti
Alle 21:30 italiane sarà il momento della prima semifinale, tra Holger Rune e Daniil Medvedev, giunti al loro quarto scontro in carriera, il secondo a Indian Wells. Già, perché per le strade di Palm Springs, i due si sono già incrociati, esattamente un anno fa, nell’edizione 2024, l’ultimo precedente tra il danese e il russo. Ciò che rende indimenticabile il suddetto match è un episodio che fece il giro del mondo. Daniil venne accidentalmente (o forse no) colpito da un rovescio di Rune, a un metro di distanza, che accennò – al termine del punto – soltanto una timida scusa. La reazione di Medvedev fu quasi teatrale, mettendo le dita sugli occhi e indicando il danese, della serie “Ti tengo d’occhio”. Il tutto si attenuò con una stretta di mano, ma sullo stesso campo, un anno dopo, i due si risfideranno per qualcosa di più grande.
Sia il numero dodici, che il cinque del seeding, provengono da un percorso e da mesi che potremmo definire comparabili. Qualche buona prestazione, soffocata però da dolorose sconfitte, per non parlare della questione “trofei”. È vero che con la presenza perenne di Sinner e Alcaraz è divenuto complicato per la concorrenza ritrovare un exploit, ma l’ultimo del russo risale agli Internazionali d’Italia 2023, quando in finale sconfisse proprio Holger Rune, che sollevò il suo ultimo trofeo poche settimane prima di Meddy, sul manto rouge di Monaco di Baviera. L’ex numero uno al mondo si è ormai affezionato al cemento californiano, e da tre anni a questa parte, adora spingersi fino in fondo, non trovando però mai il successo. “Ho il vantaggio dei campi duri lenti, dove è lento per tutti. Il risultato è che sto giocando bene qui a Indian Wells. Mi piace ogni anno di più“, ha dichiarato nell’ultima press conference il russo, uscito miracolosamente vincitore dal match drama con Arthur Fils.
Sia Daniil che Holger necessitano di questa vittoria più di qualsiasi altra cosa, simbolo di una scossa significativa per la loro stagione, anche se l’ultimo passo verso il trionfo potrebbe rivelarsi ancor più complicato.
Alcaraz – Draper: amicizia, talento e rivalità
La tanto attesa ascesa del talento di Sutton è finalmente arrivata. Sul cemento californiano, più che “il salto di qualità” di Jack – già avvenuto illo tempore – giunge la conferma di ciò che l’inglese ha espresso nelle uscite dell’ultimo semestre, e che a causa dei molteplici infortuni in età adolescenziale, sembrava non poter arrivare mai. Draper pare assorbire dal “Tennis Paradise” le componenti essenziali per essere il giocatore perfetto: condizione fisica stratosferica, colpi da cineteca e brillante gestione degli incontri. L’inglese ha concesso poco e nulla nel cammino verso la semifinale non lasciando nemmeno un set per strada, e adesso arriva la vera prova del nove, lo scontro con l’amico e rivale Carlitos Alcaraz: “Carlos è un campione – ha dichiarato – penso che stia diventando una specie di riferimento, soprattutto per chi vuole migliorarsi costantemente. Lo è anche per me“. il tennis fisico del britannico somiglia per certi aspetti a quello del murciano, che chiaramente detiene un bagaglio tecnico da non plus ultra, ma il buon Jack ha già dimostrato di avere le armi per disinnescare il talento di Murcia, e sull’erba del Queen’s ne diede la prova schiacciante. L’ex numero uno del mondo, dal canto suo, sembra navigare a vele spiegate sul “lento” cemento di Indian Wells, parecchio somigliante al suo amato regno “rosso”, che infatti gli ha regalato due successi di fila negli anni precedenti, candidandosi spudoratamente per il terzo. Forte dei suoi mezzi, anche lo stesso Carlitos crede che Draper possa infastidirlo parecchio nel corso di questa imprevedibile seconda semifinale: “Il suo stile di gioco si adatta bene a queste condizioni. Il suo dritto con topspin rimbalza molto, e il suo servizio è potente. Sarà un match molto bello da vedere e da giocare”.
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Autor: Pietro Sanò