A Torino c’è un solo posto ancora libero in semifinale, e a giocarselo sono due giocatori che hanno vissuto stagioni molto diverse, ma che arrivano a questo incrocio con motivazioni identiche: Alexander Zverev e Felix Auger-Aliassime.
Zverev, numero 3 del mondo, conosce il Masters come pochi. Le ATP Finals per lui non sono semplicemente un torneo: sono un luogo dove ha vinto due volte (2018 e 2021) e dove, soprattutto, ha spesso tirato fuori il meglio nei momenti decisivi. Con 55 vittorie stagionali e le finali raggiunte all’Australian Open e a Vienna, il tedesco è stato uno dei giocatori più vincenti dell’anno e, portando a casa questo match, raggiungerebbe la semifinale per la quinta volta in carriera, confermandosi protagonista dello showdown di fine anno.
Auger-Aliassime si presenta con un percorso diverso: la sua è stata la stagione della rinascita. Dopo un 2024 complicato, il canadese ha messo insieme 49 vittorie, tre titoli, la finale nel recente 1000 di Parigi e la semifinale allo US Open. E soprattutto ha ritrovato la sua dimensione preferita: le superfici indoor, dove è il giocatore con più vittorie negli ultimi 5 anni. È un dato che pesa, perché Torino offre condizioni rapide, al coperto, senza vento, perfetto per la sua meccanica fatta di esecuzioni fluide e precise.
Gli H2H dicono 6-3 Zverev, ma l’elemento più significativo è l’ultimo confronto, allo US Open, dove FAA ha ribaltato le gerarchie battendo il tedesco in quattro set. Una vittoria pesante, che gli restituisce un riferimento psicologico vero per crederci anche oggi.
Dal punto di vista del gioco, la partita ruota attorno a due punti principali.
Il primo è il servizio: entrambi lo gestiscono con altissima qualità, anche se Zverev tende a concedere qualcosa in meno nei momenti delicati. Il secondo è il modo in cui FAA riesce a gestire i finali di set. Da agosto in poi, il canadese ha messo insieme un incredibile parziale di 19-3 nei tie-break, di cui una striscia perfetta di 13 consecutivi tra Cincinnati e Bruxelles. In un match che promette equilibrio, è un dato che potrebbe diventare determinante.
Zverev rimane storicamente più solido nei match “che pesano”, ma quest’anno il suo bilancio contro i Top 10 non è brillante (4-10). FAA, invece, ha ritrovato proprio in queste sfide di alto livello una parte importante della sua stagione, mantenendo un 6-6 che fotografa bene la sua crescita.
La sensazione, insomma, è che sarà un match lento da sbloccare, giocato sul filo dei servizi e deciso da quei due o tre punti nascosti nei finali di set. Zverev ha dalla sua l’esperienza e il peso della storia; Auger-Aliassime la fiducia dell’ultimo Slam, il suo livello indoor e una pericolosità nei tie-break che oggi nessuno può permettersi di sottovalutare, neanche Zverev. E come spesso accade quando due giocatori arrivano con livelli simili, l’impressione è che sarà l’inerzia del primo set, forse proprio un tie-break, a dare la direzione. Da lì in avanti, chi lo vince diventa il naturale favorito.
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