ATP Finals, Vavassori: “Vincere non è l’ossessione”. Bolelli: “Questa è nella top 3 delle nostre partite”

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ATP Finals, Vavassori: “Vincere non è l’ossessione”. Bolelli: “Questa è nella top 3 delle nostre partite”

Simone Bolelli ed Andrea Vavassori hanno scritto una pagina di storia del tennis italiano, avendo strappato il pass per la semifinale alle Nitto ATP Finals 2025, grazie al successo contro Marcel Granollers ed Horacio Zeballos. Mai nessuna coppia di doppio azzurra, infatti, era riuscita a spingersi tanto in là nell’appuntamento di fine anno. Al termine dell’incontro, valevole per la seconda giornata del Group Peter Fleming, ‘Bole’ e ‘Wave’ hanno preso parte alla conferenza stampa con i giornalisti presenti. Ecco, dunque, le loro parole.

La conferenza stampa di Simone Bolelli ed Andrea Vavassori

D: Questo è un evento davvero speciale per voi che giocate in casa. Potreste descrivere come vi sentite con il sostegno del pubblico e cosa significa giocare in Italia?
Simone Bolelli: Beh, è una sensazione incredibile. Abbiamo avuto l’opportunità di giocare già l’anno scorso. Quest’anno penso che siamo arrivati qui più preparati, più concentrati. Il pubblico è incredibile. Penso che abbiamo giocato due ottime partite. Soprattutto oggi penso che abbiamo giocato ancora meglio della prima. Sì, l’atmosfera è fantastica. Il pubblico ci spinge ad ogni punto. Cerchiamo di dare il meglio ogni giorno. Quindi non vediamo l’ora che arrivi la terza partita”.

Andrea Vavassori: “Sì, penso che l’atmosfera fosse incredibile. Mi sono divertito molto in queste due partite. Penso che sia una delle migliori atmosfere in cui abbia mai giocato. Cerco sempre di coinvolgere il pubblico in modo rispettoso, ma cercando di portare più energia. Penso che anche il doppio ne abbia bisogno perché è molto veloce. Credo che anche il pubblico si diverta a guardare il doppio dal vivo. Penso che oggi sia stata una partita di alto livello. Abbiamo giocato, come ha detto Simone, anche meglio della prima partita. Il nostro obiettivo era quello di mettere energia in ogni punto, cercando di stare sempre uniti, sempre guardandoci negli occhi. Penso che sia stata la chiave della nostra vittoria. Quindi cercheremo di fare lo stesso nelle prossime partite. Non vediamo l’ora che arrivi la terza partita del girone. Vediamo cosa ci riserverà questa settimana”.

D: Siete i primi italiani ha raggiungere le semifinali in doppio alle Finals. Sentite la responsabilità e il peso della storia che state scrivendo?
Andrea Vavassori:
Secondo me il peso no, alla fine abbiamo fatto tante esperienze assieme, abbiamo giocato tre finali Slam in cui la pressione è altissima, l’anno scorso ho esordito in Coppa Davis e quando vesti la maglia azzurra hai una pressione extra. Le situazioni così ci caricano. Il pubblico ci ha sostenuto ad ogni punto, è stato bello a livello personale sentire che il pubblico ti trascina”.

L’obiettivo principale è giocare punto dopo punto, non stiamo pensando al risultato perché non diamo per scontato il fatto di essere qui. Ci stiamo godendo il fatto di essere qui. Certo, uno gioca per vincere, ma non è quella l’ossessione. Ci stiamo allenando per bene, l’obiettivo era qauello di portare energia e intensità e ci stiamo riuscendo. Non guardiamo troppo avanti, ci godiamo questa vittoria e prepariamo la partita con i tedeschi tra due giorni”.

Bolelli: “Abbiamo giocato una partita eccezionale”

D: Avevate detto che la partita con Cash e Glasspool era tra le 5 più belle
Simone Bolelli
: Questa è top 3. Abbiamo giocato sinceramente una partita eccezionale, abbiamo salvato qualche momento delicato. Siamo riuscendo ad essere un pochino più freddi nei momenti importanti, stiamo cercando di prendere le poche chance che arrivano. Il doppio è così, molto istintivo e veloce. Abbiamo giocato un grandisssimo tie-break, in cui Wave ha trovato una bellissima risposta sul 3-2 che ci ha permesso di prendere il minibreak di vantaggio. È stato un match molto tosto. Stiamo cercando di esprimerci al meglio, sappiamo che ogni match verrà deciso su pochi momenti, cerchiamo di arrivarci freschi, con la carica giusta e goderci lo spettacolo”.

Vavassori: “Le partite di doppio non dipendono sempre da quello che fai tu”

D: Qual è la differenza dell’approccio mentale rispetto all’anno scorso?
Andrea Vavassori
: L’anno scorso la partita con Bopanna ed Ebden abbiamo giocato in maniera pazzesca, 6-3 6-2 con una coppia del genere è sempre difficile. La pressione l’abbiamo avuta nel tie-break finale con Arevalo e Pavic, ma avevamo giocato un buon tennis. Le partite di doppio non dipendono sempre da quello che fai tu. Tutte le coppie sono fortissime e le partite si risolvono in pochi punti”.

“Se oggi ci avessero breakkato la partita poteva incanalarsi su binari diversi. Devi essere bravo sfruttare le occasioni che gli avversari ti concedono e a difendere tu quelle che concedi. Rispetto agli ultimi mesi siamo stati bravi ad essere più energici e positivi, e questo penso faccia la differenza. Il fatto di essere insieme, connessi con il team e con il pubblico ti porta ad avere occasioni extra e porta gli avversari ad essere sotto pressione”.

D: Uno dei problemi di cui si parla è il circuito troppo pieno. Qual è un segreto della longevità?
Simone Bolelli
: Tra singolo e doppio c’è differenza, qui corro la metà. Giocare il singolo diventa stancante, più che altro ti manca il recupero rispetto a quando avevi 30 anni. Wawrinka il tennis ce l’ha ancora, ma se giochi lunedì e martedì poi cominci ad accusare il mercoledì. Giocando il doppio, se Bopanna ha smesso a 44/45 io sono ancora nel pieno. Io cerco di stare bene e di allenarmi il giusto, con qualità. Poi c’è Wave che mi tira, quindi devo stare in campo con lui tutto il giorno”.

D: Con Krawietz/Puetz state pensando ad un’eventuale sfida in Coppa Davis?
Simone Bolelli
: Noi siamo qua, Bologna sarà un’altra cosa e un’altra atmosfera. Con la testa siamo qua, siamo già qualificati, ma comunque vogliamo vincere ed entreremo in campo con la stessa intensità che abbiamo avuto il primo giorno ed oggi”.

D: Sinner dice ogni volta che lavora ogni giorno, che vuole essere il n° 2 per poter scavalcare il n° 1 e pensa di poter lavorare ogni giorno per poter fare dei progressi. Per Simone, che tipo di progressi si possono fare alla tua età? Per Andrea, tu sei arrivato con meno background da singolarista: qual è stata la tua difficoltà?
Simone Bolelli
: Eccome se posso migliorare. La risposta la posso migliorare, anche se ad un mano non è tanto facile entrare sulla palla soprattutto su queste superfici molto veloci. E poi a rete, dove mi sono avvicinato a fine carriera quando dovevo stringere lo scambio”.

“Posso anche migliorare sul servizio, nonostante io mi senta sicuro. L’importante è porsi degli obiettivi. Se si fanno sempre le stesse cose si rimane lì. Noi stiamo cercando ogni giorno di migliorarci, a volte ci riusciamo a volte no. Anche perché gli altri iniziano a conoscerti”.

Andrea Vavassori: “Io ho avuto una carriera atipica rispetto agli altri, ho fatto tanta gavetta. Sembra strano dirlo, ma ho quasi sempre privilegiato il doppio rispetto al singolare. C’è stato un momento in cui stavo per smettere in singolare perché in doppio ero molto più alto, poi una serie di circostanze ero riuscito a giocare le qualificazioni Slam”.

“Il doppio mi ha reso un singolarista migliore ma mi ha anche tarpato le ali perché secondo me se giocassi un anno intero in singolare, il livello da top 100 ho dimostrato di averlo. Mi piacerebbe giocare il singolo full time, ma sono orgoglioso di aver fatto questa scelta perché mi ha permesso di calcare questi palcoscenici. Ho fatto finali Slam con Simo, ho vinto in doppio misto con Sara (Errani, n.d.r.). Ho potuto giocare la Coppa Davis, ho giocato le Olimpiadi. Mi piacerebbe fare qualcosa che in Italia non è mai stato fatto, perché non c’è mai stata di fatto una coppia di specialisti di doppio”.

D: Qual è l’importanza del coach nel doppio?
Andrea Vavassori
: Il coach e il team sono fondamentali. Mio padre è uno dei pochi coach in Italia che si è specializzato nel doppio, pianifichiamo tanto le partite prima di giocarle. Abbiamo delle schede di cui non parleremo, ci sono dei breafing, è una bella cosa perché c’è specializzazione”.

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