La serata che ci si aspettava, la gioia grande quanto l’attesa, è arrivata. Jannik Sinner comincia le sue Nitto ATP Finals con una vittoria piena, di forza e di convinzione, battendo Felix Auger-Aliassime 7-5 6-1, in una partita dai due volti. L’Inalpi Arena lo abbraccia, e lui si prende subito il centro della scena nella giornata che ha visto per la prima volta due italiani in campo nello stesso giorno: prima Musetti, poi lui.
“È stata una partita di alto livello fino al 6-5 – racconta in conferenza stampa, con la voce calma di chi ha imparato a gestire anche le emozioni del debutto in casa –. Ho avuto le mie chance sul 15-30 e sul 30-40, ma può succedere. Tatticamente oggi lui ha cambiato due o tre cose, ma mi sono fatto trovare pronto. Poi ha avuto un piccolo problema fisico ed è cambiato tutto. Una volta preso il break, sono stato attento a servire bene. Felix è uno che si merita di essere qui, uno dei più difficili da battere su questa superficie”.
Il controllo e la consapevolezza
C’è una nuova dimensione in questo Sinner, quella di un giocatore che controlla il suo tennis come controlla il ritmo della sua voce. Tutto misurato, preciso, senza sbavature.
“Sto guardando poco le altre partite – ammette –. So i risultati, ma non ne sto vedendo molte. Sto più attento a quello che faccio io, non sposto un allenamento per vedere gli altri. Magari guardo dopo, i punti importanti, ma cerco di non perdere energie. So quello che mi sto giocando qui, ma non è tutto nelle mie mani. Sono contento della partita di stasera e questo è quanto”.
Lo dice con quella serenità che solo la fiducia può regalare. Perché la fiducia oggi è tutta nei colpi: nelle prime palle, negli angoli trovati con il dritto, nella gestione dei momenti chiave. “Il primo game sono partito benissimo, con quattro prime. E quello ti dà tanta fiducia. Volevo iniziare forte, perché sapevo che anche lui avrebbe cercato di fare lo stesso”.
L’intelligenza tattica
Il punteggio racconta un secondo set a senso unico, ma dentro c’è tanto lavoro tattico. “Ci sono dei giocatori a cui cerchi di levare il tempo – spiega –. Tatticamente provi a farlo. Quando avevo la palla da tirare, la tiravo. Quando hai poche chance le devi sfruttare, altrimenti rischi di perdere il set. Oggi il gioco era molto veloce e questo mi ha aiutato tanto”.
E poi, il servizio. “Variare mi sta aiutando. Oggi ho servito molto bene, specie nei punti importanti. Mi piace cambiare, usare variazioni. Quando conosci l’avversario è diverso, e con Sascha sarà fondamentale: lui serve forte, risponde bene e non ti dà ritmo”.
Il campo che cambia, il Sinner che cresce
C’è anche un dettaglio tecnico, quasi da artigiano del tennis, che Jannik non lascia passare inosservato: “Il campo prima era più lento, ora è più veloce perché si sta consumando. I primi colpi diventano sempre più importanti”.
È un’osservazione che rivela quanto sia dentro al torneo, dentro al campo, dentro a sé stesso. Nessuna distrazione, nessun eccesso di euforia. Solo la concentrazione di chi sa che il percorso è appena iniziato ma vuole percorrerlo fino in fondo.
“Sicuramente non giocherò tutte le partite come oggi – sottolinea –. Nel mio girone tutti servono in modo incredibile, ma da fondo campo sono tre giochi diversi. Bisogna adattarsi ogni volta, ma questa è la parte più bella del gioco”.
L’azzurro che guarda avanti
La sua prima notte alle Finals è un messaggio chiaro: il ragazzo che un anno fa era entrato come riserva ora è il protagonista annunciato. E lo sa. Ma continua a parlare al plurale, con quel “noi” che è la cifra del suo modo di stare nel tennis: squadra, equilibrio, visione.
“Sono felice di come stiamo lavorando” dice, e sembra già guardare oltre la vittoria. Alla domanda su cosa lo renda più fiero del 2025, la risposta è secca: “Wimbledon”.
Il tono è lo stesso con cui analizza ogni dettaglio tecnico: diretto, sobrio, sincero.
Perché per Sinner, ormai, la vera sfida non è più soltanto vincere. È continuare a migliorare, e farlo, come sempre, senza perdere nemmeno un grammo di energia.
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