ATP Finals, Shelton: “La forza di Sinner? Sa adattarsi ovunque”

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ATP Finals, Shelton: “La forza di Sinner? Sa adattarsi ovunque”

Tantissime cose positive durante la stagione ma anche alti e bassi, come è normale nel tennis; questo mi spingerà a lavorare ancora più duramente nella off-season. Certo finire l’anno con uno 0-3 alle Finals brucia un po’” è il primo commento di Ben Shelton alla stagione 2025, che per lui è finita da circa mezz’ora, dopo l’ultimo punto della sfida con Jannik Sinner del terzo incontro della fase eliminatoria.

D: cosa pensi del tuo livello di gioco in questi ultimi mesi dopo l’infortunio a New York? Quanto sei tornato vicino alla tua forma migliore?
Shelton: “decisamente non sono al meglio, ho giocato forse una sola gara davvero bene, con Rublev a Parigi; non è semplice rientrare quando tutti sono a loro meglio. Comunque ritroverò i miei movimenti, il mio ritmo. Oggi ho giocato bene d fondocampo e anche a rete ma devo ammettere che ogni mio avversario qui ha servito meglio di me: non è un problema, so bene di avere un gran servizio, ma devo riconoscere che sono stati tutti bravissimi, nel mio gruppo non ci sono state partite facili”.

D: se guardiamo alla prossima stagione, tu che tipo di giocatore sei: ti focalizzi per diminuire la distanza con i primi due o pensi soprattutto al tuo gioco?
Shelton: “io voglio inseguire sempre chi mi sta davanti, certo desidero anche crescere. Non sono certo il tennista che vorrei essere, devo capire come potrò essere più efficace ma senza stravolgermi, senza perdere le caratteristiche che mi hanno fatto grande. Sono stato assente un mese e mezzo e mi piace guardare a questo periodo anche come a una pausa più lunga, che mi permette ora di essere già pronto per riprendere il lavoro senza bisogno di pause defaticanti”.

D: hai già giocato bene con i primi due della classifica, come anche oggi. Quanto pensi di essere vicino a loro e sai cosa devi fare per lavorare alla diminuzione di questo divario?
Shelton: “in realtà la vicenda è più complessa e non credo ci si possa limitare a parlare di “quei due” perché il tennis è un gioco di confronti; cercare di dare fastidio all’avversario può voler dire cose differenti a seconda di chi tu stia affrontando e bisogna sapersi adattare, senza innamorarsi del di un dato stile di gioco che ha funzionato bene con un dato tennista. Amo il mio gioco ma prima di tutto devo cercare di mettere in difficoltà i miei avversari”.

D: hai affrontato Sinner in differenti condizioni: erba, all’aperto, indoor; dove pensi sia più difficile con lui? Qui lui è fortissimo e tu sei il primo a portarlo al tie-break negli ultimi due anni.
Shelton: “Jannik ha punti di forza diversi a seconda delle condizioni. A Melbourne mi colpisce come costruisce i punti e ti costringe a muoverti, i colpi di rimbalzo e quello che fa dopo il servizio. Nei match indoor certo il servizio è fondamentale, giocare bene in quel settore del gioco è più facile e lui sta vicinissimo alle righe. È difficile sostenere che la sua superficie preferita non sia indoor, ma il tennista migliore è quello che sa adattarsi, e crescere in questo aspetto è uno dei miei obbiettivi più importanti del 2026”.

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