“Questa è l’era dei Big Two”. Con queste parole, Taylor Fritz, ha salutato l’affascinante città della Mole Antonelliana, intinta di blu in tema Finals, il torneo degli 8 maestri, in principio. Ma adesso di maestri ne son rimasti soltanto due, e sono i soliti, quasi detestati dalla concorrenza per la netta (e spaventosa) superiorità mostrata nelle ultime stagioni. Il duopolio rappresentato dal murciano e dall’altoatesino regalerà l’ennesima finalissima al grande pubblico del tennis, e alla luce dell’assenza di Sinner alle Finals 8 di Coppa Davis, possiamo asserire, senza dubbio alcuno, che l’atto decisivo tra Carlitos e Jannik, a Torino, sarà l’ultimo “dono” di questo 2025.
I due si presentano alla finalissima da imbattuti – quindi con poco più di 5 milioni in palio. Qualche intoppo per Alcaraz nel dispendioso tete a tete con Fritz, che ha costretto agli straordinari il murciano, tenendolo sul rettangolo da gioco dell’Inalpi Arena per quasi tre ore. Percorso netto, invece, per Sinner, che non ha ancora perso un set in quest’edizione delle Finals. Sono stati ben cinque i duelli ufficiali, quest’anno, tra Carlitos e Jannik, tutti in finale. Il fenomeno di El Palmar ha avuto la meglio per ben quattro volte, facendo eccezione per il magico trionfo a Wimbledon firmato dall’azzurro.
Per dover di cronaca, è d’uopo segnalare anche la schiacciante vittoria dell’altoatesino in terra araba, a Riad, dove per la redditizia esibizione del Six Kings Slam Jannik si è sbarazzato del numero uno del mondo in un’ora scarsa di gioco, intascando la modica cifra di 6 milioni di dollari. È vero, non parliamo di uno scontro ufficiale che inficia sul ranking ATP, ma gli incentivi per prevalere sull’acerrimo rivale non erano affatto irrilevanti, e poi, a prescindere dal cospicuo montepremi, ogni qualvolta che Alcaraz e Sinner sono separati da una rete, è guerra. È poesia. È – più semplicemente – sana rivalità.
I due fuoriclasse, durante la cerimonia d’apertura del torneo dei maestri, “si sono contesi” la coppa del numero uno al mondo di fine anno, immortalati in un’immagine genuina, sincera, come la loro rivalità. In virtù della vittoria ottenuta ai danni di Lorenzo Musetti, Carlitos Alcaraz ha poi ricevuto quel trofeo a distanza di alcuni giorni dal “tira e molla” con Jannik, e adesso che il discorso ranking – per ciò che concerne la stagione 2025 – è sigillato, si gioca per ben altro.
Il padrone di casa giocherà davanti alla propria gente, che è accorsa in massa per sperare di vedere l’idolo nazionale sfidare nella finalissima la stella di Murcia. I due tennisti più forti del pianeta sotto il tetto dell’Inalpi Arena, in una superficie che vede avvantaggiato Jannik Sinner, ma guai a prevedere un soliloquio azzurro. Mentre quest’ultimo ha ha lavorato assiduamente sul fisico e su delle novità apportate al suo tennis – sempre più completo -, Carlitos Alcaraz ha imparato ad adattarsi a qualsiasi condizione e situazioni di gioco, effettuando uno step mentale che adesso si sposa alla perfezione con il suo inquantificabile talento. Torino, per lo spagnolo, è sempre stato un taboo. Una sola qualificazione in semifinale, nel 2023, dove fu travolto da Novak Djokovic, e un tennis, quello espresso, lontano anni luce dalla miglior versione di sé. Quest’anno, già dal Round Robin, Carlitos ha messo piede in campo con una verve differente, ed anche l’azzurro Musetti – anche se con l’attenuante della stanchezza – ha faticato ad emergere contro il muro spagnolo, entusiasmante in ogni colpo.
Quindici mila italiani sosterranno Sinner nel sedicesimo atto ufficiale contro Carlitos Alcaraz, incrociando le dita per la festa perfetta, in casa, contro il numero uno, nell’ultimo match di un infuocato 2025.
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