Uno dei giocatori più in forma del momento è senza dubbio Taylor Fritz. Lo statunitense stava per rovesciare gli equilibri di queste Nitto ATP Finals 2025, mettendo alle corde Carlos Alcaraz, ma si è dovuto arrendere in 6-7 7-5 6-3. Al termine dell’incontro il classe 1997 è intervenuto in conferenza stampa, per rispondere alle domande dei giornalisti presenti. Ecco, dunque, un estratto delle sue parole.
D: Taylor è stata una partita difficile, una battaglia serrata. Puoi raccontarci com’è andata?
Taylor Fritz: “Ho fatto molte cose buone durante la partita, specialmente nei primi due set. Penso di essere riuscito a eseguire i colpi più difficili che ci eravamo imposti di fare, mentre ho perso il controllo su alcuni aspetti tra i più facili. Credo di essere stato molto aggressivo in risposta colpendo la palla da fondo. L’ho fatto per ottenere palle un po’ più corte in modo da tirare il dritto. Penso di averlo fatto in un paio di punti importanti. Ho risposto bene e ho colpito ottime palle in profondità. Solo che a volte non ho fatto abbastanza”.
“Lui si difende in maniera incredibile, ti anticipa, passa bene. Devi essere sempre infallibile nei punti decisivi. Penso che in alcuni punti importanti io non sia stato così preciso con le palle corte come avrei voluto. Come ho detto, penso che sia la cosa più difficile da fare: nelle ultime due sfide con Alcaraz, specie quella in Arabia Saudita, non ho nemmeno avuto modo di giocare quel tipo di palle. Giocò sempre d’attacco e non ebbi mai la possibilità di aggredire la palla. Oggi ci sono riuscito, ma non sono stato abbastanza preciso nel chiudere alcuni punti davvero importanti”.
D. Hai qualche rimpianto in particolare? E cosa ti manca?
Taylor Fritz: “Mi sono mancate molte cose, credo che se avessi colpito un po’ meglio il mio diritto in alcuni scambi, avrei ottenuto un break nel secondo set e mi sarei trovato nella posizione di servire per chiudere la partita. Mi viene in mente un game sul 15-30, in cui ho sbagliato un diritto che avrei dovuto almeno mettere a segno o giocare abbastanza bene da vincere il punto. Ho fatto lo stesso sul 30 pari e in uno dei break point. Ho lasciato rimbalzare la palla, mentre probabilmente avrei dovuto provare lo smash e accettare di averlo sbagliato. Direi che la cosa frustrante è che la maggior parte delle occasioni che mi vengono in mente erano tutte su palle che volevo davvero attaccare, ma che non ho colpito abbastanza bene”.
D. Hai detto che se fossi riuscito a mantenere il servizio, sarebbe stata una partita equilibrata. È stato così praticamente per tutto il match. Quanto è difficile rimanere concentrato sul servizio quando giochi contro Carlos? Pensi che questa sia stata la partita in cui gli sei andato più vicino?
Taylor Fritz: “Recentemente ho vinto una volta, sai (sorride)? In Arabia Saudita non ho mai avuto una possibilità contro di lui, aveva sempre il controllo e anche a Tokyo. Oggi, invece, ho risposto bene, in maniera aggressiva e sono riuscito a crearmi opportunità. Penso che una volta arrivati al terzo set, ho fatto molta fatica a causa della tendinite al ginocchio. Piegare il ginocchio diventa operazione impossibile a quel punto della partita. Nei primi due set ho giocato in maniera incredibile sia in rispota che al servizio. Mi sono creato tutte le possibilità che avevo immaginato nel piano partita”.
D. A proposito dei primi due set così combattuti, nel terzo set hai smesso di dare il massimo a causa di un di frustrazione, di delusione o di sconforto?
Taylor Fritz: “Sicuramente c’è frustrazione perché, come ho detto, sentivo di avere delle opportunità. Ad essere sincero, il calo di energia è dovuto al mio ginocchio che è completamente andato e non potevo fare nulla di più. E’ tutto l’anno che convivo con questa tendinite che è diventato un problema serio dalla stagione su erba in poi. Fino ad allora mi sentivo bene, senza un problema. Da quella parte dell’anno ho fatto davvero fatica a giocare due giorni di fila senza che il dolore si riaccendesse”.
“Mi sembra che se gioco una gara molto intensa, in cui mi muovo molto e gioco duro, poi ho bisogno di un giorno per riprendermi. Tokyo è stata l’unica volta in tutto l’anno, per qualche motivo, in cui sono riuscito a giocare due giorni di fila senza dolore. Oggi ho iniziato a sentirlo verso la fine del primo set, ma non mi ha dato fastidio fino al terzo set. Sono arrivato al punto in cui facevo davvero fatica a piegare la gamba posteriore sul servizio, a fare il passo sul rovescio, a caricare la gamba destra, per un diritto in posizione aperta”.
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