DAL NOSTRO INVIATO AD AMBURGO
Ad Amburgo è stata festa grande per Simone Bolelli e Andrea Vavassori. I due azzurri hanno conquistato il titolo di doppio sul rosso tedesco con una prestazione maiuscola in finale, suggellando una settimana perfetta sotto ogni aspetto. A fine match, il racconto di un match intriso di soddisfazione e lucidità, nel quale hanno disastrato, ancora una volta e se ce ne fosse ancora bisogno, quanto grande sia la sintonia tra i due.
“Abbiamo giocato un grandissimo match, concedendo praticamente nulla al servizio”, ha esordito Bolelli, e i numeri gli danno ragione: appena due punti persi in battuta nel primo set. “La chiave, secondo me, è stata rispondere bene. Li abbiamo costretti a giocare tanto, alzando il lob o cercando di essere aggressivi sulla seconda, per poi comandare lo scambio. Abbiamo concesso pochissimo. Unico vero momento di difficoltà nel secondo set, quando hanno avuto due chance di controbreak. Ma esser riusciti ad andare sul 3-0 lì li ha spezzati e ci ha dato ancor più forza per chiudere”.
Dal canto suo, Vavassori ha voluto sottolineare il lavoro di squadra e la crescita tecnica e mentale della coppia: “Abbiamo lavorato tanto, parlato molto, aggiungendo cose al nostro gioco per essere più imprevedibili. Ci sono stati momenti difficili, ma ora siamo in fiducia. Non pensavamo di arrivare qui e vincere il titolo: l’obiettivo era fare bene, partita dopo partita, ma sono proprio queste settimane, quelle in cui non hai aspettative altissime, che poi ti regalano le gioie più grandi. Adesso gli avversari sanno che per batterci devono dare tutto, e questa è una grande soddisfazione”.
Sorrisi larghi e idee chiare anche in vista del prossimo grande appuntamento: il Roland Garros. “Andiamo a Parigi in forma, per nulla stanchi, e con una carica in più”, ha dichiarato Bolelli. “In Germania ci troviamo benissimo: abbiamo vinto ad Halle, ora ad Amburgo. E tutta la settimana abbiamo sentito un grande affetto, non solo dagli italiani ma anche dai tifosi tedeschi che ci hanno praticamente adottato”.
Non è mancata nemmeno una riflessione sull’atmosfera del torneo e sulla valorizzazione del doppio: “Hanno fatto bene gli organizzatori a mettere la finale di doppio prima di quella di singolare”, ha commentato Vavassori. “Il livello di tennis in campo è stato molto alto, ed è bello vedere uno stadio così grande pieno per una finale di doppio”.
Per Bolelli e Vavassori è il terzo titolo dell’anno, il primo sulla terra battuta. Il feeling è evidente, i risultati parlano chiaro e la fiducia cresce: un viatico fondamentale in vista di Parigi.
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Autor: Carlo Galati