Alexandra Eala irrompe su Miami: “Tutto questo è incredibile”

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Entrata in tabellone grazie a una wild card, ha compiuto un percorso straordinario fino agli ottavi di finale. Il sogno americano, nella sua essenza più pura, è proprio questo: partire da outsider e scalare le vette di un torneo 1000, quello di Miami per la precisione. Se questa edizione cercava un volto nuovo capace di scuotere il tennis femminile, sulla scia di Mirra Andreeva (con le dovute proporzioni), e al tempo stesso scrivere la storia per un intero paese, Alexandra Eala ha risposto con un’impresa fragorosa.

Filippina di nascita, ma non una sorpresa assoluta per chi segue il circuito: due anni fa ha vinto gli US Open juniores, ma tra quel mondo e quello dei grandi c’è spesso un abisso difficile da colmare; non è da tutti riuscire a trasformare il talento acerbo tipoco dell’adolescenza sportiva in una consolidata certezza, compagna della vita. Lei sembra avercela fatta. Cresciuta all’ombra della leggenda di Rafael Nadal nella sua accademia a Maiorca, ha sconfitto Madison Keys, campionessa in carica dell’Australian Open e top-10, in un match che nelle Filippine ricorderanno a lungo. Un risultato che non solo la proietta agli ottavi, dove affronterà Paula Badosa, ma accende i riflettori su una nazione che fino a oggi aveva avuto pochi riferimenti nel tennis professionistico. Tra questi, il più noto è Felicisimo Ampon, capace di raggiungere gli ottavi di finale al Roland Garros nel 1952 e nel 1953, nonostante il suo metro e cinquanta d’altezza, che lo rende uno dei giocatori più bassi della storia ad aver calcato i palcoscenici più importanti del mondo.

Un talento sbocciato tra sacrifici e determinazione

Per capire la portata del successo di Eala, bisogna tornare indietro nel tempo e ripercorrere la sua storia. Nata a Manila, in un paese in cui il tennis non è certo lo sport più praticato, Alexandra si avvicina alla racchetta grazie al fratello e al nonno, entrambi giocatori a livello amatoriale. “All’inizio era solo un modo per passare del tempo in famiglia” racconta la 18enne, che ha poi trasformato quel passatempo in una carriera promettente. La svolta arriva a 13 anni, quando insieme alla sua famiglia prende una decisione cruciale: lasciare le Filippine per trasferirsi in Spagna e affinare il suo talento alla Rafa Nadal Academy.
Ero giovane, è stata una scelta enorme. Ma i miei genitori hanno capito che se volevo fare il salto di qualità, dovevo andarmene. Sono lì da sette anni, è stata la base del mio sviluppo come giocatrice. Naturalmente, la mia famiglia ha gettato le fondamenta, ma l’accademia ha costruito su di esse”.
Nel percorso di Eala è stato fondamentale il supporto di chi ha creduto in lei fin dall’inizio. Tra questi, Carlos Costa, ex giocatore e storico manager di Nadal, che ha visto in Alexandra un potenziale straordinario e ha messo in contatto la sua famiglia con l’accademia. Anche se è la stessa Eala a confessare: “Credo che sia così. Devo comunque farmelo confermare dai miei genitori: erano loro a gestire le comunicazioni”. 

Una vittoria che stupisce

In conferenza stampa, Eala è apparsa ancora incredula: “Non ho ancora avuto il tempo di interiorizzare quello che ho fatto. So che devo fermarmi un attimo e riconoscere che è stato incredibile. Vado passo dopo passo, mi concentro sul recupero e sulla prossima partita”. 
Il trionfo di Eala non è solo personale, ma ha un significato profondo per il suo paese e per il tennis asiatico. “Non ho avuto modelli filippini nel tennis da seguire mentre crescevo, ma questo non vuol dire che non ci fossero fonti di ispirazione. I bambini nelle Filippine non devono per forza guardare me, possono trovare motivazione ovunque”. Una mentalità costruita in anni di allenamenti, tipica di chi è consapevole che il successo non arriva solo con il talento, ma anche con il giusto atteggiamento. E qui l’impronta dell’accademia che porta il nome di Nadal, è piuttosto forte.
La partita con Madyson Keys, è stata un capolavoro tattico. “Sapevo che avrei dovuto correre tanto e rimanere solida. Ho cercato di sfruttare le mie occasioni”. 
Una strategia perfettamente eseguita, che ha reso impossibile alla sua avversaria dominare gli scambi con il suo gioco aggressivo.
Nonostante un leggero fastidio alla gamba sinistra, Eala ha rassicurato tutti sulle sue condizioni fisiche: “Ho fatto un controllo con il fisioterapista, sto bene e gestiamo la situazione”.
Nel prossimo turno la attende un’altra battaglia contro Paula Badosa. “Sarà un match duro, Paula è un’avversaria esperta e di grande qualità. Non voglio pensare a eventuali problemi fisici che potrebbe avere, scenderò in campo con la stessa determinazione di oggi”.

Dalle Filippine alla conquista del mondo del tennis

Questo trionfo segna un momento epocale non solo per lei, ma per l’intero movimento tennistico filippino. Se fino a pochi anni fa il sogno di una giocatrice del suo paese di emergere sulla scena internazionale sembrava remoto, oggi Eala sta dimostrando che con determinazione, sacrificio e talento si possono superare anche le barriere geografiche e culturali. La sua è una storia di coraggio, di scelte difficili e di una dedizione totale al tennis, che potrebbe ispirare un’intera generazione di giovani atleti nel Sud-est asiatico, nuovo terrena di conquista del tennis mondiale. Ma questa è un’altra storia.

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Autor: Carlo Galati