WTA Indian Wells, Swiatek: “Ci sono vari modi di sfruttare il vento”

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La solita perfezionista del gioco. Iga Swiatek sta tornando a livelli altissimi e la sua corsa a Indian Wells è giunta alle semifinali, conquistate dopo aver regolato Qinwen Zheng con un doppio 6-3, prendendosi la rivincita sulla cinese dopo la debacle all’Olimpiade. Proprio quel match è stato un argomento trattato dalla numero 2 del ranking in conferenza stampa, sottolineato come qualcosa a cui non pensava durante l’incontro. Dopo la polemica dei nuovi campi, a Indian Wells impazza il topic delle condizioni ventilate, con la polacca che si accoda a quanto sostenuto da Alcaraz, sostenendo di trovarsi a suo agio in questo clima.

D. Possiamo parlare del vento? L’unica ragione per cui lo sto chiedendo è perché Carlos Alcaraz diceva la scorsa notte quanto gli piaccia giocare con il vento. Giochi in maniera simile per certi versi, e sono curioso, trovi dei vantaggi a giocare con il vento ? Ci sono cose che riesci a fare che agli altri giocatori non riescono ?

Swiatek: “Dipende da come hai intenzione di percepirlo. Penso che ogni volta sia leggermente diverso. Se voglio adattarmi bene, sarò in grado di usarlo a mio vantaggio in termini di giocare con più spin con il vento, così la palla rimbalza ancora più alta. Sì, è difficile da spiegare a qualcuno che non lo fa, ma ci sono molti modi di usare il vento. Qualche volta si può anche esagerare. Ma credo che avendo il giusto equilibrio e ricordandoti del tuo gioco invece di giocare solo con il vento. Penso sia ingannevole ma, in condizioni come queste, può essere cruciale.”

D. Quanto ti è passato per la testa il match delle Olimpiadi nell’incontro di oggi ?

Swiatek: “Ovviamente Wim [Fissette, il suo allenatore n.d.r.] ha analizzato il match, e ne abbiamo parlato, ma al di la del fatto che questo sia stato l’unico incontro perso contro Qinwen da cui volevo trarre insegnamento, non mi è davvero passato per la testa, perchè sapevo che oggi era sul cemento duro e so cosa ho sbagliato nel match alle Olimpiadi. Onestamente direi che la terra battuta non mi ha aiutato ai Giochi Olimpici, perché quelle palle con tanto spin, è più facile giocarci quando sai esattamente come rimbalzerà la palla. Sulla terra, non puoi davvero farlo. Oggi sapevo sapevo sarebbe stato diverso.”

D. Una domanda sul gioco di piedi. Voglio chiederti in generale, qual è il tuo approccio a questo tipo di lavoro dei piedi. È la pietra miliare del gioco di tanti tennisti. Tendi a distinguerti con il tuo movimento esplosivo e felpato. Qual è il tuo approccio e come si è evoluto da quando sei diventata professionista?

Swiatek: “Bene, so che è la mia arma, ma non lo sapevo quando ero più giovane. Il mio approccio? So che tutto parte dai piedi, l’intero movimento, e qualche volta ho questa impostazione mentale di lasciar andare le gambe e so che loro saranno esattamente dove dovrebbero. È anche qualcosa di istintivo. Ovviamente, però, è qualcosa a cui siamo attenti anche in allenamento e anche quando lo stai facendo bene, devi ricordartene. E’ una delle chiavi del gioco, e senza questo non sarei in grado di giocare bene. E’ molto importante e forse l’unica cosa che è cambiata è non ne ero a conoscenza quando ho iniziato a giocare a tennis, ma ora lo so.”

D. In passato hai parlato del cambio del servizio e degli adattamenti. Ritieni di aver dato una sorta di svolta? Perché qui è stato sicuramente molto efficace. Migliori di settimana in settimana o è una cosa che si sente in un certo modo e poi si capisce di aver fatto un grande salto in avanti?

Swiatek: “Non lo definirei un salto di qualità, perché ho servito benissimo anche in Australia. Ho servito male solo con le palle super pesanti che avevamo nei tornei arabi. Non è una scusa, perché Mirra Andreeva ha servito come 190 anche lì. Sì, sicuramente sento che sto facendo progressi, ho più varietà e la sto usando. Ma non direi di aver fatto un passo avanti. È più un processo e sta funzionando. Quindi speriamo che vada in questa direzione.”

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Autor: Manuel Ventriglia