Rassegna Stampa – L’elogio di Sinner. Gipo Arbino ha ancora voglia di mettersi in gioco: “Non smetto di sognare”

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Nadal elogia la forza di Sinner “Incredibile” (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Nessuna violazione del codice antidoping nel caso Sinner. A ribadirIo è Karen Moorhouse, direttrice generale dell’International Tennis Integrity Agency, l’agenzia responsabile di far rispettare in questo sport le regole contro il doping, che dodici mesi dopo la prima positività al clostebol, nel controllo effettuato a Indian Wells, solleva da ogni responsabilità l’azzurro. «I problemi di comunicazione intorno al caso Sinner hanno forse rivelato una cattiva comprensione delle nostre regole sull’annuncio dei test positivi e delle sospensioni provvisorie. Si è creduto erroneamente che stessimo annunciando dei controlli positivi, quando in realtà si trattava di annunciare delle sospensioni provvisorie. Sia nel caso di Sinner che in quello di Swiatek le regole sono state rispettate: i giocatori hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria entro il termine di dieci giorni, previsto dalle nostre normative, e poiché il ricorso ha avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche. Se avessimo fatto le cose in maniera differente ci saremmo trovati ad infrangere le nostre stesse regole. Alcuni sport, come l’atletica, decidono di annunciare immediatamente le sospensioni provvisorie. Altri, soprattutto gli sport di squadra, non li annunciano mai. Il tennis per ora si è dato la regola dei dieci giorni. In futuro tale regola potrebbe anche cambiare». Moorhouse ha fatto chiarezza in particolare sulle perplessità di chi ha rimarcato la mancata sanzione nei confronti dei membri dello staff del campione di Sesto Pusteria. «Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping, che elenca diversi reati che possono essere commessi dall’entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente… Ma la maggior parte dei reati in questione implicano l’intenzione di doparsi. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessun membro del suo entourage. Non c’è stata, insomma, alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis […] che si rifà al Codice mondiale antidoping». Sulla gestione di quanto accaduto negli ultimi 12 mesi, fino al patteggiamento con la Wada, si è espresso anche Rafael Nadal. «Sinner ha dovuto affrontare un momento molto, molto duro nell’ultimo anno ma è incredibile come è stato in grado di superare tutto – le parole d’elogio del maiorchino ospite del podcast “Served” di Andy Roddick – e andare avanti, riuscendo a rimanere concentrato su quel che doveva fare. Jannik è un bravo ragazzo, uno che non vuole apparire a tutti i costi ed è concentrato su quello che fa». Nell’elogiare i giovani campioni, e i loro valori, il 14 volte trionfatore al Roland Garros ha fatto un passo indietro: «Credo che io, Federer e Djokovic siamo stati un esempio, sono orgoglioso di questo. Abbiamo avuto una grande rivalità, ma non abbiamo mai perso la prospettiva di essere prima di tutto esseri umani. Non ci siamo mai odiati, ci siamo sempre rispettati. E penso che questo abbia aiutato le nuove generazioni a capire che non è necessario odiare l’avversario per dare il massimo». […]

“A 70 anni non smetto di sognare” – Intervista a Gipo Arbino – (Roberto Bertellino, Tuttosport)

Gipo Arbino ha compiuto 70 anni il 5 marzo. Un traguardo importante per il coach di fama internazionale che ha saputo inseguire un sogno e realizzarlo attraverso i vari step di carriera, iniziata nella veste di “semplice” maestro e arrivata ai massimi livelli con la figura di coach: «Se mi guardo indietro – spiega – il bilancio è assolutamente positivo. Sono soddisfatto per quanto fatto e quanto ancora sto facendo. Non mi sento gli anni appena compiuti e se ci penso non mi sembra neppure vero, ricordandomi quando da giovane consideravo già anziano un 50enne». Gipo Arbino, dopo l’interruzione del rapporto quasi ventennale con Lorenzo Sonego, giocatore che con lui è partito da zero arrivando al best ranking di numero 21 del mondo, oggi è coach di Stefano Travaglia e della giovane Lucrezia Musetti, classe 2007: «In questo momento Il giocatore ascolano sta recuperando da un infortunio al tendine rotuleo che lo ha fermato per alcuni mesi. Sembra in fase di risoluzione e ci auguriamo una rapida ripresa. Il nostro rapporto professionale era iniziato bene, con alcuni ottimi risultati nei Challenger. Stefano era rientrato in breve tempo tra i top 200 ATP. Abbiamo lavorato in particolare sul rovescio e sugli appoggi e la strada intrapresa era quella giusta. Con Lucrezia il percorso è diverso. È in rampa di lancio e ha un grosso potenziale. In questa fase stiamo frequentando il circuito ITF, dei 15.000 e 25.000 $ per acquisire esperienza e punti. Il prossimo impegno dovrebbe essere in un 35.000 $ in Sicilia, compatibilmente con il recupero da un piccolo problema fisico patito nell’ultimo periodo». Gli impegni di Arbino sono diversi: «Sono anche consulente del Circolo della Stampa Sporting dove seguo i migliori ragazzi della Scuola, come Pecorini, Bellezza, Velotta […], Zanada, Pace e Tkachenko. Inoltre supervisiono il 2005 Filippo Romano, giocatore con punti ATP in singolo […] e doppio […]. Ci vediamo solo a periodi ma l’obiettivo è portarlo con noi quando Travaglia riprenderà appieno la propria attività». Per Arbino la costante è sempre stata quella del lancio dei giovani nel circuito professionistico. È successo con Stefania Chieppa, Silvia Disderi, ancora prima con la rivolese Sara Gagnor (semifinalista alla Lambertenghi), e poi con Gotti, Girando, Gramaglia. Poi è arrivato Sonego e gli orizzonti sono cambiati: «Il mio sogno è sempre stato quello di portare un tennista tra i migliori 100 del mondo e con Sonego si è avverato. Ovviamente per merito di entrambi. Ho vissuto momenti indimenticabili legati a tutti i più grandi tornei del circuito, gli Slam per primi. Le emozioni più forti sono arrivate con la semifinale conquistata da Lorenzo a Roma. Da bacheca dei ricordi anche le emozioni in Coppa Davis e le vittorie con i top ten. Su tutte quelle con Djokovic, Rublev, Khachanov, Hurkacz». Ripartire dopo che le strade di Arbino e Sonego si sono separate non è stato facile: «In un primo momento […] ho patito il distacco, ora però mi guardo indietro e rimangono le grandi imprese fatte insieme. Ho ancora voglia di mettermi in gioco e offrire la mia esperienza che consente di evitare i classici errori di gioventù che tutti commettiamo». La filosofia di lavoro è sempre la stessa, da inculcare nei più giovani. «Porsi un obiettivo e cercare di raggiungerlo, cambiandolo e facendolo diventare sempre più importante cammin facendo». Una vita di emozioni ma anche di rinunce: «Una vita laboriosa […] la definirei, nella quale ho sacrificato tanto sotto il profilo personale e anche degli affetti, guidata dalla passione e dagli obiettivi. Ho sempre dedicato molto ai miei giocatori seguendoli spesso nei tornei che disputavano e a qualsiasi livello. Per chi mi è stato a fianco come compagna di vita capisco che non sia stato facile. Oggi sono anche un nonno felice di due nipoti, un maschio e una femmina». Nel percorso molte anche le amicizie consolidate: «Quelle con giocatori e coach che vanno per la maggiore e che mi chiedono quando tornerò nel massimo circuito perché sentono la mia mancanza. Un sentimento condiviso». Intanto l’aquila non ha ancora smesso di volare e porsi nuovi traguardi.

L’Itia: “Sinner non ha violato il codice antidoping” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

A un anno dalla positività al Clostebol di Jannik Sinner: che ha trovato un accordo con Wada per tre mesi di sospensione per negligenza, torna a esprimersi la International Tennis Integrity Agency e la fa attraverso iò Ceo Karen Moorhouse, che assicura di sentirsi «assolutamente a proprio agio» con la gestione del caso. Rispetto alle critiche arrivate sulla comunicazione per molti ritenuta tardiva delle decisioni sui casi di Sinner e della Swiatek, la Moorhouse ha parlato di «malinteso nella comunicazione»: «Si è erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie. In entrambi i casi, le regole sono state rispettate. Poiché i ricorsi hanno avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche». La Itia, che si era avvalsa di un tribunale indipendente. ha accettato le spiegazioni di Sinner, ovvero che la sua contaminazione con il Clostebol è stata causata dal contatto attraverso un massaggio effettuato da un membro del suo entourage. «Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping, che elenca con precisione diversi reati che possono essere Commessi dall’entourage di un giocatore […]. Ma la maggior patte dei reati in questione implica l’intenzione di trarre vantaggio dal doping. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto […], non c’era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessuno del suo entourage. Non c’è stata alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis».

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Autor: Cipriano Colonna