“Every second counts”: la crisi e la ripartenza di Jasmine Paolini

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Se dovessi cominciare l’elenco delle cose che non vanno potrei stare qui per ore

Jasmine Paolini dopo la sconfitta a Indian Wells

Non eravamo abituati allo sconforto di Jasmine Paolini, ma la quotidianità del tennis ci ha raccontato anche questa novità, perché la quotidianità del circuito può essere amara, perfino se il paesaggio è quello – luminoso – della Coachella Valley: la numero 6 del mondo è stata eliminata dal BNP Paribas Open di Indian Wellls da Liudmila Samsonova, ma non è questo il tema. Il tema è che c’è stato un momento della partita in cui Jasmine non riusciva a fare un punto, travolta dalla prestazione impeccabile (e forse anche qualcosa in più) di un’avversaria in stato di grazia ma, probabilmente, anche da qualcos’altro. Qualche settimana fa il coach di Paolini, e ci riferiamo ovviamente a Renzo Furlan, aveva provato ad affrontare l’elefante nella stanza:Certo sa quello che deve difendere e magari a livello inconscio ci sta pensando ma sa anche che fa parte del gioco e le piace enormemente quello che sta facendo. Non lo sente come un peso, anche se probabilmente è meno tranquilla rispetto ad un anno fa. Però ci pensa, è ovvio” e non potrebbe essere altrimenti.

A Dubai, dove tutto ebbe inizio, ha perso circa 900 dei 1000 punti del 2024, arrendendosi (secondo turno) a Sofia Kenin e a una brutta distorsione alla caviglia, che l’ha poi evidentemente condizionata nella preparazione della trasferta nordamericana. Paolini, fin dall’esordio in California con lva Jovic, non ha mostrato la consueta brillantezza negli spostamenti laterali: al secondo turno, con Cristian, è entrata in campo con gli occhi chiusi, imponendosi una leggerezza che però, per essere davvero tale, deve uscire in maniera spontanea dalla racchetta. E invece. E’ partita alla grande, con una serie di dritti vincenti che aveva però il sapore della frustrazione ma soprattutto della fretta, e infatti quella serie è durata poco: Jasmine – mai così precipitosa, come se non riuscisse a trovare il coraggio di pensare – è riuscita a portare a casa la vittoria, ma senza sorridere, dopo aver commesso 63 errori non forzati in 29 game, e la matematica ci suggerisce una media piuttosto preoccupante. “La vittoria è stata un sollievo, c’è poco da ridere”, e quando la vittoria diventa un sollievo, significa che sei diventata una campionessa, ma quando la vittoria diventa un sollievo, significa che hai un problema. 

Nel corso delle prossime settimane Jasmine avrebbe anche lo spazio giusto in classifica per mettere da parte un po’ di punti: nel 2024 vinse ad esempio una sola partita a Miami, un paio a Stoccarda (quarti di finale), un paio a Madrid e nessuna a Roma, per un totale di circa 300 punti, prima della doppietta Parigi-Wimbledon, dove Jasmine, per certi versi, difende tutto. La sensazione è che il cambio di superficie, con il ritorno primaverile alla terra battuta, possa aiutarla a ricominciare, quasi da capo, una stagione al di sotto delle aspettative: già, ma quali aspettative?  

Paolini lo scorso anno ha disegnato una delle storie più sorprendenti degli ultimi anni del tennis mondiale, quella della veterana che incontra le persone giuste e che, grazie al talento, ribalta tutti i luoghi comuni legati all’orologio biologico di un’atleta professionista, scoprendo il vertice del tennis mondiale a ridosso dei 30 anni: il lavoro e l’entusiasmo ritrovato, i sogni che erano sempre rimasti lì e che rischiavano di appassire, le finali del Roland Garros e di Wimbledon, la medaglia d’oro nel doppio alle Olimpiadi, le Finals di fine stagione, il best ranking di numero 4 del mondo, il trionfo da trascinatrice nella Billie Jean King Cup. Ma era davvero lecito aspettarsi una stagione “da numero 4 del mondo”? O forse era più logico immaginare un 2025 di assestamento, in attesa del guizzo giusto, che prima o poi, ne siamo certi, arriverà.

Il finale del miglior episodio della serie “The Bear”, intitolato “Forks”

Nella serie tv “The Bear” – tra le più premiate e acclamate degli ultimi anni – il miglior episodio si conclude nella cucina di un ristorante stellato: “Cousin” Richie non è più un ragazzino, ne ha viste tante, ha un brutto carattere e si sta rimettendo in gioco. E allora alza lo sguardo verso il muro, cambia espressione ma ce la fa, e riesce a ingoiare la lacrima. La tv a questo punto inquadra le piastrelle di quella cucina, e poi l’orologio, e poi, infine, una targa: “Every second counts”, ogni istante è prezioso, e non è mai troppo tardi, e sei ancora in tempo, nonostante tutto. 

Jasmine Paolini non lo sa ma ha preso il mantra di quella cucina e l’ha portato da noi: perchè se i successi di Sinner ci hanno fatto scoprire delle emozioni che non conoscevamo, il sorriso di Jasmine, invece, ci ha raccontato le nostre, di storie. E non c’è paragone. Paolini, lo dice lei stessa, deve ripartire da lì: “Devo cercare di entrare in campo più serena, più libera, ritrovando magari un po’ più di leggerezza. Io non mi sento così diversa, però in tanti mi stanno dicendo che non mi vedono più serena e sorridente, quindi sicuramente un pensierino ce lo devo fare”. 

Dopo la finale di Wimbledon (inizio Luglio) non ha più superato i quarti di finale di un torneo (raggiunti peraltro una sola volta, a Wuhan) e nel corso del 2025 ha già ceduto per tre volte un set per 6-0 (lo scorso anno, in tutta la stagione, era successo solamente due volte): l’infortunio alla caviglia ha ulteriormente stressato un fisico ancora affaticato dallo sforzo del 2024 e dall’impegno del ‘doppio’, che le ha consentito di progredire dal punto di vista tecnico ma che rappresenta indubbiamente un ulteriore tassello dell’agenda degli appuntamenti delle sue settimane di gara. La terra battuta, dicevamo, potrebbe aiutare la numero 6 del ranking WTA a voltare pagina: ripartiamo da una superficie più tenera per le articolazioni della caviglia, dalle rotazioni di un tennis diverso e, perché no, dall’affetto di Roma, dove la campionessa potrà salutare il suo pubblico.

Con la sua storia, che poi è anche la nostra: every second counts.

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Autor: Jacopo Gadarco