A soli 17 anni, la testa di serie numero 14, Mirra Andreeva, è già una delle giocatrici da tenere d’occhio all’Australian Open che sta per cominciare. Andreeva giocherà il primo turno a Melbourne contro Marie Bouzkova nella notte italiana di domenica 12 gennaio.
Per il momento, nel 2025, l’unica in grado di fermare la corsa quasi perfetta di Andreeva è stata la numero 1 del mondo, Aryna Sabalenka. La 17enne russa ha cominciato alla grande la sua stagione a Brisbane (dove già un anno prima vinse il suo primo quarto di finale WTA) raggiungendo la semifinale senza perdere neanche un set.
Nel corso della sua promettente carriera, Andreeva ha raggiunto nove quarti di finale, tra cui Roland Garros (semifinale), Cincinnati e Pechino. Già all’interno della top 15 della classifica WTA, l’enfant prodige del tennis femminile si prepara a difendere il traguardo incredibile del 2024, quando all’età di 16 anni si presentò ai quarti di finale di Melbourne.
D: Quali sono i tuoi pensieri riguardo al primo slam dell’anno?
Andreeva: “Sono sempre super emozionata di venire in Australia e di giocare a Melbourne. Ho già giocato a Brisbane ma questo è uno dei miei slam preferiti e non vedo l’ora di giocare domani”.
D: Com’è cambiato il tuo rapporto con Martinez Conchita da quando avete iniziato a lavorare fino ad oggi?
Andreeva: “Adesso ovviamente ci conosciamo molto bene e mi sento libera di dirle tutto quello che succede nella mia vita. Lei è a conoscenza di ogni cosa, anche se non credo che la cosa sia completamente reciproca (ride). Ma abbiamo molta fiducia l’una dell’altra. Lei è molto professionale, capisce quando il momento di divertirsi è finito e bisogna lavorare seriamente. La cosa più bella del nostro rapporto adesso è che non c’è bisogno di fare tante domande, sappiamo già cosa dire o cosa fare in certe situazioni. E spero che questa cosa rimanga così o che funzioni sempre meglio”.
D: Conchita ti racconta mai delle storie di quando giocava lei? Magari di come sono cambiate le cose?
Andreeva: “Si ogni tanto parliamo di quando giocava lei, anche se davvero tanto, tantissimo, tempo fa (ride). Le chiedo di raccontarmi delle storie e lei ribadisce sempre che il tennis femminile è cambiato tanto ed è migliorato. Per il momento non credo di potervi raccontare le storie che mi ha svelato (ride). All’inizio della nostra collaborazione, le chiedevo come avesse fatto a gestire la pressione e volevo sentire ogni consiglio possibile. Ricordo quando siamo andate a Wimbledon e le ho detto: “Tu qui hai vinto, mi dai un consiglio?”. Be’, come potete vedere il consiglio che mi ha dato non ha funzionato visto che ho perso al primo turno (ride)”.
D: Riguardo al doppio con Diana Shnaider, a Brisbane avete giocato il terzo torneo di doppio insieme e avete vinto il titolo. Com’è nata l’idea di giocare il doppio insieme? Continuerete a farlo per il resto della stagione?
Andreeva: “Dopo che abbiamo giocato insieme alle Olimpiadi abbiamo deciso di continuare perché avevamo giocato molto bene. Però dopo Parigi eravamo già in accordi con altre ragazze per il tour americano. Quindi abbiamo posticipato la nostra collaborazione per i tornei in Asia e siamo ripartite da Pechino. Avremmo dovuto giocare anche a Wuhan ma ci siamo dimenticate di firmare. Per quest’anno siamo sicuramente d’accordo di giocare tutti gli slam e Masters insieme. Per gli altri tornei vedremo man mano che si va avanti”.
D: Dicono che il tuo gioco sia diventato più aggressivo. Sei d’accordo? Se sì, in che modo hai cambiato il tuo modo di giocare?
Andreeva: “Sì, sono d’accordo. È la cosa su cui ci siamo concentrare insieme a Conchita. Sento di avere più forza e di essere più forte quando colpisco la pallina. Prima, quando ero più giovane, mi veniva sempre da stare sulla riga di fondo campo e dovevo vincere i punti 3 o 4 volte. Ero spaventata e non volevo andare avanti verso la rete. Adesso invece, ad ogni opportunità che si presenta provo ad attaccare e provo a chiudere il punto. Guardo tanto tennis e sento che questo mi ha aiutata a migliorare”.
D: A Brisbane, contro Aryna Sabalenka, hai tenuto molto bene gli scambi lunghi da fondo campo. Quanto ti sei sentita vicina al suo livello in un match dove hai avuto tante occasioni?
Andreeva: “Ho avuto davvero tante palle break, tante occasioni per restare aggrappata. Ma alla fine questo è il tennis. Se avesse convertito tutte quelle palle break a mio favore il punteggio sarebbe stato completamente diverso. Credo che mi manchi un po’ di esperienza e devo ancora migliorare. Lei è la numero 1 per un motivo, sa come giocare bene sotto pressione. Ha giocato meglio di me”.
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Autor: Margherita Sciaulino