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La parte finale della stagione 2024, oltre ai successi di Jannik Sinner, ha visto l’affermazione come giocatore di altissimo livello di Taylor Fritz, in finale allo US Open e alle ATP Finals.
Il 2025 sembra essere iniziato nel migliore dei modi, con la vittoria da protagonista della United Cup con il team USA, e un Australian Open a cui si approccia da testa di serie numero quattro.Di seguito la sua conferenza stampa pre-torneo nella quale ha affrontato numerosi temi interessanti come le sconfitte contro Djokovic, Sinner e Alcaraz e lo stato di forma dell’amico Opelka
D. Raccontaci quanto è stato divertente e importante vincere la United Cup la scorsa settimana a Sydney con Coco.
FRITZ: E’ stato fantastico. Ovviamente avere come compagna di squadra una come Coco che non perde un solo set in tutta la settimana rende il lavoro molto più semplice. Iniziare l’anno con una vittoria, giocando un buon tennis, e arrivando fiducia all’Australian Open è la cosa migliore. Penso anche che, avendo vinto la United Cup alla prima edizione e essendo usciti l’anno scorso, ci tenevamo davvero a riprenderla. È bello vincere un torneo insieme ad una squadra perché puoi goderti il momento con tutti, cosa che non capita spesso. Di solito nel tennis il successo è personale.
D. Quanto è cambiato per te l’approccio a un torneo del Grande Slam dopo essere stato finalista in un Major così di recente?
FRITZ: Non credo di sentirmi molto diverso. Penso che sia tutto come al solito. Sto affrontando questo Slam come gli altri. L’anno scorso sono stato soddisfatto dei miei risultati negli Slam. Voglio comportarmi allo stesso modo. La cosa peggiore che potrei fare sarebbe guardare troppo avanti nel tabellone, pensare al fatto di essere tra le prime quattro teste di serie, mettermi tutta questa pressione addosso. Ho sempre la stessa mentalità: affrontare un match alla volta, senza guardare troppo avanti. Sì, non credo che sia molto diverso, a parte il mio ranking.
D. L’anno scorso, credo nei quarti, hai detto che valutavi i tuoi scontri diretti contro giocatori come Djokovic in base al tipo di giocatore che eri in quel momento. Quando eri più giovane li affrontavi in modo diverso rispetto a tre anni fa. Dopo quanto accaduto negli ultimi 18 mesi, ti senti in una nuova fase della tua carriera?
FRITZ: Direi che nell’ultimo anno sono migliorato molto come giocatore. Nella mia testa, qualunque sia lo storico contro Novak, 10 o 11 a zero per lui (ride, ndr), ricordo il match in cui l’ho affrontato qui l’anno scorso, perché penso di aver giocato abbastanza bene. Ricordo anche il match a Shanghai, dove ho giocato bene. Non arriverei a dire che per me è come se non ci avessi mai perso, ma penso che gli ultimi due incontri siano stati molto più combattuti. Ho dimostrato che posso avere delle chance. Non dico di essere stato vicino a vincere, perché non sono mai stato a un set dalla vittoria. Ma ho vinto un set in Australia, e ho avuto chance di vincere il secondo a Shanghai. Sto mostrando che ci sono margini. Sarà comunque molto difficile batterlo in qualsiasi occasione.
D. C’è qualcuno che ha battuto Djokovic di recente, Reilly Opelka. So che vi conoscete da tanto tempo. Cosa pensi del suo attuale stato di forma e del suo percorso a Brisbane?
FRITZ: Mi ha reso molto felice vedere Reilly tornare e giocare un ottimo tennis a Brisbane. Sapevo che sarebbe tornato. Ero già contento del fatto che fosse in salute e potesse giocare di nuovo. Sono stato ancora più felice di vedere i suoi risultati, ha battuto giocatori molto solidi in ogni match. Poi vincere contro Novak… ovviamente gli darà molta fiducia. Dopo un lungo stop, come mi ha detto lui stesso, si tende a recuperare difficilmente la fiducia nelle proprie capacità. È fantastico che abbia fatto ciò che ha fatto. Ora non di sicuro non ha più dubbi: sa di poter giocare ad un ottimo livello. Sono davvero felice per lui. Reilly è uno dei miei migliori amici.
D. Parliamo del tuo approccio mentale e strategico, riguardo agli scontri diretti che hai avuto con Novak negli anni. Ora che hai dimostrato di poter battere quasi tutti, tranne lui e Alcaraz, anche se ultimamente hai avuto difficoltà contro Sinner, durante l’off-season ti capita di analizzare quelle partite per pianificare come affrontarli in futuro?
FRITZ: Non direi che dedico molto tempo a queste analisi molto dopo i match. Ovviamente lavoro su certe cose durante la off-season. Ma quando si tratta di analizzare le partite molte cose mi vengono in mente durante i match stessi e appena finita la partita prendo nota delle questioni che ho analizzato nel corso dell’incontro. A volte giochi partite in cui sbagli certi colpi e pensi: “Questo non dovrebbe succedere, so che posso fare meglio.” Ci sono altre situazioni in cui pensi: “Devo dedicarmi di più a questo o a quel colpo, concentrarmici e migliorarlo.”
Dopo la serie partite complicate che ho avuto quasi di fila l’anno scorso – la finale dello US Open con Sinner, il match decisivo Laver Cup contro Carlos e il match di Shanghai contro Novak – mi sono fatto un’idea più chiara di alcuni temi ricorrenti su cui posso lavorare. Ho l’impressione di essere molto migliorato dopo tutto il lavoro che ho fatto da Shanghai a oggi. Anche se ho perso due volte contro Jannik alle ATP Finals, mi sono sentito molto più a mio agio rispetto alla finale dello US Open. Quindi sì, sento di essere migliorato tanto e di essere più pronto per affrontare certi giocatori.
D. Alla United Cup si è parlato di una stretta di mano che ha fatto discutere. Nella tua carriera ce ne sono state altre. Che sensazione provi alla fine di un match, soprattutto quando è stato molto tirato, e devi stringere la mano al tuo avversario?
FRITZ: A dire il vero, penso che tutti sembrino bravi a stringere la mano quando vincono. Chiunque è cortese da vincitore. Credo che mostri molto di più come una persona reagisce quando perde. Quando perdo, cerco sempre di guardare il mio avversario negli occhi, se ha giocato bene gli dico qualcosa tipo: “Troppo bravo, congratulazioni, buona fortuna.” È un segno di rispetto. Durante un match ci sono molte emozioni in gioco, e perdere fa male. È frustrante. Ma alla fine della fiera, si tratta di rispetto. Guardi l’avversario negli occhi e dici: “Grande partita, ti rispetto.” È normale essere delusi, ma il modo in cui affronti una sconfitta dice molto di te.
D. La voce si sparge velocemente riguardo a quei giocatori che non sono molto bravi in questo?
FRITZ: No, perché penso che dipenda dal singolo match. Alcune persone potrebbero essere particolarmente arrabbiate dopo una specifica sconfitta, magari per motivi personali. A volte non reagiscono in quel modo, altre volte invece sì. Alla fine della fiera, non credo che sia un grosso problema. Penso che le persone tendano a farne un caso più grande di quanto effettivamente sia.
D. Ho visto la statistica che dal 2020 sei il giocatore che ha disputato più partite al quinto set negli Slam. È qualcosa che ci dobbiamo aspettare anche in questo torneo? Qual è la tua strategia a riguardo?
FRITZ: Spero di no (ride, ndr). Mi sorprende, perché non mi sembra di aver giocato così tanti match al quinto set. Ma non so. Spero di evitare partite lunghe nei primi turni, altrimenti ti porti dietro il peso fisico per tutto il torneo. Se sto perdendo, cerco sempre di lottare fino in fondo, di vincere in cinque set magari. Comunque l’obiettivo rimane evitare di passare troppo tempo in campo.
Niccolò Moretti
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Autor: Redazione