Australian Open: il giorno più bello di Hady Habib, il primo libanese in uno Slam

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Hady Habib (26 anni, numero 219 del ranking ATP) nel corso della notte italiana tra mercoledì 8 e giovedì 9 gennaio ha sconfitto il 23enne francese Clement Chidekh con il punteggio di 6-4 3-6 7-6(8) diventando così il primo tennista libanese della storia a qualificarsi per il tabellone principale di un torneo del Grande Slam: Habib si è conquistato un post nel main draw dell’Australian Open al termine di una lotta rocambolesca, nel corso della quale ha rimontato per due volte un break di svantaggio nel terzo e decisivo set, annullando oltretutto tre match point, tutti in risposta.

Hady, che lo scorso anno – grazie al forfait dell’ultimo momento di Hubi Hurkacz – aveva partecipato al torneo olimpico di Parigi (sconfitta al primo turno con Carlos Alcaraz), nel 2024 aveva trovato il guizzo giusto solamente a fine stagione, dopo essere rimasto intrappolato nel pantano tra la top 200 e la top 300: il trionfo challenger di Temuco (ovviamente il primo di un tennista libanese), in Cile, nell’ultimo torneo dell’anno, gli aveva consentito di guadagnare un centinaio di posizioni nel ranking ATP e di conseguenza la possibilità di partecipare, per la prima volta nella vita, alle qualificazioni di un torneo dello Slam. Queste tre vittorie contro-pronostico (Kypson, Tseng e appunto Chidekh) gli hanno permesso di realizzare il miglior risultato della carriera, un risultato che, comunque andrà il primo turno con il cinese Bu (difficile, peraltro, ma non del tutto impossibile) gli permetterà di incassare – traduciamo per comodità in euro – 80mila euro, più della metà dei 150mila guadagnati fino ad ora da quando è diventato professionista. Grazie a un solo torneo.

L’esultanza di Hady Habib a fine partita

Habib, nato a Houston il 21 agosto del 1998 da padre libanese e madre iraniana, ha rappresentato gli Stati Uniti d’America fino al 2018, quando ha deciso di passare alla bandiera libanese, perché è proprio in Libano che ha passato la propria adolescenza, perché è lì che ha imparato a giocare a tennis: “Molte persone mi hanno chiesto perché ho scelto di rappresentare il Libano, visto che ho la cittadinanza statunitense. Questo mi ha sempre fatto sorridere, perché per me quella decisione è stata facile. Non importa quello che attraversa il mio Paese, sono molto orgoglioso di indossare quella bandiera. Anche se in campo gioco per me stesso, sento che il mio successo è stato spesso spinto dall’orgoglio di rappresentare il Libano: alcuni dei miei ricordi più belli sono legati alla squadra di Coppa Davis. Spero che la mia carriera e la mia voce come atleta libanese possano ispirare le persone in Libano ad avere una possibilità in più”.

Habib qualche mese festeggerà il 27esimo compleanno, ma, la prima parte della sua carriera, come quella di molti giocatori che hanno frequentato il college, è andata ad un passo diverso e lui, laureatosi alla Texas A&M University, sta fondamentalmente scoprendo solo adesso il mondo del tennis vero, respirando per la prima volta l’aria del circuito maggiorei: “Le Olimpiadi al Roland Garros sono state qualcosa di incredibile: la spedizione libanese era composta da 10 atleti, e io ero uno di quelli. II mio sogno era diventato realtà, porterò quei momenti per sempre nel mio cuore: ho sfidato Alcaraz e devo dire che giocare a un livello del genere è uno stress, ma uno stress di quelli che fanno bene, che aiutano a crescere. Quando ho messo piede al Roland Garros per le Olimpiadi sembravo perso, non sapevo dove andare. Chi mi ha visto avrà pensato che fossi un turista, non un giocatore”.

Il turista con il sorriso adesso ha cominciato a bussare alle porta dell’élite del tennis mondiale: “So che si tratta solamente di uno sport ma sento di rappresentare la mia nazione, sento di essere un punto di riferimento”. 

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Autor: Jacopo Gadarco