Swiatek: “Non credo che la WADA farà ricorso”

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Iga Swiatek è a Sydney con Hubert Hurkacz e gli altri componenti del Team Poland, pronta per l’esordio stagionale di lunedì contro la Norvegia in United Cup. In un certo senso, si può quasi parlare di rientro dopo la squalifica per violazione del Programma Antidoping a causa della contaminazione della melatonina assunta, dal momento che è il primo torneo a cui Iga partecipa dopo il mese di sospensione proposto dall’ITIA e da lei accettato.

Per essere precisi, Swiatek è stata provvisoriamente sospesa dal 12 settembre al 4 ottobre, finendo di scontare il mese di sanzione dal 27 novembre (data del termine del procedimento con la decisione di “Nessuna colpa né negligenza significative”) fino al 4 dicembre. La numero 2 del mondo, che aveva già avuto modo di parlare della vicenda tre settimane fa, rivelando tra l’altro i costi sostenuti per la sua difesa, questo venerdì è tornata sull’argomento nel corso della conferenza stampa della squadra. Le è stato domandato se si sentisse nervosa per il primo torneo dell’anno e per la possibilità ancora aperta di un ricorso da parte della WADA alla ricerca di un periodo di squalifica più lungo. “Non penso ci sia alcuna ragione, poiché non ho giocato tre tornei” dice Iga. “Sono stata sospesa per un periodo lungo e ho perso il numero 1 per quel motivo. So anche come ha funzionato il procedimento, ho fornito ogni prova possibile e non c’è molto altro da fare. Non vedo motivo per un appello”.

I tre tornei saltati a cui si riferisce sono il WTA 1000 di Pechino, il “500” di Seoul e il “1000” di Wuhan. “Tutto il procedimento è stato piuttosto astratto a volte e difficile da comprendere da un punto di vista che non tenga conto dei regolamenti e tutto quanto. Onestamente, qui si tratta di legge, uso delle parole e quel genere di roba. Insomma, non mi aspetto un ricorso, ma non ho alcuna influenza su ciò che accadrà. Però posso dire dai procedimenti che ho attraversato a da come sono stata trattata fin dall’inizio che mi è sembrato giusto. Sono riuscita a fornire la fonte piuttosto rapidamente” spiega riferendosi alla scoperta di come la sostanza proibita fosse entrata nell’organismo. “Per questo il caso si è concluso abbastanza velocemente. Ciononostante non ho giocato tre tornei ho ricevuto una piccola sanzione, simbolica, ma adesso è finita. È mia opinione che sia stato un procedimento equo e confido che l’ITIA tratterà ogni atleta alla stessa maniera e in modo giusto”.

Le viene poi chiesto se il fatto di rientrare in un evento a squadre sia più facile rispetto a un torneo individuale. “Non lo chiamerei un ritorno al tennis perché letteralmente ho perso tre tornei, non è stata una pausa lunga” replica Swiatek che però ammette: “Mentalmente è stata dura, questo sì, e ho avuto molti pensieri che non avrei avuto senza quello che è successo. Comunque sia, nelle persone che mi circondano ho trovato forza e sostegno sufficienti per rientrare. È diverso ricevere una squalifica breve rispetto a una lunga. Non sono nella posizione di paragonarle perché dev’essere molto più dura. È terribile per qualunque atleta attraversare queste situazioni. Ma sono felice che sia finita e di potermi concentrare sul futuro”.

Riguardo invece alle sue sensazioni sulla reazione dei media e dei social, Iga crede che siano stati “più positivi di quanto pensassi. La maggior parte delle persone sono state comprensive e chi ha letto la documentazione e conosce il funzionamento del sistema sa che non ho avuto alcuna colpa né ho influito su quanto è successo. Però non saprei dirlo esattamente perché non sono stata molto su internet; cerco di andare avanti con la mia vita e concentrarmi su altre cose, sulla preparazione per la nuova stagione, sul tennis, perché è la cosa migliore da fare dopo casi come questo. In Polonia la reazione è stata in genere di incoraggiamento. L’ho davvero apprezzato perché non è stato facile quando ho saltato lo swing cinese e nessuno sapeva il perché. Una volta che il mio caso è diventato pubblico, avevo paura che la maggior parte della gente mi avrebbe voltato le spalle. Invece ho sentito il sostegno ed è stato fantastico. Chiaramente ci sono dei commenti negativi e non riesci a evitarli. Questo è qualcosa che ci capiterà sempre a prescindere da quello che succede nelle nostre vite di personaggi pubblici. Bisogna accettarlo e non mi importa davvero”.

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Autor: Michelangelo Sottili