Andando a sommare tutti i risultati di quest’anno, l’Italia ha disputato la bellezza di 8 finali Slam tra tutte le categorie (di cui 3 vinte), trionfato sia in Coppa Davis che in BJK Cup, qualificato un giocatore sia alle ATP che alle WTA Finals in ogni specialità, ottenuto uno splendido oro olimpico e raggiunto la vetta nel ranking ATP con Jannik Sinner. Anni fa tutto questo sarebbe parso impossibile. Nel 2003 la nazionale maschile di Davis perdeva in trasferta contro Marocco e Zimbabwe, retrocedendo fino al World Group II (al momento ci militano squadre come il Benin, la Siria o la Namibia, tanto per dire), mentre ora siamo sul tetto del mondo per il secondo anno consecutivo e lo siamo anche, per la prima volta dal 2013, nel tennis femminile.
Questi momenti sono passati tutti sotto la stessa persona, il presidente della Federazione dal 2001, Angelo Binaghi, che ha preparato il terreno per i tennisti del domani, accaparrandosi tornei come Finals e Next Gen Finals e diffondendo il tennis in lungo e in largo con una nuova televisione. Intervistato da Umberto Zapelloni per Il Foglio, Binaghi ha toccato diversi argomenti, tra cui proprio questo: “Abbiamo risanato gli Internazionali d’Italia quando Sinner aveva due o tre anni, abbiamo creato la tv, che è il driver della nostra crescita, quando Sinner aveva sette anni e forse sognava ancora di diventare uno sciatore. Non abbiamo fatto le cose sulla scia di Sinner, ma molto prima”.
L’obiettivo per la Federazione ora, dopo tutti questi sacrifici fatti in momenti in cui il tennis italiano era in un’epoca buia, è raggiungere il milione di tesserati, e potrebbe diventare realtà già entro la fine dell’anno. Un altro obiettivo, splendido e ambizioso, per il tennis in Italia, è voler portare il tennis nelle scuole. La FITP punta a questo traguardo grazie a ingenti capitali (ottenuti grazie a sponsor esteri) e collaborazioni con enti come Sport e Salute. “Quest’anno abbiamo coinvolto oltre 600.000 studenti, il prossimo anno investiremo 9 milioni di euro: vogliamo raggiungere un milione di ragazzi. Faremo ciò che lo Stato italiano, con le sue risorse, non è mai riuscito a fare”, ha dichiarato Binaghi.
La chiave del movimento italiano è stata, in gran parte, Jannik Sinner, che ha appassionato milioni di telespettatori in tutta Italia. Nell’ottica di non volerlo perdere per colpa di qualche infortunio, Binaghi ha espresso la sua preoccupazione alla famiglia e al team dell’altoatesino, chiedendo “di preservare la salute, perché se lui sta bene, tutti gli italiani si divertiranno per 15 anni come mai è successo in tutto lo sport italiano”. La vicinanza di Binaghi c’era anche durante i brutti momenti di Sinner, quando, ad esempio, era stato criticato per aver saltato i match di Davis o le Olimpiadi di Tokyo 2020: “Abbiamo spiegato che non ci cambiava niente vincere una partita di Davis in più o in meno o fare le Olimpiadi una volta di più o una volta di meno. Quello che conta è il percorso del ragazzo, che possa crescere e possa completarsi, perché se va nei primi tre del mondo cambia la storia del tennis italiano.” Diciamo che Jannik, un pochino, la storia del tennis italiano l’ha cambiata eccome.
A cura di Francesco Maconi
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Autor: Redazione