Possiamo parlare per ore intere della magnifica stagione di Jannik Sinner. Del record di vittorie 73-6, dei due Slam ottenuti su cemento, della vittoria alle ATP Finals e dei tre trionfi Masters1000. Un’annata così merita sempre una menzione d’onore ed è giusto esaltare questi successi. Tuttavia, l’Italia del tennis non è solo Sinner. Il 2024 è stato un anno d’oro per la nostra nazione.
Sono ben 9 i tennisti azzurri in top 100, con Mattia Bellucci fermo al n°101 che potrebbe fare presto cifra tonda, ma anche dal lato femminile c’è stata un enorme crescita. Jasmine Paolini, il fulcro di questo sviluppo, ha conquistato la quarta posizione nel ranking WTA, raggiungendo due finali Slam, ma soprattutto ha vinto in coppia con Errani l’oro olimpico. Il tutto chiuso con la ciliegina della torta, ovvero la vittoria della Billie Jean King Cup. È stata una settimana storica quella appena conclusa, perché dopo le ATP Finals vinte da Sinner le tenniste di Tathiana Garbin hanno conquistato il trofeo a Malaga, emulate dalla squadra di Filippo Volandri quattro giorni dopo.
Matteo Berrettini è stato uno dei volti di questo successo. Grazie alle due vittorie sul campo prima contro Kokkinakis e dopo contro Van de Zandschulp, Matteo ha aiutato l’Italia ad alzare ancora una volta questo trofeo. Il tennista romano, insieme ad Angelo Binaghi (presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel), sono stati intervistati al TG1.
“È un sogno che inseguo da tantissimo tempo, è emozionante solo parlarne. L’anno scorso l’ho vissuto da fuori, quest’anno da dentro, veramente bello” – le parole di Berrettini, visibilmente emozionato nel raccontare la vittoria ottenuta a Malaga. Il 28enne non ha potuto esser parte del team Italia lo scorso anno a causa dei problemi fisici e – dopo la vittoria – aveva fatto un patto con Sinner: tornare sul campo e conquistare il trofeo insieme. “Quando nel 2023 ci siamo abbracciati dopo l’ultimo punto, Jannik ha detto che avrebbe voluto vincere la coppa insieme a me. Non mi ha detto il prossimo anno, ma prima o poi, ma siamo leggermente competitivi e abbiamo deciso di vincerla subito! Questo fa capire il livello del tennis italiano di questo momento“.
Ebbene sì, il movimento azzurro è in crescita e i risultati lo dimostrano giorno dopo giorno. Binaghi non ha alcun dubbio riguardo queste vittorie. “Siamo la nazione migliore al mondo oggi, non è mai successo nella storia del tennis mondiale, un successo di tutto il Paese“. I campioni italiani del passato, come Bertolucci (“una settimana ubriacante per gli amanti del tennis”) e Zugarelli (“bravi tutti, speriamo possiate vincere la Davis ancora per molti anni“) hanno deciso di mandare un videomessaggio a quelli attuali per congratularsi della vittoria. Parole che hanno particolarmente toccato Berrettini: “fa emozionare, anche perché loro hanno vissuto le nostre emozioni. Fa sicuramente piacere“.
Il presidente Binaghi ci tiene a spendere qualche parola anche sull’impresa delle ragazze, in particolar modo sull’annata strepitosa portata avanti da Errani e Paolini. “Un’annata straordinaria. Paolini ha vinto a Dubai e dopo ha fatto finale al Roland Garros e a Wimbledon, a Parigi sia in singolo che in coppia con Errani. Hanno vinto l’oro olimpico a Parigi e alla fine è arrivato questo successo straordinario. Un momento dove tutto va bene, vinciamo tutte le settimane. Abbiamo dei ragazzi e delle ragazze straordinarie sia fuori che dentro dal campo“.
Il momento dove capisci che sei diventato effettivamente campione, il momento dove ti passano i momenti difficili davanti. Berrettini racconta così i momenti e le lacrime finali: “mi sono visto passare davanti tutti gli ultimi mesi e gli ultimi anni, dove non sono riuscito a rappresentare il mio Paese. Avere la sensazione di stringere la coppa e i miei compagni è stato speciale. Adesso riposo per una settimana e poi ho davanti uno schedule molto serrato, però quest’anno mi ha dato tanta consapevolezza. Abbiamo la fortuna di giocare con e contro il giocatore più forte del mondo, che ci stimola sempre. L’obiettivo è cercare di arrivare quanto più possibile vicino a lui“.
La parola d’ordine, però, è il gruppo. L’unione fa la forza e – in entrambi i casi – la volontà dei ragazzi di stare insieme e lottare per l’obiettivo comune ha fatto la differenza. “Onore ai due capitani, Volandri e Garbin che hanno creato due gruppi coesi che sono riusciti ad esaltarsi e a fare in modo che sia le ragazze che i ragazzi potessero dare il meglio in ogni incontro“, conclude Binaghi.
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Autor: lorenzocelenza