La fotografa francese Corinne Dubreuil segue da 30 anni i tornei di tennis più importanti dell’anno come il Roland Garros, Wimbledon, l’Australian Open e lo US Open. Preferisce la terra rossa di Parigi ma adora il clima estivo di Melbourne a gennaio. È una donna energica e innamorato del suo lavoro. Inizia a giocare a tennis all’età di 6 anni, ma pochi anni dopo, grazie a suo zio e con l’aiuto di una campionessa come Chris Evert, capisce che la sua vera passione è un’altra.
Attraverso il suo obiettivo, Corinne impara a rivelare le emozioni e lo spirito dei più grandi campioni come Roger Federer, Serena Williams e il suo preferito: Rafael Nadal. Le piace giocare con le ombre, mettere in risalto i colori e trasformare i momenti importanti dei giocatori in opere d’arte. Corinne usa le fotografie per rivelare emozioni uniche e catturare ricordi travolgenti dei campioni di tutto il mondo.
Ha realizzato anche due libri fotografici dedicati a Federer e Nadal che ha chiamato “Iconic” con le immagini più belle dei due campioni. Ma non chiedetele se ha una fotografia preferita: “No non potrei mai sceglierne una, ne ho fatte troppe nel corso della mia carriera” ha detto Dubreuil, prima di correre a prepararsi per la finale tra Jannik Sinner e Casper alle Nitto ATP Finals di Torino.
Dalla nostra inviata a Torino, Margherita Sciaulino
D: Quando ha cominciato a seguire i giocatori e perché ha scelto di fare la fotografa?
DuBreuil: “Il tennis è uno sport che conosco da sempre. Ho cominciato a giocare a tennis all’età di 6 anni e all’epoca avevo uno zio che faceva il fotografo. Quando ho compiuto 11 anni, mio zio mi ha messo una macchina foto tra le mani, chiedendomi di provare a scattare una fotografia. Da quel momento ho detto ai miei genitori: “Voglio diventare una fotografa di tennis”. Loro non avevano niente in contrario. Nel 1987, avevo 16 anni quando ho comprato un biglietto per il Roland Garros. Sono andata sul campo numero 1 e ho visto una giocatrice fantastica: Chris Evert. Ho iniziato a fotografarla e poi ho pensato che avrei tantissimo voluto un suo autografo. Allora mi sono informata per scoprire in quale albergo alloggiasse e sono andata lì ad aspettarla. Quando finalmente è arrivata, sono andata a presentarmi e le ho chiesto un autografo. Abbiamo chiacchierato per un po’, le ho raccontato che volevo fare la fotografa, finché lei non mi ha dato il suo numero di telefono e mi ha detto: “Se vuoi dei posti per venire anche a Wimbledon, chiamami”. Ed io, ovviamente, l’ho fatto. Sono andata a Wimbledon, dove ho iniziato a fare un po’ di fotografie ai giocatori per poi venderle alle persone a 10 sterline l’una. Tre anni dopo, nel settembre del 1990 Tennis Magazine mi ha assunta come fotografa. Lì ho capito che avevo realizzato il mio sogno”.
D: Hai un torneo preferito?
DuBreuil: “Direi Roland Garros perché siamo in Francia. Però mi piace moltissimo anche l’Australian Open. Mi piace partire, andare dall’altre parte del mondo dove fa caldo ed è estate. Il torneo di Melbourne è divertente anche se fisicamente molto impegnativo perché corriamo da una parte all’altra e c’è un fuso orario importante. Sono molto belli anche i tornei di Montecarlo e Parigi-Bercy”.
D: Qual è la luce migliore per scattare una bella fotografia in campo?
DuBreuil: “Senza dubbio al tramonto, quando il sole è basso e si creano delle belle ombre lunghe sul campo, a fianco dei giocatori”.
D: Se un giocatore è mancino cambia qualcosa per lei? Deve cambiare lato del campo per fotografarlo meglio?
DuBreuil: “No assolutamente, non cambia niente”.
D: Lei ha realizzato dei libri fotografici bellissimi sia su Roger Federer che su Rafa Nadal, seguendoli per quasi tutta la loro carriera. Come ha vissuto il loro ritiro dal tennis?
DuBreuil: “Diciamo che è venuta voglia di andare in pensione anche a me (ride). Però sai, tutte le cose belle hanno una fine. La prossima settimana andrò a Malaga per seguire Rafa un’ultima volta. Certo sono triste, ma lo sapevamo tutti che sarebbe successo. Ho avuto la fortuna di vivere per vent’anni con questi giocatori incredibili, Rafa, Federer, Nole e sono veramente grata per questo. Adesso però largo ai giovani”.
D: I big 3 che ha appena nominato erano più fotogenici rispetto ai nuovi giocatori?
DuBreuil: “Si decisamente. Loro tre erano proprio diversi rispetto a tutti quelli che ho fotografato. Soprattutto Rafa e Novak, loro due erano più espressivi rispetto a Roger in campo. Oggi invece c’è Carlos Alcaraz che è molto espressivo e fotogenico. Mentre il gioco di Jannik Sinner è decisamente più difficile da immortalare. È un giocatore che non mostra le emozioni, quindi anche nelle mie fotografie compaiono poco”.
D: Oggi qual è il giocatore che preferisce fotografare?
DuBreuil: “Alcaraz più di tutti, senza dubbio”.
D: C’è tanta competizione nel mondo della fotografia? Nei tornei bisogna lottare per avere una buona postazione?
DuBreuil: “Oggi che lavoro per delle grandi organizzazioni, come la Federazione Francese Tennis o il Roland Garros fortunatamente mi sono guadagnata il mio posto nei tornei. Però non mi rilasso mai troppo. Cerco sempre di trovare dei punti di vista nuovi, delle idee originali e qualche spunto diverso dagli altri”.
D: A chi vende principalmente le sue fotografie?
DuBreuil: “I miei clienti principali sono l’ATP e la Federazione Francese Tennis. Mentre i giornali purtroppo rappresentano una fetta minuscola del mio lavoro. Ormai ci sono delle agenzie enormi che fanno delle fotografie economiche con le quali non posso minimamente competere a livello di prezzo”.
D: L’anno prossimo farà di nuovo tutto il Grande Slam?
DueBreuil: “Si, l’idea è quella. Vorrei farlo tutto ancora un’ultima volta, poi vedrò”.
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Autor: Margherita Sciaulino