[1] J. Sinner b. [4] N. Djokovic 7-6(4) 6-3
L’aggancio è servito, per la quarta volta su 8 incroci Jannik Sinner batte Novak Djokovic 7-6(4) 6-3 in poco meno di un’ora ne trequarti diventando il più giovane vincitore del Rolex Shanghai Masters.
Dopo una prima frazione piuttosto bloccata, il tie-break ha fatto la differenza anche se già a partire da metà parziale la crescita al servizio dell’azzurro aveva dato indicazioni chiare su ciò che avremmo visto da lì a qualche minuto. Come era ampiamente preventivabile, il primo set era stato decisivo per il classe ’87 di Belgrado. E’ la sessantacinquesima vittoria stagionale per il n.°1 al mondo, solo 6 le sconfitte, che frutta il settimo titolo del 2004, il terzo Masters 1000 dopo Miami e Cincinnati (il quarto nel complesso, considerando anche Toronto 2023): l’ultimo tennista a vincere 3 ‘Mille’ nello stesso anno era stato Nadal nel 2018. Sfuma il sogno del centesimo alloro per il campionissimo serbo, che in questo il torneo è il recordman nell’albo d’oro (2012, 2013, 2015 e 2018), mentre vola a quota 17 trofei in carriera il ventitreenne di Sesto Pusteria.
Primo Set: andamento cristallizzato, si arriva al tie-break dove è Sinner a esprimere il miglior tennis. Djokovic vince più punti, 37 a 36, ma deve soccombere
Sinner vince il sorteggio e sceglie di rispondere. Dopo un’iniziale fase di studio, in cui entrambi i protagonisti sono abbastanza guardinghi evitando di sguarnirsi aprendo il gioco sugli angoli, il primo a rompere gli indugi è l’azzurro con un’uscita bimane in lungolinea nel primo punto del terzo game a cui fa seguire lo schema: risposta incrociata impattando in avanzamento e subito dopo contropiede fulmineo. Sullo 0-30, però, sale in cattedra il servizio di Djokovic con due servizi vincenti e il primo ace del match (2-1). Dopodiché, Novak sfruttando un’errata chiamata di Nacho Forcadell sulla prima di servizio di Jannik, coglie l’opportunità per entrare deciso sulla seconda e riaprire così un game che appariva in totale controllo del n.°1 ATP ma alla fine il ventitreenne altoatesino supera senza strascichi un momento potenzialmente pericoloso: a pesare l’errore serbo, sul 30-30, su un dritto in manovra.
A metà parziale (3-3) nessuno dei due è mai arrivato a 40 nei turni di risposta, soprattutto per merito di una grande prestazione in battuta: sia Sinner sia Djokovic stanno trovando diversi punti gratis, con la differenza che sinora Nole ha tenuto l’80% di prime in campo (13 su 17 a livello di resa) mentre Jannik ha fatto registrare un dato poco inferiore al 50%, tuttavia avendo il 100% di conversione (8 su 8).
E’ chiaro che però il tennista italiano che deve salire di colpi percentuali con la prima, altrimenti doversi sempre disimpegnare con la seconda di servizio in scambi prolungati: alla lunga, considerando che si stanno fronteggiando i due migliori ribattitori del circuito, potrebbe diventare un problema insormontabile per Sinner. Dopo un andamento cristallizzato, si arriva al dunque: al servizio per rimanere nel set, l’azzurro è costretto a fronteggiare uno svantaggio di 0-30, in seguito ad una lettura in anticipo del trentasettenne di Belgrado sull’affondo di Jannik.
In generale, Sinner dovrebbe cercare di alternare maggiormente la direzione della costruzione per aprirsi il campo: non insistere unicamente sul rovescio balcanico ma provare anche a far giocare Djokovic in corsa dal lato destro. Ma non si è n.°1 del mondo per caso: due prime definitive di puro ossigeno che danno il là alla rimonta, quattro punti consecutivi ed è 5-5. Novak, dal canto suo, tuttavia continua a macinare imperterrito con il sevizio, vince il terzo turno di battuta consecutivo a zero (6-5).
La pressione su Sinner è naturalmente superiore servendo per secondo, ma da metà frazione la prima è decisamente cresciuta: si giunge così all’epilogo più giusto per quanto visto, il tie-break. Jannik parte fortissimo, portandosi sul 3-0 con mini-break immediato: Novak non chiude la volée e l’azzurro estrae dal cilindro un super passante di rovescio; poi arriva anche il sesto ace azzurro. Gradualmente, e in maniera contestuale, sta aumentando la percentuale di prime di Sinner mentre cala quella del Djoker. Il 24 volte campione Slam adesso si vede palesemente in difficoltà nello scambio, in particolare sulla diagonale del dritto: tenta allora svariate volte il serve&volley. Dal 3-0 in pochi minuti il punteggio recita 5-1, a questo punto Nole recupera uno dei due mini-break di ritardo ma sul 5-3 dopo aver condotto il punto alla perfezione fa scendere troppo la palla sua una facile volée di dritto – mandandola in rete – e riconcede così nuovamente un piccolo cuscinetto di sicurezza a Sinner. Se ne va il primo match point, ma il secondo è quello buono: 7 punti a 4, 7-6 in 56 minuti di partita.
L’azzurro si aggiudica un primo set in cui ha vinto meno punti complessivamente, (37 Djokovic, 36 Sinner) ma dove ha giocato nettamente meglio il tie-break.
Secondo Set: Sinner alza ancora di più la qualità della risposta, Djokovic tenta qualche variazione ma alla fine non può nulla
Le statistiche a fine set ci dicono, come era ampiamente prevedibile, che Sinner abbia cercato maggiormente di determinare l’esito degli scambi con un approccio più offensivo (13 vincenti e 10 non forzati) al contrario Djokovic ha fatto valere in maniera significativa la sua superiore capacità difensiva nella copertura del campo: tuttavia, il serbo ha sofferto tremendamente quando costretto dall’azzurro ad eseguire il diritto in corsa dal lato destro. Sul 40-0 del secondo game della frazione, Jannik ritorna a vincere un punto in risposta nei turni regolari che mancava addirittura dal quinto gioco del primo parziale.
Un game che appariva in totale gestione per Novak si complica d’improvviso, anche perché il recente vincitore dello US Open nettamente indietro nel turno di risposta in questione lascia andare il braccio trovando una chiave importante con la ribattuta al centro: il game si riapre completamente, tre punti in fila per il classe 2001. Primo gioco della sfida che va ai vantaggi, qui in qualche modo Nole se viene fuori. Ma è lampante come la posizione assunta in risposta da Sinner, ancora più aggressiva rispetto al primo set, costringa Djokovic ad essere più apprensivo, a sentirsi in dovere di fare qualcosa in più, a verticalizzare in maniera più incisiva e di conseguenza a sbagliare di più.
La palla ritorna velocemente nella metà campo serba, troppo rapidamente per Nole che è poco reattivo: sul 2-1 ci risiamo, Sinner va 0-30 e poi 15-40. La classe non è acqua, Novak si ribella e con il quarto ace cancella la prima palla break ma ormai il dado è tratto: Jannik breakka e vola 3-1, lo fa con una meravigliosa sbracciata di dritto all’incrocio delle righe che è letteralmente uno schiaffo psicologico al tentativo di reazione avversario. Il resto della storia è pura formalità, l’azzurro chiude 6-3 al termine di un’ora e trentanove minuti di gioco.
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Autor: Cipriano Colonna