Australian Open, Navarro: “Coach a bordocampo? Esperienza simile al passato”

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Non è stato un esordio semplice, quello della numero 8 WTA Emma Navarro. La ventitreenne newyorchese ha dovuto lottare in campo per ben tre ore e venti minuti prima di avere la meglio sulla connazionale Peyton Stearns. 7-6 6-7 7-5 il punteggio finale di un match che si è deciso nei dettagli e che ha visto Navarro vicina al k.o. quando la connazionale, attuale numero 46 del ranking WTA, ha servito per il match. Vicina alla sconfitta Navarro ha tirato fuori tutto quello che le era rimasto per portare a casa tre game consecutivi che le hanno consegnato la partita. Ricordiamo, inoltre, che la semifinalista dello US Open 2024 si è ritrovata a inizio secondo parziale, sotto di un set e di un break. 
La tennista statunitense ha scalato la classifica nella scorsa stagione, raggiungendo la sua prima semifinale Slam, aggiudicandosi, inoltre, il premio di Most Improved Player of the Year.

Vediamo, quindi, i passaggi salienti della classica conferenza stampa post partita.

MODERATORE: Puoi parlarci della partita.
EMMA NAVARRO: “Credo che sia stata una delle partite più particolari che abbia giocato da un po’ di tempo a questa parte. Sicuramente non ho dato il meglio di me oggi. Mi sono affidata molto alla mia grinta, alla tenacia e alla voglia di lottare. Credo che lei abbia avuto molti momenti in cui avrebbe potuto chiudere la partita o scappare via nel punteggio. Ho solo cercato di rimanere solida in campo. Come ho detto nell’intervista in campo dopo la partita, alla fine ho continuato a ripetermi: “Sfrutta al massimo le capacità che hai oggi”. Credo che alla fine sia scattato qualcosa nella mia mente.”

D: Vorrei chiederti del tuo percorso di crescita e del fatto che sei arrivata a questo livello forse più tardi di altre giocatrici. Quali siano i benefici che ti porti dietro dal tuo percorso di crescita?
EMMA NAVARRO: “Penso che sia stato molto importante per me prendermi il tempo necessario per fare le cose secondo i miei tempi e acquisire esperienza. Non ero assolutamente pronta a fare il salto nel circuito professionistico subito dopo il liceo. Avevo sicuramente bisogno di un paio di anni in più e sentivo che il college (Università della Virginia) era il posto giusto per farlo. Penso di essere cresciuta molto in termini di maturità, sia in campo che fuori. Avevo sicuramente bisogno di qualche anno per sentirmi completamente pronta e, quindi, impegnarmi a diventare una giocatrice professionista. Il college è stato un’ottima via per raggiungere questi obiettivi.”

D: Quanto ha influito sulla tua scelta la consapevolezza, già in giovane età, di quanto fosse dura e impegnativa la vita nel tour?
EMMA NAVARRO:Sapevo che se volevo diventare una professionista, dovevo farlo quando ero in grado di impegnarmi al 100%. Sapevo che qualsiasi cosa in meno non sarebbe stata sufficiente e che non avrei vissuto l’esperienza che avrei voluto. Volevo sentirmi completa nel momento in cui avrei fatto il salto nel circuito professionistico. Sicuramente non ero pronta quando ho concluso il liceo.”

D. Hai parlato del college. La presenza degli allenatori a bordo campo (novità di questo Australian Open, ndr) è qualcosa di familiare per te, dato che lo hai vissuto e sono lì a bordo campo quando si giocano le partite al college?
EMMA NAVARRO:È stato simile ad altre partite dove loro sono seduti un po’ più in alto, ma anche un po’ diverso. Probabilmente la maggior differenza l’ho sentita quando ero dalla parte in cui c’erano i suoi allenatori, perché sembrava che fossimo così vicini. A volte le urlavano dal lato opposto. Quindi è stato un po’ diverso, ma complessivamente è stato positivo. Credo che io e il mio allenatore abbiamo potuto interagire un po’ più comodamente e un po’ più spesso.”

D: Ti piace interagire con il tuo coach durante le partite?
EMMA NAVARRO: “Dipende dalla partita. Una delle cose che amo del tennis è il fatto di dover risolvere dei problemi. Credo che la mia capacità di risolvere le situazioni complicate sul momento, e da sola, mi renda un’ottima giocatrice, senza dover fare affidamento su qualcuno per dirmi cosa sta succedendo. Sento di avere una buona padronanza di ciò che sta accadendo in una partita. Altre volte sento, tuttavia, di aver bisogno di qualcosa di più dalla panchina. Forse oggi era uno di quei giorni in cui non mi sentivo al 100% a mio agio in campo e avevo bisogno di essere un po’ rassicurata”

D: Parlando di staccare la spina, nella off-season, dopo una stagione incredibile, quali sono state le cose principali su cui ti sei focalizzata e che hanno significato per te? Quali sono alcune delle cose che vuoi portare dal 2024 in questo nuova stagione e quali vuoi lasciare nel 2024?
EMMA NAVARRO:Credo di aver imparato molto l’anno scorso. Direi che la cosa più importante, o una delle più importanti, che ho sentito l’anno scorso è stata quella di divertirmi mentre gioco. I momenti in cui mi diverto maggiormente in campo è quando gioco al mio meglio, quando sono più creativa. Adesso sono in grado di leggere al meglio il gioco. Quindi è sicuramente qualcosa che sto provando a portare con me in questo nuovo anno. Credo che molte cose rimangano invariate rispetto al 2024. Gli obiettivi sono più o meno gli stessi. Cercare di continuare a migliorarmi e a migliorare ogni giorno in allenamento e ogni partita. Ho avuto alcune cose sui cui lavorare tornando a giocare dopo un paio di mesi di assenza da match ufficiali. Oggi ho avuto la sensazione che, se fossi stata in grada di superare la giornata odierna, mi avrebbe aiutato a sentirmi al meglio per il proseguo del torneo. Quindi spero di poter portare quell’impulso nel prossimo turno.”

D: Dove senti che ci sia ancora un divario in termini di come vuoi giocare il tuo tennis?
EMMA NAVARRO:Penso che il tennis sia ovviamente uno sport super mentale. Ci sono piccoli spunti e trucchetti che si mettono in atto a livello mentale durante le partite e che ti mettono nello stato migliore di forma. Sono cose che non si possono mettere in pratica quando ci si allena. Quindi è sufficiente ritrovare il ritmo anche riguardo alle cose che ti dici in campo.”

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Autor: Giuseppe Di Paola