Tsitsipas ammette: “Contro Sinner a Montecarlo non avrei dovuto vincere, l’arbitro ha sbagliato”

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Il 2024 non è stato un anno particolarmente favorevole per il numero 11 del mondo, Stefanos Tsitsipas. Il tennista greco, infatti, oltre ad essere uscito – de facto – dalla top 10 del ranking mondiale, non è riuscito a raccogliere i risultati sperati (per lui, in stagione, un solo torneo vinto in quel di Montecarlo). Adesso, per Stefanos, è tempo di risalire la china. Anche e soprattutto in vista del primo slam dell’anno. Già, perché l’Australian Open è praticamente alle porte e il prossimo avversario di Tsitsipas sarà il talentuoso tennista statunitense, Alex Michelsen. Un avversario decisamente ostico, poco da aggiungere.

Nel frattempo, il greco classe ’98, ha deciso di ultimare la preparazione in vista di Melbourne (in cui, due anni or sono, perse una finale in tre set contro Novak Djokovic) prendendo parte – questa settimana – all’Opening Week. Ovvero, una serie di esibizioni a scopo benefico in programma sui campi che ospiteranno il primo Major della stagione. Nell’ultimo incontro da lui disputato, tra l’altro, l’ellenico è stato sconfitto in due set (terminati con il punteggio di 6-3 7-6) dal numero 1 del mondo, Jannik Sinner. Occasione in cui è ritornato a parlare – con estrema onestà – di quanto accaduto nella semifinale disputata e vinta proprio con il forte tennista azzurro in quel di Montecarlo edizione 2024. “Sinceramente avrei dovuto anche perdere quella partita a Montecarlo” – ha sottolineato un Tsitsipas piuttosto divertito (e con Sinner al suo fianco). “C’è stato l’errore del giudice di linea e del giudice di sedia. So che sono stato fortunato a vincere quel match, sono orgoglioso perché Sinner era inarrestabile nel 2024…“.

Per il giocatore ateniese, anche il consueto appuntamento annuale con il media-day in vista dell’Australian Open. Tante le dichiarazioni interessanti rilasciate dal greco. A cominciare dal suo (ottimo) rapporto con lo slam australiano: “Sono davvero felice di essere tornato a Melbourne. Non vedo l’ora di iniziare il 2025 qui in Australia, che ho detto essere il mio slam di casa. È un’eccellente opportunità di giocare su questi campi, di ricevere il supporto del pubblico che ho avuto negli ultimi anni. Spero solo che il mio tennis si adatti bene alle persone e che sarò in grado di esibirmi al massimo livello, per portare il tennis che ho mostrato negli ultimi anni.

Poi, l’attenzione di Tsitsipas si è spostata sulla sua off-season: “Ho lavorato molto duramente a Dubai per prepararmi all’Australia. Nel complesso, sono molto soddisfatto del modo in cui mi sono dedicato al lavoro e la mia mentalità durante la preseason sembrava abbastanza buona. Ero in una buona fase. Ho avuto pazienza con il lavoro. Ovviamente, c’è stata anche un po’ di stanchezza dovuta al lavoro fisico, poiché ho dovuto superare alcuni momenti difficili durante la preparazione, come la stanchezza…”

Inevitabile, naturalmente, anche un passaggio sul rapporto odi et amo con papà Apostolos: “Sinceramente, non potrei chiedere di più a mio padre. È stato un allenatore eccezionale, secondo me. Ha fatto più di quanto avrebbe potuto fare come allenatore. Gli sono veramente grato. Penso che sia una grande persona. Per i sacrifici che ha fatto per oltre un decennio, non solo negli ultimi anni, ma per tutta la sua vita, ha attraversato molta ansia. Provenendo da un paese molto piccolo, la Grecia, senza un background, senza una tradizione tennistica, sono veramente orgoglioso di lui per come ha resistito e come ha risposto a quelle situazioni che sono state fondamentali per il mio sviluppo nel tennis.“.

Insomma, delle parole cariche di stima (e di affetto), quelle dell’atleta ellenico. Che poi ha aggiunto: “Voglio davvero tornare a quei momenti perché sono stati quelli che mi hanno davvero formato come giocatore. Sono stati gli anni in cui ho dovuto mostrare le mie vere capacità e lui mi ha supportato. Credo che ancora oggi sia uno dei migliori allenatori al mondo. Abbiamo ancora un ottimo rapporto. Ha dovuto solo fare un passo indietro e lasciarmi scoprire la mia strada da adulto. Sì, è tutto. È ancora mio padre. È ancora qualcuno che viene in campo ogni tanto per darmi qualche consiglio. È stato con me di recente in Medio Oriente. Ha guardato alcuni dei miei allenamenti. Lo considero ancora una figura importante nella mia vita professionale e privata. Abbiamo un rapporto incredibile, gli devo molto. Spero davvero che possa ottenere le stesse cose che ha ottenuto con me, con il resto dei membri della famiglia che vogliono intraprendere la carriera di tennisti professionisti e con alcuni altri bambini con cui sta lavorando di recente. Ha avuto successo con questi bambini, il che dimostra anche quanto sia bravo e capace come tennista professionista…”

Infine, Tsitsipas ha provato a dire la sua circa le nuove regole riguardanti il coaching. “Se ho visto dei cambiamenti nelle partite a causa del coaching? No, non l’ho visto. È ancora una cosa nuova nel tennis. Non abbiamo ancora avuto l’opportunità di vedere molte battaglie intense nelle partite in cui i giocatori si avvicinano al loro allenatore e il microfono riporta ciò che hanno da dire, e lo vediamo effettivamente applicato alla parte tattica del gioco durante la partita. È troppo presto per vedere queste cose perché è un’aggiunta molto recente al tennis. Immagino che in passato le partite siano cambiate, i risultati siano cambiati per questo. Ma poi è stato fatto di nascosto. Personalmente, ho avuto i miei problemi con questo, ricevendo penalità perché non l’ho fatto con discrezione. Sicuramente, c’erano molti giocatori nel tour che lo facevano con i loro allenatori”.

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Autor: Francesco De Salvin