La recente separazione tra Guillermo Coria e l’Albiceleste sta dividendo l’opinione pubblica argentina. A seguito della notizia è uscito un articolo sul quotidiano La Nacion in cui si è cercato di fare un bilancio sull’operato dell’ex numero tre del mondo nei tre anni passati come capitano della nazionale di Coppa Davis.
L’articolo è intitolato “Guillermo Coria ha lasciato il timone di capitano di Coppa Davis tra alti e bassi, con un buon rapporto con gli ultimi giocatori che ha diretto, ma anche con un conflitto che lo ha alterato e condizionato”, suscitando il malcontento del fratello di Guillermo, Federico. Nell’articolo si ripercorrono le ultime tre edizioni della manifestazione in cui Coria era capitano. In un passaggio dell’articolo si cita l’edizione 2022, quando durante la fase di qualificazione l’albiceleste sconfisse 4-0 la Repubblica Ceca. Il fratello di Guillermo Coria, Federico, all’epoca n.3 di Argentina, non fu schierato negli incontri decisivi, bensì nel quarto e ultimo, ininfluente data la qualificazione già ottenuta.
A Federico il tono usato dal giornalista non è piaciuto. “Il risultato è stato 4-0, con il successo di Báez (al suo debutto nella competizione) contro Jiri Lehecka come punto più importante. Già con la serie vinta, Coria ha deciso che suo fratello Federico (che aveva sostituito Federico Delbonis, infortunato) giocasse il quarto incontro (vittoria contro Vit Kopriva)“. Questo il passaggio in questione.
Tanto si è sentito tirato in causa Federico che ha deciso di farci un post sul suo profilo X. “Il fratello, perché lo scrivi con l’intenzione di cattiveria, era il numero 3 dell’Argentina in quel momento. Avevo fatto parte della squadra precedente con Gaudio come capitano, invece mio fratello mi ha tolto dalla squadra e per convocare Delbonis“, racconta Coria jr. “Poi lui si è ritirato e sono tornato nella squadra. Una volta vinta la serie, ho giocato come si fa normalmente con chi è il singolarista numero 3. ESPN e La Nación possono valutarlo e apprezzarlo senza essere così cattivi”, conclude Federico.
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Autor: Matteo Beltrami