L’ironia di Steve Johnson: “Se non mi avesse battuto a Roma, Sinner ora giocherebbe i Challenger…”

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Simpatico siparietto quello che ha visto coinvolto l’ex tennista statunitense Steve Johnson. Quest’ultimo, infatti, nel corso del podcast “Nothing Major” ha raccontato un aneddoto piuttosto divertente riguardante Jannik Sinner e la sfida disputatasi tra i due agli Internazionali d’Italia nel edizione 2019. “Penso che fosse intorno al 2018 o 2019, credo di essere stato fra i primi quaranta al mondo e stavo giocando a Roma, dove storicamente non ho mai fatto bene”. Ha sottolineato l’americano.

Non so se vi è mai capitato di provare queste sensazioni. Quando si gioca contro un ragazzo del posto si possono provare sensazioni diverse. Magari, se avessi giocato contro un italiano di 27 anni sarei stato più a mio agio. Così sono entrato in campo, il ragazzo era alto circa 1 metro e 90, 50 kg, super magro, e pensavo ‘questa cosa potrebbe mettermi a disagio’“. Ha proseguito il californiano. “Pensavo solo a vincere, perchè avrei fatto una brutta figura sul campo centrale. Ho vinto il primo set, credo fosse 6-1 o 6-2, ero nervoso, ma lui non è stato così bravo.

Di Sinner non ne avevo mai sentito parlare prima, vado sul campo e vedo questo ragazzo alto e magro. L’unica cosa che riesco a pensare è che devo vincere. Vinco facilmente il primo set, lui non mi sembra bravo. Poi perdo male il secondo set e nel terzo cerco solo di vincere e di trovare un modo. Forse ho avuto anche dei match point ma alla fine perdo 7-5”.

Una sconfitta che ha fatto quasi traballare tutte le certezze di Johnson. “Quando sono arrivato nello spogliatoio ho chiamato il mio agente e gli ho detto di cancellare i miei impegni successivi. Volevo ritirarmi dal tennis. Non potevo accettare la vergogna di perdere contro Sinner. Gli ho detto che ero stato sconfitto da un ragazzino di 17 anni che faceva schifo, era terribile…”.

Insomma, un vero e proprio contraccolpo psicologico per uno che ha occupato la ventunesima posizione della graduatoria mondiale (suo best ranking). “Per me quella sarebbe rimasta l’unica vittoria di Sinner nel circuito.“. Ha continuato. “Chi immaginava che a quattro anni di distanza lo avremmo ritrovato a guadagnare milioni di dollari, a vincere slam e ad essere per distacco il miglior giocatore al mondo? Ma sono contento di essere una nota nella sua carriera, magari se non vinceva con me la sua carriera avrebbe preso una traiettoria diversa e adesso era a giocare nei Challenger…”.

Va anche ricordato – per amor di cronaca – che la carriera di Steve Johnson, pur non avendo toccato delle vette altissime, è stata quella di un tennista di buon livello con quattro trofei conquistati (a Nottingham nel 2016, a Houston nel 2017 e a Newport e Houston nel 2018). Nulla di paragonabile, ovviamente, al percorso (da predestinato) di Jannik Sinner.  

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Autor: Francesco De Salvin