Nel corso di “Un giorno da pecora“, iconica trasmissione radiofonica di Rai Radio 1, Nicola Pietrangeli è ritornato a parlare del successo conseguito dagli azzurri di Volandri in Coppa Davis e dei record che sta maturando il numero uno del mondo, Jannik Sinner. Un vero e proprio fiume in piena, così come si evince dalle sue dichiarazioni: “Le classifiche si fanno alla fine della carriera” ha sottolineato Pietrangeli. “A Sinner e agli altri ci vogliono tre o quattro vite per battere tutti i miei record. Anche perché ne ho uno che è imbattibile ed è quello legato alle 164 partite disputate in Coppa Davis. Detto questo, per battere tutti i miei record, lui è sulla buona strada, per carità. Ha solo 23 anni. Eccetto quello delle gare disputate, però. Quello non si tocca…“
Poi, l’attenzione di Pietrangeli si è spostata sulla sua presenza in quel di Malaga e sulla mancata chiamata per la premiazione dell’Italia: “Sia chiaro, non vuole essere una polemica, però… io sono quello che ha giocato più incontri, gli azzurri vincono la Coppa Davis e nessuno mi ha chiamato per la premiazione dell’Italia. Mi è dispiaciuto, sono sincero“. Parole che trasudano un po’ di amarezza: “l’anno scorso c’ero”, ha continuato l’ex capitano di Panatta e Bertolucci (tra gli altri). “Credo che alla gente avrebbe fatto piacere vedere uno di novantuno anni essere lì, anche solo per mera curiosità. Ci sono rimasto un po’ male…“.
Infine, l’ex tennista italiano è ritornato a parlare di Sinner e della formula attuale della Coppa Davis: “La potenza di Sinner è impressionante. Jannik vince sempre i punti decisivi ed è questa la differenza fra un campione e un giocatore normale. La Coppa Davis attuale, invece, è decisamente meno romantica rispetto ai miei tempi“, ha concluso Pietrangeli.
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Autor: Francesco De Salvin