Rassegna stampa – Berrettini-Sinner, l’Italtennis è campione del mondo

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Jannik il dominatore e i suoi superpoteri (Paolo Bertolucci, La Gazzetta dello Sport)

É stato un 2024 nato, cresciuto e poi esploso definitivamente nel nome di Jannik Sinner nel mondo tennistico. Come hanno visto tutti, è un giocatore di altissimo livello su tutte le superfici e soprattutto nell’arco degli undici mesi di attività, non ha mai avuto un minimo calo di tensione. Quelle poche volte che non ha raggiunto il traguardo finale, che non ha alzato il trofeo, c’era sempre qualche titubanza, qualcuno non era ancora convinto delle possibilità del ragazzo, del fatto di poter giocare alla pari con i migliori e che paventava anche il rischio di vedere successi saltuari, invece Jannik si è divertito a smentire categoricamente le cassandre, e [..] ha in pratica raggiunto tutti gli obiettivi prefissati, dagli Slam alla Coppa Davis. Ha sofferto, a causa di alcuni problemi fisici, per non aver potuto partecipare agli Internazionali di Roma e all’Olimpiade, dove anche lì qualche malpensante aveva osato insinuare che la sua assenza fosse dovuta allo scarso attaccamento al tricolore, quando poi invece si è capito perfettamente […] quanto lui adori giocare con la maglia azzurra. […] Credo che visti i grandi progressi effettuati settimana dopo settimana, che riguardano non solo la sfera prettamente fisica, ma anche quella tecnica e tattica, in ogni sua esibizione continueremo a notare chiaramente tentativi all’inizio magari non sempre positivi, ma che poi diventano soluzioni che hanno allargato in maniera esponenziale il suo bagaglio di colpi. Il ragazzo ha soltanto 23 anni, è in cima al mondo e siede in maniera molto comoda su quella poltrona, e viste la grande forza mentale, la dedizione al lavoro e la maturità pazzesca che ha sempre dimostrato fuori e dentro il campo, non resta che sedersi belli comodi ad ammirare í suoi successi e i suoi continui progressi. Questa annata non è nata per caso, ma poggia su basi molto solide e sarà sicuramente la prima di una lunga serie che lo porteranno nell’olimpo dei più grandi giocatori di sempre. Gli obiettivi? […] gli Slam in primis e poi il Masters 1000 di Roma che ha dovuto saltare. Ci saranno i “1000” classici americani ed europei, mentre per quanto riguarda la Davis, cambia la formula e dal 2025 diventerà un ibrido tra la precedente e quella pessima di adesso. Hanno approvato una via di mezzo, si giocherà in due giorni, quattro singolari e l’eventuale doppio. Per quanto riguarda l’Italia campione ci aiuta e non poco, perché ci sarà sempre meno possibilità di grandi sorprese.

Matteo rinato (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

La Coppa Davis di Matteo è tutta lì. Nei singhiozzi e nell’abbraccio con Filippo Volandri, nel sorriso grande così quando solleva l’Insalatiera insieme agli altri. La Davis di Berrettini è un altro passo verso la rinascita, un percorso netto sul tappeto azzurro che ha portato al trionfo di Malaga. Tre vittorie in singolare a Bologna, nella fase a gironi, tre a Malaga, due in singolare e una in doppio. La Davis di Berrettini e l’unione con Sinner, che fa la forza e trascina il gruppo a un bis storico, straordinario, dopo il successo del 2023, lui spettatore e sofferente: «E’ stato importante esserci l’anno scorso anche se è stata in qualche modo una sofferenza, perché non ero in campo dove avrei voluto e dovuto essere – racconta dopo la partita con Van de Zandschulp -. Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesto, “ma perché sono venuto?”». […] «Dopo la vittoria l’ho capito, perché facendo il tifo e provando quelle emozioni, mi sono sentito parte di qualcosa di importante che mi ha dato tanta energia e forza per ripartire». La dedica va al tecnico Alessandro Bega: «Perché c’è sempre stato, anche quando lo allontanavo nei momenti difficili». Berrettini ha imparato a godere delle cose semplici, perché prima di correre bisogna imparare di nuovo a camminare e gioire anche dei piccoli passi: «Ho imparato a darmi qualche pacca sulla spalla – prosegue -. Viviamo in un mondo che va tanto veloce, sto imparando a godermi queste sensazioni, a vivere nel presente. In passato troppo spesso non l’ho fatto ed è stato un peccato». Inevitabile che questa scarica di adrenalina porti alla prossima stagione: «Il 2024 è stato impegnativo, con alti e bassi. Ora ho bisogno di riposare, di rifiatare, anche se c’è poco tempo. Poi metterò la testa nel 2025». Quando collaborerà in pianta stabile con Umberto Ferrara, ex preparatore atletico di Sinner […]: «Perché è tra i migliori in circolazione. Né lui né Jannik avrebbero voluto che accadesse quello che è successo e se volete sapere se mi sono prima consultato con Sinner, no, non ne abbiamo parlato. […] Col n 1 al mondo parleranno di quel patto stretto di un anno fa qui a Malaga, di una promessa mantenuta: «Quando ho abbracciato Filippo e Jannik l’anno scorso dopo la vittoria, tutti e due mi hanno detto “questa Coppa la vogliamo vincere pure con te in campo”. Sono state parole che mi hanno fatto emozionare perché ho pensato che, pur avendo appena vinto la prima Davis della loro carriera, stavano pensando a me. Ho usato questo patto come energia e motivazione per tornare». Un rapporto, quello con Sinner, che si riassume nei sorrisi che il n. l riserva al romano. Solo con lui Sinner si lascia andare, si fa scuotere e abbracciare, si apre […]: «Arriviamo da background diversi, ma abbiamo un rapporto molto schietto. Ci siamo presi perché siamo diretti, profondi e sinceri. Non ci sono giochetti tra noi. Da sempre poi io sono quello che con tutti porta il sorriso, nello spogliatoio. Ma fidatevi, Jan è uno che ride nella vita di tutti i giorni. Poi, quando mette il cappellino…». Non ce n’è per nessuno.

Vincere con Matteo ha un sapore diverso (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Ha mantenuto la promessa Jannik Sinner, fatta dodici mesi fa all’amico Berrettini infortunato e a Malaga solo nei panni di tifoso, ma in grado di trasferire tutta la sua carica stando accanto ai compagni di nazionale: «Vorrei vincerla con Matteo in campo». Ebbene, i due ci sono riusciti al primo tentativo […]. Come sempre l’attenzione di Jannik è rivolta anche agli altri. Alle Atp Finals un pensiero per l’arbitro Carlos Bernardes, stavolta per un rivale che non giocherà più. «Innanzitutto grazie ai nostri tifosi e a quelli dell’Olanda, e complimenti anche a Wesley Koolhof che lascia il tennis. Questo è un risultato straordinario per tutto il team. Quest’anno c’era anche Matteo come protagonista e devo riconoscere che ha un sapore diverso. L’anno scorso Berrettini ci ha dato una grossissima mano fuori dal campo e si percepiva quanto fosse forte la sua voglia di essere qui. Oltre a lui, il mio ringraziamento va comunque anche a Lorenzo (Musetti), come a Simone (Bolelli) e Andrea (Vavassori), una delle coppie migliori al mondo. Ciascuno di loro ha dato un grandissimo contributo. Tutta la squadra ha dato il 110%, con uno straordinario lavoro dietro le quinte che non si vede all’esterno, da parte dell’intero staff e pure del mio team personale, con cui sono sempre in contatto anche se non sono fisicamente qui». Mentre tutt’attorno impazza la festa tricolore sulle note di “Il cielo è sempre più blu” di Rino Gaetano, il 23enne di Sesto Pusteria spiega il legame profondo con il finalista di Wimbledon 2021: «La nostra è un’amicizia sana, ci siamo trovati in sintonia fin da subito, tanti anni fa quando non eravamo giocatori affermati e probabilmente neanche le persone che siamo adesso. È tutto molto naturale, è qualcosa di speciale averlo da spettatore, anche perché mi fido molto di Matteo, ci diamo forza a vicenda. Sono il suo primo tifoso quando lui gioca, anche al di fuori di questa competizione, quindi gli auguro soltanto il meglio visto che ha avuto tanta sfortuna nella sua carriera». […] «Ci tenevo tanto a finire la stagione con questa vittoria, altrimenti non sarei venuto. Però entrambe le coppe hanno lo stesso peso, è impossibile fare graduatorie. Stavolta è stata dura, avevamo tanta pressione addosso. Da quando siamo arrivati abbiamo dato il massimo […]». Il rosso di Sesto Pusteria superando Tallon Griekspoor ha chiuso nel modo migliore un 2024 indimenticabile: una stagione da 73 successi su 79 partite giocate (tutte con almeno un set vinto, come soltanto Roger Federer nel 2005), mettendo in bacheca trofei fra cui due Slam e le Atp Finals, tre Mille e la Davis. E gli ultimi due trofei da n 1 al mondo: «Ho sempre cercato la maniera giusta di affrontare qualsiasi avversario, c’è tanto lavoro dietro, nulla è scontato. Sono davvero soddisfatto di come ho lavorato quest’anno insieme al mio team e adesso cominceremo a pensare alla prossima stagione».

È la stagione più bella di sempre e per i nostri ragazzi è solo l’inizio (Adriano Panatta, Corriere della Sera)

C’è molto in questa Davis che chiude la stagione più bella del nostro tennis. C’è la rinnovata amicizia tra due giocatori talmente diversi fra loro che inevitabilmente si attraggono, Sinner così maturo e inappuntabile, e Berrettini che finalmente si ritrova, e torna martello, liberando tutta la carica emotiva che i troppi infortuni avevano inevitabilmente trattenuto. C’è una squadra che offre un senso di compattezza, che è giusto allargare ai giovani che sono rimasti a casa, ma che sono stati anche loro utili alla causa. C’è la convinzione […] che due Davis consecutive siano ancora poche e altre ne potranno venire in seguito. La considero, questa Davis, un contenitore ideale per una stagione speciale, che ha portato due Slam e le Finals da parte di Sinner, numero uno, che ha rilanciato Matteo in classifica […], che ha portato a casa un oro olimpico grazie al doppio femminile e un bronzo con Musetti. E poi le finali Slam di Paolini, dei doppi maschile e femminile, una vittoria nel misto agli US Open. Ultimi, quindici giorni di vittorie qui a Malaga, prima le ragazze nella BJK Cup, poi i ragazzi in Davis. […] mi sembra che da parte di questi nostri tennisti vi sia tutta l’intenzione di continuare a stupirci. […] Sinner non si discute, ma che gran piacere ho provato nel rivedere Matteo al meglio delle sue possibilità, nel gustare quel colpo di polso che ha tagliato le gambe all’australiano Kokkinakis in semifinale, e il drittone passante eseguito in corsa per strappare il break all’olandese Van de Zandschulp. L’ho visto commosso, Berrettini, alla fine della partita di Sinner, quando è scattato l’abbraccio tra tutta la squadra. Lui, come gli altri, sono ragazzi che ci tengono e ci assicurano altri successi, ne sono convinto.

Berrettini-Sinner, il tennis siamo noi (Stefano Semeraro, La Stampa)

E all’improvviso ti ritrovi dentro la festa mobile di un’Italia in miniatura, nomade e dilagante, che si specchia nelle accelerazioni intrattabili di Sinner la Volpe e nelle lacrime di gioia di Berrettini il Risorto, nelle parole del capitano Volandri, nella gioia popolare di una nazione maltrattata da un quotidiano faticoso che scopre, improvvisamente, di essere la migliore in qualcosa. «Matteo, sei a casa», gridano dal pubblico. «Sembra di stare in Italia», conferma il ct Volandri […]. Il 2024 nel tennis è l’anno dell’Italia. […] Dopo il 2-0 in finale con l’Olanda, i due singolari vinti dalle stelle gemelle Berrettini-Sinner, ci teniamo stretta la terza Coppa Davis della nostra storia. La prima, nel 1976, è stata quella del boom, del fascino di Panatta e dei […] borghesi piccoli piccoli che scoprivano il tennis come ascensore sociale. Quella dell’anno scorso la fine di una carestia, una Insalatiera di miracoli vinta quasi da solo da un Sinner che pure non era ancora del tutto Sinner. Questa è la coppa delle conferme, del compimento di Jannik come numero 1, del ritorno del figliolo smarrito Matteo. […] L’Italia che riempie i circoli tennis, che iscrive i figli alla Sat, che su whatsapp inaugura chat dove si discute di diritti e rovesci a orari improbabili. Che in Jannik e i suoi fratelli, in Jasmine Paolini e le sue sorelle trova modelli credibili, una boa di ottimismo. Una ragione per credere che sì, lavoro e sacrifici alla fine possono anche ripagare. «L’affetto lo sentiamo», ammette il capitano. «E ci ha anche allargato le spalle. Questa è una vittoria sportiva, ma anche sociale. La cronaca ci offre spesso momenti difficili, è bello per noi e per le ragazze poter regalare ogni tanto un sorriso». Matteo Berrettini […] nel 2024 è risalito al numero 35 del mondo e vinto 6 partite su 6 in Davis, 5 in singolare […] più il doppio a fianco di Sinner contro l’Argentina. «Sia Filippo sia Jannik mi promisero che la Davis volevano rivincerla con me in squadra. In quel momento ho capito che amo davvero la Coppa. Da lì ho preso l’energia, la benzina per ricominciare ad allenarmi duramente». Sinner contro il n.1 olandese Tallon Griekspoor ha tentennato solo sul 5-2 40-0 del secondo set, prima di chiudere 7-6 6-2 al quarto matchpoint. «Ho pensato che poteva essere l’ultimo punto dell’anno, e chiudere con un successo per me era importante, sennò non sarei venuto qui. Non siamo macchine, le emozioni ci sono sempre». E Matteo se la ride: «Sì, per due punti hai sbandato, ma poi ti sei rimesso subito a posto». Vavassori e Bolelli non hanno giocato («ma con questo Sinner e con un Berretta così è ok, conta il gruppo»), Musetti scherza sul flop con Cerundolo: «Comunque le mie partite a Fifa le ho vinte…». […] L’Italia è la prima nazione dal 2012-13 della Repubblica Ceca che riesce a fare il bis. «E’ un successo che viene da lontano – chiude Volandri – il merito è dei ragazzi, prima che campioni sono persone straordinarie. Se Sinner non volesse giocare in Coppa Davis l’anno prossimo? Lo capirei». Ma l’anno prossimo è un altro giorno.

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Autor: Andrea Binotto