WTA Finals, Paolini: “Non avrei scommesso sul fatto di essere qui in singolare ma in doppio sì!”

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Non riesce a contenere il suo entusiasmo Jasmine Paolini che fa il suo esordio alle WTA Finals sia in singolare che in doppio. Il nostro inviato a Riyad, Vanni Gibertini, ha voluto sentire le sue impressioni con un tocco di… glamour:

VANNI GIBERTINI, Ubitennis: Quando hai raggiunto le finali Slam o la medaglia d’oro alle Olimpiadi lo hai scoperto solo dopo il match point. Questo traguardo invece l’hai raggiunto con largo anticipo, come l’hai vissuto?

JASMINE PAOLINI: Guarda, quando sono stata sicura della qualificazione l’ho vissuto come un sollievo, sapevo di avere tanti punti, cercavo di non pensarci troppo però chiaramente era diventato un obiettivo a un certo punto, che non era tale a inizio anno visto che ero N.30 del mondo e non l’avrei pensato.

VANNI GIBERTINI, Ubitennis: Qui c’è l’altura, siamo indoor, le palle sono leggere: tu non sei la giocatrice più potente tra quelle presenti qui, pensi che sarà un problema?

JASMINE PAOLINI: Non lo so [ride]. Secondo me è fondamentale servire bene, il servizio ti può dare punti magari variandolo. Devo cercare di adattarmi, certo è difficile far girare la palla perché arriva tesa ma se gira un pochino salta. Quindi l’obiettivo è cercare di adattarmi al meglio usando le mie di armi e spero delle buone partite, fare match contro queste giocatrici che sono le migliori al mondo. Perché no anche divertirmi perché quando mi diverto mi sento meglio in campo e riesco quindi a giocare meglio. Poi se arriva qualcosa di buono, me lo prendo volentieri.

VANNI GIBERTINI, Ubitennis: Da 1 a 10 quanto ti senti stanca dopo tutte le partite che hai giocato: singolari, doppi, viaggi etc?

Guarda non ci penso, prima di venire qui mi sono presa una decina di giorni per recuperare. Cerco di essere eccitata perché sono alle WTA Finals e comunque sono gli ultimi 2 eventi dell’anno: questo e le BJK Cup Finals a Malaga. Cercherò di metterci tutta l’energia che ho e tutta la contentezza per essere qua.

VANNI GIBERTINI, Ubitennis: Ci puoi parlare dell’abito che hai indossato per la foto ufficiale? Qinwen Zheng ci ha detto che i suoi amici in Cina ti hanno giudicato meravigliosa…

[Ride] Non male! L’abito è di Brunello Cucinelli e appena l’ho indossato ho detto “Questo, metto questo”. Sono stati gentilissimi, dovevo solo rispettare le linee guida che ci avevano dato. Sono contenta di aver avuto l’opportunità di indossare un brand del genere perché sicuramente ha dei pezzi pazzeschi…

Conferenza stampa in inglese…

D. Jasmine, sono le tue prime WTA Finals – in singolare e in doppio. Raccontaci la tua esperienza qui a Riyadh e le tue prime riflessioni.

JASMINE PAOLINI: Sì, è fantastico essere qui. Sto cercando di godermi ogni momento. È una competizione fantastica.  Siamo otto nel singolare, otto nel doppio. È davvero un privilegio essere qui. Sono davvero felice di giocare in entrambe le competizioni, ovviamente.

D. In termini di preparazione, come livello di energia all’inizio di questo grande evento, come ti senti? In campo, condizioni in cui ti sei allenata, come trovi il campo avendolo testato?

JASMINE PAOLINI: È abbastanza veloce forse penso per l’altura. La palla va abbastanza veloce. Penso che la superficie invece non sia così veloce. È un mix. Penso anche che la palla quando dai rotazione, spin, salti un po’, rimbalzi abbastanza. Sì, abbiamo avuto dei giorni per adattarci. Vediamo come giocherò domani, alla fine è quello che conta.

D. Dopo l’anno che hai trascorso, quanto è importante che tu non veda l’essere qui quasi come un premio di per sé? Capisci cosa intendo? Ti sei guadagnata il posto, sei qui.

JASMINE PAOLINI: Sto cercando di divertirmi davvero, di capire anche dove sono perché è importante riconoscere dove sono, sai? È fantastico essere qui.  Se qualcuno mi avesse detto all’inizio dell’anno che avrei giocato le WTA Finals in singolare e doppio,l’avrei preso per pazzo.

Devo dire che in doppio ricordo che quando ho giocato il primo torneo, l’Australian Open, abbiamo perso una partita davvero combattuta contro Hsieh-Mertens. Ho pensato: stiamo giocando bene, forse possiamo qualificarci alle WTA Finals. Non l’ho detto a nessuno, ma ci credevo (risate). In singolare no, devo dire che non lo pensavo. Poi ho iniziato a giocare davvero bene. Forse dopo la finale di singolare di Wimbledon ho detto: “Oh, l’obiettivo adesso è qualificarsi alle WTA Finals”.
Adesso sono qui, gioco con le migliori giocatrici del mondo. Cercando di divertirmi. Penso che sia davvero bello. È davvero divertente giocare questo tipo di partite qui. Cerco di essere preparata, concentrata, ma anche di godermi il posto e il momento in cui mi trovo.

D. Personalmente hai qualche riserva o preoccupazione nel giocare qui in Arabia Saudita, data la situazione dei diritti umani qui, in particolare riguardo ai diritti delle donne e alla comunità LGBTQ+?

JASMINE PAOLINI: Penso che possa essere positivo per il Paese essendo questa una competizione femminile con le migliori donne del mondo. Stiamo tutti lavorando. Siamo tutte indipendenti. Penso che sia positivo promuovere questo tipo di competizione in questo Paese.

Due giorni fa ho parlato con delle ragazze che stanno iniziando a giocare a tennis. Penso che abbiano fatto un buon lavoro coinvolgendo anche le ragazze che iniziano a fare sport. Penso che questo potrebbe essere davvero positivo per i diritti delle donne qui.

D. Quanto ti è stata utile Sara Errani con l’esperienza che ha portato attraverso la sua carriera a livello mentale e nella tua capacità di adattarti per salire così tanto in classifica nell’ultimo anno? Ti ha fatto molto da mentore? Le fai molte domande?

JASMINE PAOLINI: Sì. Mi aiuta tantissimo. Penso che anche giocare in doppio con lei mi aiuti moltissimo. Penso che non sia un caso che tutti i pezzi si siano incastrati da quando ho iniziato a giocare il doppio ogni settimana. Miglioro anche in singolare. Ha giocato anche lei le WTA Finals sia in singolare che in doppio.

È strano. Penso che mi aiuti tantissimo. Le ho fatto molte domande. Inoltre, è una giocatrice un po’ diversa da me. Sto cercando di rubare qualcosa anche dal suo gioco, come riesce a leggere il gioco, come capisce il gioco. Forse è più tattica di me. Senza “forse”, lei è più tattica di me in campo. Probabilmente è più intelligente di me. Giocare in doppio con lei credo mi aiuti a capire ancora meglio il gioco.

D. Affronterai Elena Rybakina come primo match. Due partite difficili quest’anno sulla terra battuta. Non gioca dagli US Open. Avete già giocato contro ovviamente. In queste condizioni più rapide, quale pensi che sarà la sfida?

JASMINE PAOLINI: La sfida sarà rispondere al suo servizio qui, come sempre (risate). Qui soprattutto.

Non so davvero cosa aspettarmi. Penso che sarà una partita dura, ovviamente. Devo giocare profondo, cercando di servire bene perché penso che lei giocherà in modo aggressivo, ovviamente. Lei è una Big Server.

Penso che la cosa più importante sia cercare di rispondere il più possibile e il più profondo possibile, cercando di essere veloce anche in campo. Cercare di ridurre gli errori con una giocatrice come Elena. Ci proveremo domani (sorride).

D. Tua madre a Wimbledon è stata davvero divertente da guardare. La tua famiglia è venuta con te? La vedremo alzarsi in piedi e fare il tifo?

JASMINE PAOLINI: No, abbiamo deciso che verranno alla Billie Jean King Cup a Malaga. È più vicino, è più facile.  Là faranno il tifo per me… (sorride).

D. Come ritieni che il doppio riesca a completare il tuo gioco in singolare, quanto lo aiuta, quanto devi scendere a compromessi a causa della programmazione?

JASMINE PAOLINI: Penso che sia una cosa positiva il fatto che sto giocando sia in doppio che in singolare in questo momento. Certo, a volte è dura fisicamente.

Vedo solo cose positive. Come ho detto prima, penso che non sia casuale. Tutto si è incastrato bene, ma c’è una ragione per cui da quando ho iniziato a giocare di più il doppio, sono migliorata in singolare.

Mi rendo conto che per me il doppio, è una cosa positiva. Certo, giochiamo tante partite, ma non sempre.  Ad esempio, a Pechino ho giocato solo due singolari e abbiamo vinto il doppio. A Wuhan ho giocato di più in singolare, ma in doppio abbiamo perso al primo turno. Dipende.

Sto cercando di trarre sempre le cose positive. La cosa positiva è che se perdo in singolare, ho ancora il doppio per restare nel torneo, giocare partite, allenarmi e concentrarmi sul torneo. Non è facile fisicamente, ma penso che per me sia positivo,solo un fatto positivo, sì.

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Autor: Luca De Gaspari