ATP Parigi-Bercy, Alcaraz: “Non capisco perché il campo sia stato realizzato così rapido, è pazzesco”

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Dopo aver superato a fatica Nicolas Jarry all’esordio, Carlos Alcaraz ha concluso la sua regular season 2024 con un KO per mano del francese Ugo Humbert. In attesa delle ATP Finals e della Coppa Davis che chiuderanno la sua stagione, nella conferenza stampa post match lo spagnolo ha palesato evidente irritazione per le condizioni di gioco offerte dal Rolex Paris Masters.

D. Carlitos, c’è qualche aspetto della tua prestazione odierna che ti abbia particolarmente sorpreso?

Carlos Alcaraz: “Non penso ci sia stato un aspetto specifico che abbia performato in maniera diversa da quanto avessi preventivato. Sicuramente è molto complesso giocare in queste condizioni. Per quanto riguarda il mio livello generale, io cerco sempre di migliorare il più possibile, soprattutto quando gioco indoor tento di cambiare costantemente per trovare il miglior adattamento. Sul campo centrale, quest’anno, ho tentato fin dai primi allenamenti di sentirmi a mio agio, ma chiaramente tutto decade quando affronti un giocatore molto aggressivo come Ugo, dove se non sei in grado di prendere in mano la partita e lasci a lui dettare il ritmo gara poi diventa veramente dura venirne fuori. Anche perché ogni volta che lo affronti, su ogni palla che colpisce Ugo imprime il 100% della spinta con pochissime rotazioni. Per cui, in questo contesto tattico era praticamente impossibile per me giocare un buon tennis. Conoscevo perfettamente le differenze di velocità del campo rispetto a quello a cui sono normalmente abituato. Perciò non sono assolutamente sorpreso del mio livello, del mio gioco, può sorprendere voi ma certamente non me“.

D. Carlos qui a Bercy avevi già avuto un’esperienza difficile contro un altro tennista francese, tre anni fa con Hugo Gaston. Come descriveresti l’atmosfera di stasera rispetto a quella di tre anni fa?

Carlos Alcaraz: “Beh, è stata sicuramente diversa. Un sacco di cose sono cambiate da quella partita fino ad oggi (sorride). In questi ultimi anni ho avuto molto successo qui a Parigi. Perciò quello che ho vissuto è stato certamente uno stato d’animo differente, anche perché penso che il pubblico sia stato molto rispettoso e io questo lo apprezzo tanto. Onestamente, non è per nulla scontato che accada quando stai giocando contro un giocatore francese, fra l’altro uno dei migliori giocatori che la Francia ha in questo momento. Loro però sono stati grandi: ci sono stati tanti bei punti, dove si sono alzati applaudendomi. Lo apprezzo molto, un pubblico di appassionati davvero rispettoso che ha fatto da cornice ad un’altrettanto bella partita“.

D. Carlos, diresti che le condizioni indoor rispetto a quelle outdoor ti rendono abbastanza complicato esprimere il il tuo gioco ed esaltarne qualità principali?

Carlos Alcaraz: “Il cemento indoor non è la mia superficie preferita, ma non voglio che questa mia affermazione appaia come un alibi. Prima di ogni altra cosa, infatti, è giusto rimarcare ancora una volta che Ugo ha meritato di vincere. Per quanto riguarda la tua domanda, la risponda è dipende, dipende da svariati fattori. Perché ad esempio, anche la Coppa Davis a Malaga si gioca indoor ma il campo è molto più lento di questo. Dopo aver giocato il mio primo match, sono venute fuori delle statistiche secondo cui si tratterebbe non soltanto del campo più rapido tra i Masters 1000 ma anche del più veloce in assoluto del Tour, il che è semplicemente pazzesco. Probabilmente si tratta del più veloce negli ultimi dieci anni del torneo. Quindi mi chiedo perché lo abbiano realizzato in questo modo. Non so per quale motivo abbiano deciso di attuare un cambiamento così radicale confrontandolo con le condizioni di gioco di tornei simili, ma soprattutto se lo si analizza in raffronto a ciò che era stato fatto qui negli anni precedenti. Per cui sono certamente rimasto sorpreso dalle condizioni, inoltre non ho avuto molto giorni a disposizione per adattarmi. Probabilmente sarei dovuto venire prima per adattarmi al meglio, ma non l’ho fatto. Onestamente però tutto quello che posso dire è che non capisco il perché l’abbiano fatto“.

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Autor: Cipriano Colonna