Sicuramente Federico Arnaboldi non dimenticherà facilmente questo mese di luglio che per lui è stato davvero caldissimo, molto più che per noi comuni mortali. Tre settimane fa aveva raggiunto a Casinalbo la finale del Challenger di Modena, fermato in tre combattuti set da Albert Ramos Vinolas, e oggi, sempre partendo dalle qualificazioni, si è giocato la finale del Challenger 100 di Verona (terra battuta) contro il 19enne lituano Vilius Gaubas (n.257 ATP) che forse è giunto all’atto finale un po’ spremuto. Aveva infatti dovuto faticare per tutto il torneo, sempre costretto al set decisivo da avversari molto agguerriti, a partire dal nostro Enrico Dalla Valle per finire col bombardiere georgiano Nikolz Basilashvili.
Non è poi che il paese baltico abbia una gran tradizione tennistica, a parte Ricardas Berankis che nel 2016 raggiunse la posizione n.50 del ranking, a meno di non considerare della partita il grande Vitas Gerulaitis che nacque a Brooklyn ma da genitori lituani.
Il match, davanti al numerosissimo pubblico che si assiepa sugli spalti dello Sporting Club Verona, inizia subito bene per l’azzurro che sembra molto determinato a non lasciarsi sfuggire questa grande occasione. Appare infatti molto tonico, nonostante questa sia la settima partita della sua intensissima settimana, e nel terzo game strappa il servizio all’avversario che appare in chiara difficoltà a contenere le geometrie molto aggressive dell’italiano che disegnano il campo con palle velocissime. Nel settimo gioco Federico ottiene un altro break e manda in archivio il primo set. Il secondo sembra più equilibrato ma è solo un’illusione ottica perché nel quinto game Gaubas inanella una serie imbarazzante di errori e a Federico basta tenere la palla in campo per raccogliere un preziosissimo break che si rivelerà decisivo. A questo punto il tennista lombardo sente profumo di vittoria e sale ulteriormente di livello non sbagliando più niente, sotto lo sguardo sempre attento ma ora un po’ più rilassato del cugino/coach Andrea e dello psicologo Roberto Cadonati, questa sera felicemente disoccupato. Federico conferma con autorità il break e poi ne ottiene un secondo che mette praticamente fine alle ostilità. Il match point viene suggellato con un bellissimo diritto inside in che va a morire sulla riga di fondo siglando il 6-2 6-2 finale in un’ora e venti di gioco. Per Arnaboldi il giovane è l’apoteosi, la prima vittoria in un Challenger e il nuovo best ranking alla posizione n.251 ATP, con un miglioramento secco di un centinaio di posizioni. Il che significa dire addio da subito alle forche caudine delle qualificazioni Challenger, con l’obiettivo concreto di centrare, a partire dai prossimi Australian Open, un altro genere di qualificazioni, quelle degli Slam. E noi siamo davvero felicissimi per Federico, ottimo giocatore e bravissimo ragazzo che anche al momento della premiazione riesce a mantenere un certo understatement, ma noi che lo conosciamo siamo certi che dentro avesse una tempesta di emozioni. E siamo contentissimi anche per Andrea, il nostro tennista più elegante degli ultimi 20 anni, che finalmente riesce a vincere un Challenger, anche se per farlo ha dovuto aspettare di vestire i panni del coach.