Due match, due sorprese. Sul verde impolverato di Charleston, Madison Keys e Daria Kasatkina salutano il torneo prima del previsto. Ad approfittarne, con merito e personalità, Anna Kalinskaya e Sofia Kenin: la prima lucida e spietata, la seconda, finalmente, vicina a qualcosa che somiglia alla sua versione 2020.
Kalinskaya: testa fredda, mani calde
Il primo scossone della giornata arriva dal match tra Madison Keys e Anna Kalinskaya. Per chi ha visto la partita, la sensazione è che l’americana non sia mai davvero entrata in campo. O meglio: c’è entrata a tratti, a fiammate, come spesso le capita. Ma contro questa Kalinskaya, che negli ultimi mesi ha trovato una solidità mentale fin qui sconosciuta, non basta. La russa, ormai stabilmente tra le mine vaganti del circuito, ha vinto i punti importanti e giocato con lucidità i game chiave, contenendo i colpi piatti e profondi di Keys con una difesa elastica e una sorprendente capacità di contrattacco. Il punteggio – 6-2 6-4 – riflette bene il non equilibrio del match. Keys, dal canto suo, ha sbagliato troppo nei momenti decisivi, soprattutto con il dritto. Quel dritto che le ha fatto vincere Charleston nel 2019, oggi l’ha tradita. Kalinskaya ringrazia e vola ai quarti.
Kenin ritrova se stessa, Kasatkina si perde
E poi arriva Sofia Kenin, che continua a dare segnali di vita tennistica dopo un paio d’anni trascorsi più nelle sale fisioterapiche e nei corridoi della WTA che in campo. Contro Daria Kasatkina, neo australiana, la statunitense ha rispolverato il suo repertorio fatto di ritmo, profondità e variazioni intelligenti.
È finita 6-3 7-6 per Kenin, che ha sfruttato alla perfezione le difficoltà della russa nel tenere il palleggio da fondo campo senza commettere errori gratuiti. Kasatkina ha provato a mescolare le carte, come sempre: back, smorzate, discese a rete. Ma Kenin è rimasta concentrata, quasi algida, tenendo basso il margine d’errore e spingendo nei momenti giusti.
Per l’ex russa, che era una delle favorite del torneo, è un passo indietro. Per Kenin, invece, è forse un piccolo passo avanti verso quella versione di sé che sembrava scomparsa dopo il trionfo a Melbourne nel 2020. Con Keys e Kasatkina fuori dai giochi, il tabellone si apre e offre spunti intriganti. Kalinskaya e Kenin sono tutto fuorché comparse: entrambe, in giornate come queste, possono battere chiunque. Ma il cammino è ancora lungo e sulla terra verde di Charleston, si sa, ogni partita è una storia a sé.
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Autor: Carlo Galati