L’eco dell’addio di Rafael Nadal al tennis giocato rimbomba ancora nella mente e negli occhi di tifosi e appassionati. Del resto, come potrebbe essere altrimenti? Sì, perché il campione maiorchino ha abbracciato (almeno) tre generazioni di tennis-addicted. Sono tanti gli aneddoti e i ricordi legati alla leggenda iberica. Anche e soprattutto da parte degli addetti ai lavori. Come Paul Annacone, per esempio.
L’ex coach di Pete Sampras e Roger Federer, infatti, nel corso del podcast “Inside-In” realizzato da Tennis Channel è tornato a parlare del caro vecchio Rafa e di quelle che erano le sue qualità all’interno del campo da gioco. “L’unico difetto di Rafa era anche il suo più grande pregio“, ha spiegato l’allenatore statunitense. “Il suo unico lato negativo, infatti, era la sua umiltà, che è anche il suo più grande pregio. Ci sono stati dei momenti in cui lo guardavo e mi chiedevo come facesse a non avere un ego più grande. Era sempre così cortese e umile riguardo a quello che faceva che a volte questa caratteristica andava ad ostacolare la sua capacità di scendere in campo e semplicemente colpire la palla” ha sottolineato Annacone, per poi aggiungere: “Grazie a questa umiltà, non si è limitato a entrare in campo e a spaccare la palla da ogni dove. Sentiva che in ogni partita doveva essere al top della forma, era vulnerabile e per questo a volte giocava un po’ in maniera esitante finché non riusciva a riprendere l’incontro e poi, quando ci riusciva, giocava in modo più aggressivo.“
Infine, l’ex atleta originario di Southampton ha raccontato dei suggerimenti dati a Federer – quando allenava lo svizzero – in vista delle (combattutissime) gare con Nadal. “Non c’è stata sfida più grande” ha evidenziato Annacone. “E, per fortuna, mi sono potuto confrontare con Roger, probabilmente uno degli atleti più dotati che abbia mai tenuto in mano una racchetta da tennis. Che belle le sfide tra i due! Ed è sempre stato divertente provare a sedermi lì a risolvere i problemi e a capire cosa Roger potesse fare per mettere Rafa a disagio...”.
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Autor: Francesco De Salvin